La scuola italiana potrebbe perdere un milione e mezzo di studenti nei prossimi dieci anni

La scuola italiana potrebbe perdere un milione e mezzo di studenti nei prossimi dieci anni

La scuola italiana potrebbe perdere un milione e mezzo di studenti nei prossimi dieci anni


04 maggio 2021, ore 19:00

La stima è stata riportata dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi in audizione in Parlamento

Chiunque si sia insediato a Palazzo Chigi dalla nascita della Repubblica ha sempre incluso tra le sue priorità di governo interventi inerenti il mondo della scuola. Questo perché è ormai chiaro come l'istruzione della fascia più giovane della popolazione sia un asset più che strategico per garantire un futuro al Paese. Con le migliori intenzioni dei governi che negli anni si sono susseguiti, le riforme del mondo della scuola hanno sempre suscitato grande dibattito nell'opinione pubblica, non solo all'interno di quella fetta di popolazione direttamente interessata dalle riforme stesse. E con l'insediamento dell'esecutivo Draghi ancora una volta il governo italiano si è impegnato a intervenire fattivamente per colmare lacune che storicamente accompagnano la scuola italiana. Il tutto nel vortice di una pandemia contro cui saremo costretti a combattere ancora per mesi, se non anni. Alcuni di questi interventi sono stati sottoposti al Parlamento dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi delineando le proprie linee programmatiche in audizione alle commissioni congiunte Istruzione del Senato e Cultura della Camera.

Le risorse e le riforme

Tra le tante cose che le studentesse e gli studenti italiani hanno imparato negli ultimi tempi è che molto spesso la scusa del "non ci sono soldi" non regge più. Perché se è vero che gli istituti scolastici spesso faticano a portare avanti tutti i loro progetti con i fondi che il ministero eroga loro, è altrettanto vero che parecchi di questi fondi il nostro Paese non sa spenderli. "Le risorse non sono sufficienti, ma oggi abbiamo 4,6 miliardi" ha dichiarato Bianchi. "Dobbiamo avere la capacità di spenderli lavorando sulle risorse già disponibili ma inutilizzate". Uno dei principali ostacoli ad un utilizzo intelligente dei soldi a disposizione è sicuramente un apparato burocratico complesso che l'Italia porta con sé da anni. Il ministro Bianchi ha manifestato l'esigenza di una riforma del ministero da lui presieduto, nonché della sua governance: "Così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Vanno rafforzate le strutture del sistema scolastico".

Le stime per il futuro

Altro tema che il nostro Paese dovrà necessariamente affrontare a stretto giro è la denatalità, causa diretta della diminuzione degli alunni nei prossimi anni. La stima che il ministro Bianchi ha riportato in audizione non è confortante: "Nei prossimi dieci anni avremo un milione e quattrocentomila ragazzi in meno". Il tutto mentre si ragiona del numero di studenti per ogni classe: "Avremmo dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e per aumentare il tempo scuola". E su quei docenti in situazione di precariato Bianchi assicura che è in corso un ragionamento con il ministero dell'Economia per garantire loro stabilità, anche grazie alla "programmazione delle uscite degli insegnanti conosciute in anticipo grazie alle stime dell'Inps".

Orientamento e specializzazione

Scopo della scuola, a detta del ministro Bianchi, sarà anche quello di garantire flessibilità rispetto all'evolversi delle richieste del mercato professionale, in particolare all'interno degli istituti tecnici, ancora troppo poco frequentati eppure fondamentali in un'ottica di dialogo con il territorio e con il mercato per fornire alle studentesse e agli studenti le competenze che più saranno richieste loro. "Dobbiamo fare di più sulla riforma dell'orientamento, non lasciare famiglie e ragazzi soli; dobbiamo legare di più i cicli e gli ordini di scuola nel tempo: laurea anche triennale, ITS con dignità e forza, percorsi di apprendistato o di esperienza all'estero, percorsi di volontariato, devono essere opzioni possibili e visionate per tempo".


Argomenti

  • Patrizio Bianchi
  • Scuola
  • Studenti