Meloni, sul Mes mostra il fax con il sì di Di Maio. E al Pd: “Mettete prima gli interessi di partito”

Meloni, sul Mes mostra il fax con il sì di Di Maio. E al Pd: “Mettete prima gli interessi di partito”

Meloni, sul Mes mostra il fax con il sì di Di Maio. E al Pd: “Mettete prima gli interessi di partito” Photo Credit: Agenzia Fotogramma


E la premier in Senato per la prima volta si sbilancia sul nuovo patto di stabilità, affermando che non si può escludere nessuna delle scelte, compresa quella di porre il veto. “Anche se si vede qualche spiraglio in una trattativa che resta comunque complessa”

E' la prima volta che lo dice in maniera così esplicita. E anche se, in premessa, spiega che si "vede qualche spiraglio" in una trattativa che resta comunque "complessa", Giorgia Meloni in Senato si sbilancia: sul nuovo patto di stabilità - afferma - non si può escludere nessuna delle scelte, compresa quella di porre il veto. Come la pensa lo ha ribadito a più riprese in questi due giorni in cui ha riferito alle Camere in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì.


L’odg

Formalmente il punto non è all'ordine del giorno (odg) del vertice di Bruxelles - se ne riparla al prossimo Ecofin a ridosso di Natale - ma l'argomento resta convitato di pietra di qualsiasi ragionamento che coinvolga i leader dell'Unione in questa fase. L'idea della premier è che sia meglio avere una Italia isolata che una Italia danneggiata. E che, dunque, non si possa accettare delle condizioni che si sa già di non poter rispettare. "Credo - sottolinea - si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l'Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso per far ragionare i miei omologhi. Quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi, ma ad una strategia".


La replica

Meloni torna sull'argomento dopo il dibattito dei senatori sulle sue comunicazioni. E, proprio come accaduto ieri a Montecitorio, è durante la replica che diventa più diretta e infervorata. E, soprattutto, che lancia frecciate, in alcuni casi bordate, alle opposizioni. Una concitazione tale che ieri ha portato a quello che fonti di governo derubricano a misunderstanding e che invece l'opposizione ritiene un siluro in piena regola contro il suo predecessore, ovvero quel riferimento polemico allo scatto di Draghi sul treno per Kiev con Scholz e Macron e alla politica estera che non è farsi le foto ma portare a casa i risultati. La presidente del Consiglio ne approfitta per spiegare che il suo non era affatto un attacco all'ex presidente della Bce, verso il quale c'è anzi "rispetto", ma una critica al Pd. "C'è stata un'Italia - dice - che in passato ha ritenuto che tutto il suo ruolo dovesse essere quello di aspettare e vedere quel che facevano Francia e Germania e accodarsi sperando di infilarsi in una foto".


Il PD

Non è l'unico attacco che rivolge in maniera esplicita al Partito Democratico. La premier accusa i Dem di "anteporre gli interessi di partito agli interessi complessivi della Nazione": la prova, a suo dire, è nelle critiche al premier albanese Edi Rama per l'accordo sui migranti con annessa ipotesi di farlo cacciare dal Pse. "Mi pareva che accogliere i migranti fosse compatibile con i valori della sinistra, voi l'avete fatto una vita e non vi hanno cacciato dal Partito socialista". Ma il vero colpo di teatro è quello riservato al Movimento Cinque Stelle. D'altra parte, già ieri - prima del suddetto riferimento a Draghi - il piatto forte della replica a Montecitorio doveva essere l'accusa a Conte di aver dato l'ok alla modifica del Mes "con il favore delle tenebre" e quando l'esecutivo da lui guidato era già in carica per gli affari correnti. Giorgia Meloni mostra ai senatori il fax con la firma dell'allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. "Capisco il vostro imbarazzo ma questo foglio - incalza la premier - dimostra la poca serietà di un governo che mentre faceva gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo".


Argomenti

DiMaio
Meloni
Mes
PD
Senato

Gli ultimi articoli di Alberto Ciapparoni

  • Europee, Meloni vs Schlein, ma non solo. Ecco tutti i big in corsa:  da Vannacci a Sgarbi, out Salvini

    Europee, Meloni vs Schlein, ma non solo. Ecco tutti i big in corsa: da Vannacci a Sgarbi, out Salvini

  • Europee, “Usa il tuo voto, non lasciare che gli altri decidano per te”. Al via la campagna del PE

    Europee, “Usa il tuo voto, non lasciare che gli altri decidano per te”. Al via la campagna del PE

  • 25 aprile, il monito del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Essere uniti nell’antifascismo è un dovere”

    25 aprile, il monito del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Essere uniti nell’antifascismo è un dovere”

  • Premierato, dai limiti dei mandati alle dimissioni: dalla Commissione via libera alle modifiche alla riforma

    Premierato, dai limiti dei mandati alle dimissioni: dalla Commissione via libera alle modifiche alla riforma

  • Patto stabilità, Gentiloni soddisfatto dal sì dell’Europarlamento, ma solo 3 italiani votano a favore

    Patto stabilità, Gentiloni soddisfatto dal sì dell’Europarlamento, ma solo 3 italiani votano a favore

  • Elezioni; in Basilicata centrodestra verso la vittoria; Europee, dietrofront di Schlein sul nome nel simbolo

    Elezioni; in Basilicata centrodestra verso la vittoria; Europee, dietrofront di Schlein sul nome nel simbolo

  • G7, da Capri appello dei Ministri degli Esteri a “spegnere il fuoco” e “impegno per la difesa ucraina”

    G7, da Capri appello dei Ministri degli Esteri a “spegnere il fuoco” e “impegno per la difesa ucraina”

  • Riforme, martedì l’ultimo round in Commissione, il premierato sarà in aula al Senato ad inizio maggio

    Riforme, martedì l’ultimo round in Commissione, il premierato sarà in aula al Senato ad inizio maggio

  • Rating: l’Italia alla prova del giudizio delle agenzie, comincia S&P venerdì, seguiranno Fitch e Moody’s

    Rating: l’Italia alla prova del giudizio delle agenzie, comincia S&P venerdì, seguiranno Fitch e Moody’s

  • Europa, il ritorno di Mario Draghi: “Occorrono cambiamenti radicali, l’Unione deve essere davvero unita”

    Europa, il ritorno di Mario Draghi: “Occorrono cambiamenti radicali, l’Unione deve essere davvero unita”