Mancano infermieri in pediatria, sale il rischio mortalità

Mancano infermieri in pediatria, sale il rischio mortalità

Mancano infermieri in pediatria, sale il rischio mortalità


19 giugno 2019, ore 09:00

Secondo il rapporto presentato dalla Fnopi, il personale salta riposi e ferie e, per questo, il 32% soffre della sindrome da esaurimento emozionale

Secondo gli standard di sicurezza internazionali, ogni infermiere dovrebbe seguire 4 pazienti, tuttavia la media negli ospedali pediatrici italiani è di un infermiere per 6,6 pazienti: 2,6 pazienti in più del previsto. Secondo la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), "per ogni paziente extra il rischio di mortalità a 30 giorni aumenta del 7%. Con due pazienti e mezzo in più arriva al 17-18%. Sommando questi dati alle attività infermieristiche mancate, che vengono calcolate come pari al 5%, si aggiunge un ulteriore 8% di rischio di mortalità che porta a un numero allarmante: la previsione del rischio arriva infatti al 25-26%". Le stime emergono dal primo studio mai realizzato sull'argomento, presentato ieri in Senato, e realizzato da 12 aziende ospedaliere pediatriche aderenti all'Aopi, l'Associazione degli Ospedali pediatrici Italiani che aderisce alla Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie pubbliche. "Se in Italia queste proiezioni non si sono tradotte in realtà è perché il management ospedaliero fa scelte tampone con meccanismi di compensazione: gli infermieri fanno turni più lunghi, continui straordinari, saltano i riposi e pure le ferie. Ma tutto questo si ritorce contro il personale che presenta livelli di stress altissimi", spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi. La ricerca realizzata dal Gruppo di studio italiano RN4CAST@IT-Pedei infatti indica che il 32% degli infermieri è finito nell'area del 'burnout', la sindrome da esaurimento emozionale. Non solo: il 25% degli infermieri vorrebbe lasciare perché "il carico di lavoro è troppo pesante e non si riesce a seguire i pazienti come si dovrebbe".