Migranti, c’è la quadra sul Patto europeo. La Germania ritira l’emendamento e Meloni canta vittoria

Migranti, c’è la quadra sul Patto europeo. La Germania ritira l’emendamento e Meloni canta vittoria

Migranti, c’è la quadra sul Patto europeo. La Germania ritira l’emendamento e Meloni canta vittoria Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Intanto fra le opposizioni prove di intesa sulla sanità: verso una piazza unitaria a novembre. La leader PD Schlein: “Pure sul salario minimo partivamo da proposte diverse, ma abbiamo messo insieme un testo talmente forte da costringere il governo a riceverci”

Il vertice della Comunità politica europea (Cpe) che si terrà domani a Granada, in Spagna, sarà il secondo cui parteciperà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo quello del primo giugno scorso tenutosi a Bulboaca, in Moldova. Ovviamente a margine vi sarà ampio spazio per incontri bilaterali: come ampiamente anticipato il più atteso è certamente quello fra la premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz incentrato sul tema dei finanziamenti tedeschi alle Ong. Il colloquio, ancora da confermare, si svolgerà in un clima più sereno rispetto agli ultimi giorni visto che questa mattina è stato raggiunto un accordo sul nuovo Patto di migrazione e asilo dell'Ue che tiene pienamente conto delle istanze poste dall'Italia. Ed è stato trovato dopo che la Germania ha accettato di tornare al testo formulato a luglio: sparisce dunque ogni riferimento alle operazioni condotte dalle Ong. Contrarie comunque Polonia e Ungheria. La svolta è avvenuta, secondo fonti qualificate, anche grazie ad una interlocuzione telefonica tra Giorgia Meloni e Scholz, il cancelliere tedesco. Proprio la nostra premier ai microfoni di Sky ha dichiarato "che ha vinto la posizione italiana", spiegando che "l’emendamento tedesco era un passo indietro, e che non possono essere gli scafisti a decidere gli ingressi", e aggiungendo "che in Europa la vera isolata è la sinistra, non l’Italia".


Schlein

Intanto nonostante le tensioni sulla Rai, nonostante i botta e risposta sui migranti, nonostante l'incombere delle elezioni europee renda sempre più tesi i rapporti all'interno dell'opposizione, Elly Schlein è convinta che una possibilità di riunire i partiti della minoranza parlamentare attorno a un tavolo sulla sanità esista ancora. "Pensiamo che ci siano le condizioni per lavorare con le altre opposizioni sulla sanità perché lo scempio dello smantellamento della sanità pubblica che sta facendo il governo è qualcosa che ci preoccupa tutti", dice la segretaria del Pd a margine della segreteria nazionale convocata proprio per tracciare la road map verso la legge di bilancio.


La road map

Una road map che è parlamentare, ma anche di piazza. Questo sabato Schlein dovrebbe essere in piazza con la Cgil a difesa della Costituzione. Sarà poi la volta dei Dem mettere in campo la loro capacità di mobilitazione proprio attorno alle proposte per difendere la sanità pubblica. Questa mattina, a margine della segreteria, una delle ipotesi era di tenere la manifestazione l'11 novembre a Roma. Poche certezze anche sulla piazza: il dilemma è se andare sul sicuro con una piazza piccola, ma facile da riempire, o rischiarsela con una piazza grande, come Piazza del Popolo, più grande ma con il vantaggio di essere nel pieno dello "struscio" del fine settimana capitolino.


La Direzione

Più dettagli arriveranno domani, nel corso della Direzione nazionale convocata per le 14. Nel frattempo, il Pd - con la responsabile salute della segreteria, Marina Sereni - prosegue nello sforzo di tenere aperto il dialogo con i partner dell'opposizione. Partner poco collaborativi, al momento. Giuseppe Conte protesta per il metodo utilizzato dalla segretaria: "Sulla sanità stiamo mettendo a fuoco le nostre proposte e poi ci confronteremo. Certo, se uno va prima in tv a dire 'queste sono le nostre proposte', non può funzionare così", dice Giuseppe Conte. Non meno caustico è Carlo Calenda: "Abbiamo fatto un piano, lo abbiamo condiviso con il Pd, lo abbiamo mandato a Meloni, poi il Pd è sparito. Ieri ho sentito Schlein, le ho detto 'c'è la legge di bilancio, sediamoci e scriviamo una proposta comune delle opposizioni'".


I toni

Al di là dei toni, dunque, le possibilità di mettere insieme una proposta, pdl o pacchetto di emendamenti alla manovra, c'è ancora. D'altra parte, ricorda Schlein, "anche sul salario minimo non partivamo dal nulla. Partivamo da quattro proposte diverse delle opposizioni. Abbiamo messo insieme una proposta talmente forte da costringere Giorgia Meloni e il governo a riceverci a Palazzo Chigi". Questo lo schema che Schlein vorrebbe rimettere in campo per ripetere quel successo. "I dialoghi nella opposizione sono in corso da molto tempo sulla sanità, il Pd continuerà a lavorare in questa direzione perché è una emergenza per il Paese", assicura la leader dem. L'obiettivo del Pd è arrivare a venti miliardi di euro in investimenti in da qui a cinque anni, quattro miliardi l'anno che riporterebbero la spesa per la sanità pubblica al 7,5 per cento del Pil. Perché, oltre ai tagli effettivi, è la mancanza di investimenti a fronte dell'aumento dell'inflazione il segno, per Schlein, della volontà del governo di affossare la sanità pubblica.



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