La Divina Commedia da Guinness, l'opera rivive in un foglio di 97 metri

La Divina Commedia da Guinness, l'opera rivive in un foglio di 97 metri

La Divina Commedia da Guinness, l'opera rivive in un foglio di 97 metri


22 gennaio 2020, ore 08:00

E' l'impresa dell'artista torinese Enrico Mazzone che per il momento ha scritto Inferno e Purgatorio: "Adesso mi sto dedicando al Paradiso, ci sono ancora 35 metri da fare"

Un rotolo di carta lungo 97 metri e alto 4, che pesa 276 chili. E' la materia su cui fa rivivere la Divina Commedia l'artista torinese Enrico Mazzone, 38 anni. Un'impresa folle, un sogno che ha cominciato a diventare realtà a fine 2016 a Rauma, in Finlandia, dove a Mazzone è stato regalato l'enorme rotolo di carta e dove è stato ospitato in diversi studi che gli hanno consentito di srotolarlo per cominciare a comporre l'opera che include le tre cantiche dantesche, Inferno, Paradiso e Purgatorio. Il lavoro è stato realizzato a matita: 6.240 quelle utilizzate di cui Mazzone ha conservato i moncherini "perché vorrei condividerli nel segno della passione" ha detto. "Ho terminato l'Inferno e il Purgatorio, adesso mi sto dedicando al Paradiso, ci sono ancora 35 metri da fare e c'è la possibilità di completare l'opera a Ravenna grazie all'interesse del gallerista Marco Miccoli che si sta occupando di vari eventi per le celebrazioni di Dante 2021" racconta l'artista, classe 1982, laureato all'Accademia di Belle Arti di Torino in scenografia teatrale. "Ma ho sempre avuto la passione per il disegno iconografico e la mitologia" spiega Mazzone che in questi giorni è in Italia ed è arrivato a Rauma con una borsa di studio per una residenza d'artista. Prima era stato in Islanda e poi in Groenlandia. "L'unica vera sfida", continua l'autore, "è stato operare su formati titanici dopo aver fatto schizzi e bozze su fogli A3. Prima ho fatto le sagome e poi le ho puntinate. Non ho visto il disegno completo dei 62 metri finora realizzati e anche per me alla fine sarà una sorpresa la visione d'insieme". Ci sono cammei di Beatrice, di Paolo e Francesca, di Virgilio, Penelope, del Conte Ugolino e poi di Caronte, di Filippo Argenti, di Cerbero, Plutone, Orfeo, Minosse. L'ispirazione artistica in questo caso deve fare i conti con i problemi logistici. "Il trasporto non è semplice: può avvenire via terra e si potrebbe creare un evento nell'evento con il trasferimento su un camion da Rauma a Ravenna. Oppure si può trasportare via mare", spiega l'artista che non ha mai smesso di credere in questo progetto. E ora, dopo l'istituzione del "Dantedì" e le celebrazioni nel 2021 per i 700 anni della nascita del Sommo Poeta, l'operazione acquista ogni giorno sempre maggiore attenzione. "Mi sono permesso qualche licenza poetica", ha aggiunto Mazzone. "Ho seguito due binari. la sequenza delle varie cantiche, i gironi dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso e poi un unico piano orizzontale visivo. Sono stato tenace, ma ho grandi dubbi e incertezze. Più volte ho pensato 'non ne esco vivo', ma adesso il più è stato fatto e sono ad un punto cruciale, lo devo finire" sottolinea. Ma alcune certezze le ha: "Non lo vedo certo esposto in una parete unica, piana, dove occuperebbe 100 metri ma al centro di una stanza, come un ciclorama che avrebbe un raggio di 37 metri, una struttura alla quale si possa girare intorno" dice.