Manovra, Confindustria è critica sul taglio delle tasse: è poco. E la Lega vuole detassare le ostriche

Manovra, Confindustria è critica sul taglio delle tasse: è poco. E la Lega vuole detassare le ostriche

Manovra, Confindustria è critica sul taglio delle tasse: è poco. E la Lega vuole detassare le ostriche


Dura pure la leader di Fdi, Giorgia Meloni: “La legge di bilancio è deludente, manca una visione. E c'è un'ulteriore compressione della possibilità del Parlamento di discutere del testo più importante dell'anno: il governo Draghi è francamente intollerabile”

Come da scaletta, si sono conclusi gli incontri del premier Draghi con i partiti in vista del cammino in Parlamento della manovra economica. Ultimi appuntamenti con Coraggio Italia, Italia viva e Leu. Ma a sorpresa è giunto l’affondo del presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “Il Mef ha abdicato al suo ruolo di indirizzo politico, lasciando otto miliardi sul tavolo ai partiti per decidere come suddividerseli”. Domani intanto convocati di nuovo i sindacati a Palazzo Chigi.


La sfida

"Se ci fosse una chiusura totale da parte del governo sulle nostre proposte, questo alzerebbe anche il livello della nostra opposizione". E' la sfida che ha lanciato da via della Scrofa anche la leader di FdI, Giorgia Meloni, presentando con una conferenza stampa gli emendamenti del suo partito alla legge di bilancio. In totale 785 proposte di correzione, su - ci tiene a sottolinearlo - "un totale di 6.290 emendamenti, di cui ben 5.505 presentati dai partiti della maggioranza, che si fa opposizione da sola". Emendamenti che muovono da una valutazione generale negativa della manovra, sia dal punto di vista del metodo che del merito. Per il metodo, Meloni ha sottolineato che "c'è un'ulteriore compressione dei lavori parlamentari, della possibilità del Parlamento di discutere il provvedimento di legge più importante dell'anno e l'atteggiamento del governo Draghi sta diventando francamente intollerabile". "Si procede - ha proseguito - quasi esclusivamente con le questioni di fiducia, con l'impossibilità di discutere proposte emendative e si pretende di lavorare quasi esclusivamente con ordini del giorno. In quella che rimane una Repubblica parlamentare - ha concluso - il Parlamento non esiste". Per quanto riguarda il merito, la presidente di FdI è partita dall'aspetto più centrale del provvedimento, vale a dire il taglio delle tasse: "La legge di bilancio - ha detto - è nel complesso deludente, manca una visione. Riguardo gli otto miliardi destinati al taglio delle tasse, penso che per avere un impatto reale bisogna concentrarli il più possibile, perché sembrano tanti ma non lo sono. Noi avevamo chiesto che tutte le risorse andassero sul taglio del cuneo contributivo, una scelta che favorisse quindi lavoratori e aziende. Altrimenti il taglio delle tasse rischia di impattare in maniera minimale".


Il dl fisco

Nel frattempo, dopo il via libera delle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato, il decreto fiscale è in Aula. Approvata la mini-proroga per le cartelle e la possibilità di cumulo tra assegno di invalidità e reddito da lavoro. E l'istituzione di un fondo per genitori separati messi in crisi dalle conseguenze del Covid che riceveranno un aiuto economico fino a 800 euro al mese. Soddisfatto Salvini, primo firmatario dell'emendamento. Sul ripristino dell'assegno di invalidità per invalidi parziali che lavorano, per il ministro Orlando (Pd) è stata "corretta un'ingiustizia".


Le ostriche

I partiti insomma sono all'assalto della manovra con 6.290 emendamenti: e anche Mario Draghi deve assistere alla scena più western della politica italiana, coi gruppi parlamentari aggrappati alla diligenza della legge di bilancio, determinati a strappare un brandello di finanziamento per questo o quel capitolo di spesa, questo o quel gruppo di interesse. Nella selva di richieste depositate a Palazzo Madama torna anche la proposta di detassare le ostriche. L'impresa, già tentata e fallita due anni fa, riappare ora con un emendamento della Lega che propone di cancellare l'esclusione dei preziosi molluschi da quelli che non usufruiscono del regime Iva agevolato al 10 per cento. La modifica, a firma di Bergesio, Vallardi ed altri senatori leghisti, prevede la soppressione delle parole "e ostriche" dalla tabella del Dpr che fissa le agevolazioni dell'imposta (n.633/72). Nell'elenco si legge che l'Iva al 10 per cento vale per "crostacei e molluschi compresi i testacei (anche separati dal loro guscio o dalla loro conchiglia), freschi, refrigerati, congelati o surgelati, secchi, salati o in salamoia, esclusi astici, aragoste e ostriche". Con la modifica proposta dal Carroccio anche gli ambiti crostacei accedono alla detassazione. Nel palmares leghista dei cibi esclusivi, i prestigiosi molluschi staccano aragoste e astici, che invece restano tra i cibi tassati. E dunque proibiti. Non pervenuti emendamenti a favore delle più popolari cozze.


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