Foibe, il paragone con la Shoah scatena la polemica e il ministro Bianchi corregge il tiro

Foibe, il paragone con la Shoah scatena la polemica e il ministro Bianchi corregge il tiro

Foibe, il paragone con la Shoah scatena la polemica e il ministro Bianchi corregge il tiro


Una circolare del Capo Dipartimento del dicastero dell'Istruzione per il giorno del ricordo provoca la reazione indignate dell'Anpi e del centrosinistra. Dal loro canto il premier Draghi e il Presidente Mattarella fanno appello ad una memoria condivisa

"Il Giorno del ricordo e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a capire che la categoria umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella degli italiani. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla categoria degli ebrei". Questa frase, che equipara le foibe alla Shoah, contenuta in una circolare del Capo Dipartimento del ministero dell'Istruzione da inviare alle scuole nel giorno del ricordo, scatena la polemica politica e la reazione indignate dell'Anpi: "Chiediamo urgenti lumi al Ministro dell'Istruzione su questa comparazione che consideriamo storicamente aberrante e inaccettabile", scrive l'Associazione partigiani in un post.


Bianchi

E il ministro dell’Istruzione stesso, Patrizio Bianchi, corregge il tiro: «Ogni dramma ha la sua specificità, e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore», scrive Bianchi in un comunicato ufficiale dopo aver telefonato alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e al presidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), Gianfranco Pagliarulo, ricordando che il ministro e il ministero sono da sempre fortemente impegnati, e continueranno a esserlo, nella memoria della Shoah.


I partiti

Contro il contenuto della circolare del ministero si scaglia il Pd con Emanuele Fiano, secondo cui "nel profondo cordoglio che tutta l'Italia deve per l'orribile tragedia delle Foibe e nel grandissimo rispetto che oggi celebriamo col Giorno del Ricordo, il paragone che un documento del Ministero dell'Istruzione fa tra progetto di sterminio totale del popolo ebraico e il massacro delle Foibe ad opera delle truppe titine è totalmente sbagliato". "E' grave che un simile grave errore storico sia portato avanti proprio dal Ministero dell'Istruzione", conclude Fiano. "Di fronte al massacro delle Foibe e all'esodo di migliaia di vicini, frutto di un nazionalismo malato e della tragedia della guerra, serve rispetto, memoria, rigore storico. Ogni anno si ripete il solito copione della destra di questo Paese di equiparare questo massacro all'unicità della tragedia della Shoah, come se così si potessero edulcorare i crimini del fascismo e del nazismo in un indistinto calderone. Un'operazione cinica e strumentale che non c'entra nulla con il rispetto del dolore e con la verità storica", aggiunge Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana. Anche Osvaldo Napoli, deputato di 'Coraggio Italia', parla di "profonda amarezza e sorpresa per il paragone, del tutto inappropriato e fuorviante, fra la Shoah e la tragedia delle Foibe. Confondere la millenaria persecuzione del popolo ebraico, vittima del genocidio nazi-fascista, con la violenza del nazional-comunismo del maresciallo Tito è un'offesa rivolta ai cittadini ebrei sopravvissuti allo sterminio". Pure il M5S boccia la circolare del Ministero dell’istruzione perché «induce in errore ed è frutto di evidente mancanza di conoscenza storica. Inoltre strizza l’occhio alla destra estrema e radicale che spesso si è avventurata nell’ardito tentativo di creare - per ragioni di propaganda - un parallelismo tra il genocidio degli ebrei e i massacri avvenuti sul confine orientale durante e alla fine della Seconda guerra mondiale». Per Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera, la circolare «è un obbrobrio storiografico e didattico. Alimentare una sorta di parificazione tra la Shoah e le Foibe è sbagliato sotto ogni profilo e sottovaluta in maniera inaccettabile le differenze profonde tra il genocidio degli ebrei e la tragica vicenda degli infoibati».


Amnesty

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, sottolinea: «Da persona che ha studiato tanto la guerra dei Balcani degli anni Novanta, dico poi che non si possono mettere nella stessa frase 6 milioni di ebrei e 8 mila musulmani». E sulla polemica politica che si apre annualmente in occasione del Giorno del Ricordo, osserva che «il risultato finale è quello di introdurre sempre paragoni o stabilire criteri di gravità maggiore o minore. Ma quando si fanno comparazioni del genere si compie un errore in origine». Il portale dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), Moked.it, parla di circolare «sconcertante» rimarcando come, fermo restando il dovere di opporsi a ogni barbarie...cadere in grossolane mistificazioni» rischia «di vanificare il lungo e paziente lavoro sulla Memoria condotto anche grazie all’impegno dello stesso Ministero».


La celebrazione

Anche la celebrazione ufficiale nell’aula di Palazzo Madama, alla presenza del premier e del Capo dello Stato, ha cercato di scrivere la parola fine su tutte le polemiche che hanno contrassegnato la giornata. Il presidente del Consiglio Mario Draghi da parte sua ha sottolineato “l’esigenza di costruire una memoria storica condivisa” e “di non dare mai più spazio ad odio e totalitarismi”. Il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha evidenziato “come oggi si commemorano le donne e gli uomini uccisi per mano dei partigiani jugoslavi e del regime comunista di Tito". E il Presidente Sergio Mattarella ha chiosato in questo modo: “Rinnovare la memoria è impegno di civiltà".


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