Trapani, le mamme a una vu cumprà: "Lasciaci la bimba mentre lavori"

Trapani, le mamme a una vu cumprà: "Lasciaci la bimba mentre lavori"

Trapani, le mamme a una vu cumprà: "Lasciaci la bimba mentre lavori"


25 agosto 2019, ore 12:43 , agg. alle 20:58

La storia, raccontata su Facebook da una delle protagoniste, sta facendo il giro del web

Siamo a Trapani, in spiaggia. Una venditrice ambulante gira per gli ombrelloni vendendo i suoi prodotti. Ha una cesta di vimini appoggiata sul capo. Sulla schiena, invece, avvolta in una fascia che la tiene ben stretta a sé, c’è la sua bimba di tre anni. Due madri, che in quel momento si trovavano in spiaggia, hanno fermato la donna e le hanno proposto di lasciare la bimba con loro. “Vai a lavorare tranquilla, a lei pensiamo noi”, hanno detto. La venditrice ambulante ha accettato, e così la piccola ha trascorso diverse ore pranzando con le due bagnanti e gli altri bambini, mentre sua madre si guadagnava da vivere lungo la spiaggia. Il gesto, raccontato su Facebook da una delle protagoniste, Desirè Nica, e rilanciato dal blogger Lorenzo Tosa, ha fatto il giro del web e continua ad emozionare. “Trapani, ore 13 di un’ordinaria giornata d’estate – si legge -. All’orizzonte spunta uno dei tanti ambulanti africani che affollano le spiagge italiane. Solo che stavolta è donna. Solo che stavolta è mamma. Sulla testa porta una cesta enorme, pesantissima, e dietro, legata ad una fascia, la sua bambina. Avrà 2 anni e mezzo, forse 3. Chissà da quante ore se ne sta lì, rannicchiata sulla schiena della mamma, sotto il sole”. Poi il seguito: “Un gruppo di altre mamme, che hanno assistito alla scena, si avvicina alla donna. ‘Vai pure - le dicono - Vai pure a lavorare tranquilla. A tua figlia ci pensiamo noi’. E ci hanno pensato davvero. È finita così, con la piccola che ha mangiato insieme a tutti loro al ristorante, ha giocato sul bagnasciuga insieme ai figli, fatto e preso gavettoni con i bimbi della spiaggia. Perché lei quello è: una bimba della spiaggia, proprio come ognuno di loro. E, per qualche ora, è sembrata la cosa più normale del mondo”.