Istat, cresce il divario sui livelli d'istruzione tra Italia e Unione Europea. Nel nostro paese i laureati sono solo il 20%

Istat, cresce il divario sui livelli d'istruzione tra Italia e Unione Europea. Nel nostro paese i laureati sono solo il 20%

Istat, cresce il divario sui livelli d'istruzione tra Italia e Unione Europea. Nel nostro paese i laureati sono solo il 20%


08 ottobre 2021, ore 18:00

Nel nuovo Report sui livelli d'istruzione nel 2020 rilasciato dall'Istat emerge il divario tra l'Italia e l'Ue: da noi solo il 20% dei laureati contro il 32,8% del resto dell'Unione

L’Istat ha pubblicato il Report sui Livelli d’Istruzione 2020, e il quadro che emerge è preoccupante. Si parte dal dato scoraggiante che riguarda le donne: rispetto agli uomini, le laureate nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono ancora poche. Poi, abbandono scolastico, divario con l’Unione Europea e calo del livello di istruzione degli stranieri: questi gli altri elementi presentanti nel documento dell’Istituto di Statistica.

LE DONNE LAUREATE IN DISCIPLINE STEM SONO MENO RISPETTO AGLI UOMINI

Una ragazza su sei ha conseguito la laurea in una materia scientifica. Per i ragazzi, la media è di un laureato su tre. Secondo il rapporto dell’Istat nel 2020, il 25% dei laureati ha conseguito una laurea in discipline STEM. Tra questi, la maggior parte sono uomini. I motivi sono molteplici, ma su tutti si mantiene saldo il pregiudizio sociale che vuole la donna meno portata a intraprendere determinati percorsi di studi. Uno stereotipo radicato in maniera subdola, e che fin dai primi cicli scolastici, nella prima infanzia, insinua il dubbio nelle studentesse che, tutto sommato, determinati percorsi davvero non facciano per loro. Un luogo comune difficile da smantellare, e gli ultimi dati lo dimostrano. Per capire fino a fondo il problema del gender gap nel mondo accademico, e come questo poi si traduca in ambito lavorativo, basta dare uno sguardo agli altri dati rilasciati dall’istituto statistico. Nel corso dello scorso anno, la crescita dei livelli di istruzione delle donne è stata simile a quella maschile – negli anni scorsi, invece, la crescita aveva interessato soprattutto l’istruzione femminile. Le donne che hanno almeno il diploma sono il 65%, gli uomini il 60,5%; e ancora, le donne con una laurea sono il 23% mentre gli uomini il 17%. Il vantaggio accademico femminile, tra l’altro più marcato rispetto alla media Ue, non si traduce però in un analogo vantaggio in ambito lavorativo.

I DATI SULL’ABBANDONO SCOLASTICO E IL DIVARIO CON L’UE

Lo scenario cambia ancora se si analizzano i dati riguardo l’abbandono scolastico. In Italia, solo nel 2020 circa 543mila giovani hanno lasciato precocemente gli studi. Nonostante siano lievemente meno rispetto l’anno precedente, la quota di giovani che non termina gli studi nel nostro Paese resta tra le più alte dell’Unione europea. Anche qui, il fenomeno interessa maschi e femmine in maniera diversa: i ragazzi che lasciano la scuola sono il 15%, mentre le ragazze il 10%. Il divario poi muta a seconda del territorio: 5 punti percentuali dividono Nord e Sud. Nel Mezzogiorno ad abbandonare gli studi è il 16% dei giovani, mentre al Settentrione il 10%. Di differenze si parla anche andando ad analizzare i livelli di istruzione di cittadini italiani e stranieri: la crescita infatti è a vantaggio dei primi. I gap non sono però solo una caratteristica interna alla Penisola. Livelli d’istruzione diversi infatti si attestano tra il nostro Paese e gli altri membri dell’Ue: in Italia solo il 20% della popolazione (in età compresa tra i 25 e i 64 anni) possiede una laurea, contro il 32,8% dell’Unione Europea.





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