Italia, Paese sempre più vecchio e con più stranieri, pubblicato dall'Istat il Censimento permanente della popolazione

Italia, Paese sempre più vecchio e con più stranieri, pubblicato dall'Istat il Censimento permanente della popolazione

Italia, Paese sempre più vecchio e con più stranieri, pubblicato dall'Istat il Censimento permanente della popolazione


15 dicembre 2020, ore 15:08 , agg. alle 16:49

Secondo lo studio dell'Istituto di statistica, relativo al 2019, i residenti sono 59,6 milioni, con una diminuzione di 175 mila unità, l'età media degli italiani è arrivata a 45 anni, con un aumento di 2 anni rispetto al 2011, gli stranieri hanno superato i 5 milioni e un italiano su due ha al massimo la licenza media

Pubblicato dall’Istat il Censimento permanente della popolazione, una vera e propria fotografia del nostro Paese, dove cresce l’età media, diminuisce la popolazione nel sud del Paese, e aumentano i cittadini stranieri. I dati dell’istituto di statistica sono relativi al 2019: al 31 dicembre la popolazione censita ammontava a 59.641.488 residenti, circa 175 mila in meno rispetto all’anno precedente, con un calo dello 0,3%, ma senza reali cambiamenti rispetto ai 59.433.744 residenti del 2011. Rispetto a 10 anni fa i residenti diminuiscono nel sud del Paese e nelle isole(-1,9 e -2,3%) , e aumentano nell’Italia centrale (+2%), così come al Nord (+1,6% nell'Italia Nord-orientale e +1,4% nell'Italia Nord-occidentale). Più di un italiano su due vive in 5 regioni: Lombardia (16,8%), Veneto (8,2%), Lazio (9,7%), Campania (9,6%) e Sicilia (8,2%). Il comune più grande è Roma, con i suoi 2.808.293 abitanti mentre Morterone, in provincia di Lecco, è il più piccolo, con soli 30 residenti. La componente femminile rappresenta il 51,3% del totale, complessivamente 30.591.392, 1.541.296 unità in più rispetto agli uomini. Il numero delle donne è anche legato all’invecchiamento della popolazione e alla maggiore speranza di vita delle italiane rispetto ai maschi.


Cresce il numero degli stranieri

Nei numeri dell’Istat si colgono anche i profondi cambiamenti della società italiana. Se infatti nel periodo tra il 2011 e il 2019 la popolazione con cittadinanza italiana è diminuita di 800.000 unità, i cittadini stranieri sono quasi un milione in più, con una crescita del 25,1%. Al 31 dicembre 2019 gli stranieri erano in Italia 5.039.637, con una crescita in tutte le regioni, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta


Italia paese sempre più vecchio

Cresce l’età media: è arrivata nel 2019 a 45 anni ed è cresciuta di 2 anni rispetto ai  43 anni del 2011. Il 53,5% della popolazione ha più di 45 anni, ma a crescere è stato anche l’indice di vecchiaia: “Il numero di anziani per bambino passa da meno di uno nel 1951 a cinque nel 2019 (era 3,8 nel 2011) e l'indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è notevolmente aumentato, dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (148,7% nel 2001)". È quanto si legge nel censimento, secondo cui il comune più giovane e Orta Atella, in provincia di Caserta, dove l’età media è di 35,3 anni. Il paese “più vecchio” è invece Fascia, in provincia di Genova, dove in media i suoi abitanti hanno 66 anni. La regione con la popolazione più giovane è invece la Campania (42 anni), poi il Trentino Alto Adige(43 anni) e Sicilia e Calabria (per entrambe 44 anni). Interessante notare che anche nel 1951 Liguria e Campania erano le regioni rispettivamente più anziana e più giovane, ma con un’età media di 13/ 14 inferiore a quella registrata lo scorso anno.


Italiani e istruzione

Secondo i dati dell’Istat, un italiano su due ha al massimo la licenza media mentre i laureati e le persone con diploma di alta formazione rappresentano il 13,9%. Il 35,6% dei residenti ha concluso la scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale; il 29,5% ha la licenza di scuola media e il 16% la licenza di scuola elementare. Ben il 4,6% dei residenti in Italia è analfabeta o non ha un titolo di studio. Importante notare che rispetto al 2011 diminuiscono le persone che non hanno concluso con successo un corso di studi: nel 2011 erano al 6%. Un buon segnale arriva anche da coloro che sono in possesso di un titolo di studio superiore: alla fine del 2019 si contavano infatti, ogni 100 individui,  36 diplomati, contro i 31 del 2011, e 14 laureati, contro gli 11 di 10 anni fa.


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