Def, la maggioranza rimedia allo scivolone e dà il via libera, Giorgia Meloni: “L’economia va molto bene”

Def, la maggioranza rimedia allo scivolone e dà il via libera, Giorgia Meloni: “L’economia va molto bene”

Def, la maggioranza rimedia allo scivolone e dà il via libera, Giorgia Meloni: “L’economia va molto bene”


Intanto l’Italia, nel primo trimestre del 2023, cresce più della Germania e della Francia. Il Pil è aumentato dello 0,5%, mentre quello tedesco è rimasto fermo e quello francese è cresciuto dello 0,2%: così una stima preliminare flash pubblicata da Eurostat

Alla fine il tanto sospirato doppio sì da parte delle Camere è arrivato: dopo lo scivolone di ieri della maggioranza il Parlamento ha approvato lo scostamento di bilancio e il Def. Al Senato i voti favorevoli sono stati 112, 57 contrari e nessun astenuto. Alla Camera i provvedimenti sono passati con 221 a favore, 115 i contrari. Ma nell’Aula di Montecitorio momenti di preoccupazione per il leader dei Verdi Angelo Bonelli, che ha avuto un malore dopo il suo intervento, e bagarre dopo che il capogruppo di FdI Foti ha attaccato l'opposizione e il Pd ha abbandonato la seduta.


Foti

«Noi chiediamo scusa agli italiani e al presidente del Consiglio per quanto è accaduto». Tommaso Foti, capogruppo di FdI, festeggia il suo compleanno (63 primavere) con un intervento alla Camera all'indomani della bocciatura del Def che ha provocato l'ira di Giorgia Meloni e lo sconforto del ministro Giancarlo Giorgetti. Una brutta figura arrivata per le troppe assenze (45 in tutto, solo in parte giustificate) che hanno fatto andare sotto la maggioranza. Foti porge le sue scuse («non perché ci sono state chieste, ma perché lo riteniamo un dovere» precisa) con parole che sono riuscite lì per lì anche a strappare gli applausi dell'opposizione. Ma l'aria d'intesa dura poco. Subito dopo, il deputato piacentino - che ha ereditato il ruolo di capogruppo da Francesco Lollobrigida ed è entrato in Fratelli d'Italia sin dalla sua fondazione nel 2012 - torna ad attaccare l'opposizione col piglio di chi non teme polemiche. «Noi questo spettacolo non lo avevamo mai dato. FdI ha sempre cercato di concorrere nel massimo possibile alle presenze» rivendica. «Ma sento dire che abbiamo fatto il ponte del 25 aprile: consiglierei all'opposizione di guardare le sue assenze, non esiste il ponte per la maggioranza e per l'opposizione, ma un comune senso di responsabilità», dice. E poi la stoccata finale: «Chi ci viene a dare lezioni di istituzioni guarda caso proprio ieri ha scelto l'Aventino in Commissione Giustizia solo perché si era presentato il sottosegretario Delmastro nel pieno delle sue funzioni».


La bagarre

È a questo punto che le forze di minoranza insorgono e in Aula scoppia la bagarre: il presidente Fontana cerca di calmare gli animi, richiama all'ordine i deputati, a partire dallo stesso Foti che nel frattempo continua a parlare, ma le sue parole vengono coperte dalle proteste e dai cori. «Ma che dici? Smettila» urlano dall'opposizione. Anche Debora Serracchiani del Pd protesta con forza e si scontra con Foti che le rimprovera di aver chiesto le dimissioni di Delmastro per la sua assenza di ieri al voto del Def. «Peccato che alla fine l'unica che si è dimessa è stata lei» dice. Immediata la reazione dei deputati del Pd che iniziano a lasciare l'Aula mentre dai FdI si alza il coro «Fuori, Fuori!». Nel frattempo Nico Stumpo del Pd, già richiamato all'ordine da Fontana, si avvicina verso i banchi di FdI con i commessi costretti a intervenire. Poi si giustifica: «Sono sceso giù in aula e ho detto a Foti che stavano sbagliando, sono loro che hanno esagerato». Anche Serracchiani se la prende con il capogruppo FdI: «Al collega Foti va il premio di urlatore del giorno. Spero sia soddisfatto del suo show. Per il futuro spero che impari a tenere un contegno meno sgangherato ed eviterà altri attacchi personali che non onorano la Camera».


I quorum

Quando la seduta riprende, il Pd torna in Aula. E Foti torna a parlare. E stavolta prende di mira i meccanismi parlamentari che ha imparato a conoscere bene. Dopotutto è stato eletto alla Camera per la prima volta nel 1996 con il Pdl (in quota An) e ha conservato il seggio sino ad oggi con un'unica «pausa» dal 2013 al 2018: «Non possiamo dimenticare che alcuni quorum funzionali per le votazioni, stabiliti quando la Camera era di 630 componenti, sono rimasti immutati nonostante la Camera ora sia composta da 400 deputati e questo è riferito soprattutto agli incarichi di governo». Parole che riaccendono le proteste dell'opposizione, vistose e rumorose. Lui replica: «Guardate che la ruota gira e il problema, speriamo il più tardi possibile, si potrà riproporre anche per voi».


Pil

Intanto l’Italia, nel primo trimestre del 2023, cresce più di Germania e Francia. Il prodotto interno lordo (Pil) è aumentato dello 0,5%, mentre quello tedesco è rimasto fermo e quello francese è cresciuto dello 0,2%. È quanto emerge da una stima preliminare flash pubblicata da Eurostat. «Tra le maggiori economie dell’Ue, risultati migliori del previsto si registrano soprattutto per l’Italia e la Spagna, con lo 0,5%. Si tratta di notizie incoraggianti, che mostrano un’economia europea che continua a mostrare una certa resistenza in un contesto globale difficile», ha dichiarato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, commentando nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo informale la crescita nel primo trimestre del pil nell’Eurozona e nell’Ue «migliore del previsto». Esulta la nostra premier Giorgia Meloni: “Basta Tafazzi, l’economia italiana va molto bene”.


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