Governo, 48 ore in Africa per sganciarsi da Mosca, obbiettivo: oltre 6 miliardi di metri cubi di gas

Governo, 48 ore in Africa per sganciarsi da Mosca, obbiettivo: oltre 6 miliardi di metri cubi di gas

Governo, 48 ore in Africa per sganciarsi da Mosca, obbiettivo: oltre 6 miliardi di metri cubi di gas


Con Angola e Congo viene rafforzata la partnership energetica, proprio per questo l’esecutivo sta lavorando anche ad un maggior utilizzo dei terminali di gassificazione, che in Italia attualmente sono tre. Nel frattempo via libera del Parlamento al Def

Il governo italiano, dopo Algeri, è presente oggi in Angola e domani in Congo con i responsabili degli Esteri e della Transizione energetica, Luigi Di Maio e Roberto Cingolani. Ed è stata firmata una dichiarazione di intenti che fornisce la cornice giuridica sia per attività di sviluppo del settore del gas naturale sia per progetti congiunti di stampo ecologico a favore dell’Angola.


L’obbiettivo

L'obiettivo è quello di assicurare all'Italia oltre 6 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas entro l'anno prossimo, sviluppando anche un progetto già avviato da Eni in Congo e provando così a rendere indipendente il nostro Paese dalle forniture di Gazprom prima ancora che in sede europea si trovi una posizione unica sul pagamento delle forniture. L'anno scorso il gigante russo energetico ha garantito oltre 29 miliardi di metri cubi di metano.


Il gas

Il gas aggiuntivo dei giacimenti angolani e congolesi arriverà sotto forma di Gnl, gas naturale liquefatto, e proprio per questo il governo italiano sta lavorando anche a un maggior utilizzo dei terminali di gassificazione, che in Italia attualmente sono tre. Gli stessi piani di Eni prevedono una crescita d'investimento e attività nei Paesi africani nei prossimi anni: a sud del Sahara i principali hub dell'Eni si trovano in Congo, Angola, Nigeria e Mozambico, aree in cui le attività estrattive sono aumentate in modo considerevole.


I consumi

Assieme al lavoro sull'approvvigionamento, il governo continua sulla strada della riduzione dei consumi, così come annunciato giorni fa dal premier attraverso l'immagine del condizionatore: "Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre". Una domanda alla quale il governo risponde con le nuove regole sulla climatizzazione negli uffici pubblici: un emendamento al decreto bollette prevede di tenere i condizionatori a non meno di 27 gradi in tutti gli uffici pubblici, con una tolleranza massima di due gradi. In inverno, invece, i riscaldamenti dovranno rispettare i 19 gradi, con una tolleranza fino a 21 gradi. Tutto questo per fronteggiare il caro energia, sganciarsi definitivamente da Mosca, ma anche per inviare un nuovo messaggio di vicinanza a Kiev. Una vicinanza che il Partito Democratico declina con la proposta-appello di Enrico Letta per una Confederazione formata dall'Unione Europea e dai Paesi che attendono di farne parte, fra i quali proprio l'Ucraina. Sulle pagine del Corriere della Sera, Letta scrive: "Creiamo subito una Confederazione europea, composta dai 27 Stati membri, dall'Ucraina e da Georgia e Moldavia, e poi da Nord Macedonia, da Serbia e Montenegro, Albania, Bosnia e Kosovo". Per Letta, in questo modo, "si otterrebbe un duplice risultato. L'Ucraina e gli altri Paesi in attesa" di entrare nell'Unione "potrebbero partecipare alla vita pubblica europea e avere soggettività in uno spazio politico e strategico comune. In parallelo proseguirebbe, senza forzature e con la tempistica opportuna, il percorso ordinato di adesione all'Unione Europea". Secondo questo schema, le riunioni del Consiglio Europeo" dovrebbero essere immediatamente seguite, con grande forza simbolica, nello stesso luogo, dal summit dei leader della Confederazione", aggiunge Letta.


Il Def

Intanto via libera del Parlamento alla risoluzione di maggioranza sul Def. Il Documento di economia e finanza è stato approvato da tutti i gruppi, tranne Fratelli d’Italia e Alternativa. Approvata anche la relazione del governo al Parlamento che aggiorna gli obiettivi di finanza pubblica e il relativo piano di rientro del saldo strutturale di Bilancio. Aperta così la strada alle nuove misure di sostegno all’economia.


Franco

Il ministero dell’Economia, guidato da Daniele Franco, sta già preparando un decreto legge che dovrebbe essere approvato entro questa settimana o nella prossima, per impegnare 5-6 miliardi di euro in nuovi aiuti. Tra le misure allo studio la proroga del taglio alle accise su benzina e diesel, già deciso con il decreto Ucraina bis e che ha ridotto il prezzo alla pompa di 30,5 centesimi. Lo sconto scade il 2 maggio ed è costato 588 milioni per un mese. Oltre alla proroga, il decreto dovrebbe contenere il rifinanziamento dei fondi di garanzia sui prestiti alle imprese, nuove misure per l’accoglienza dei profughi ucraini, ulteriori interventi contro il caro-bollette, il rafforzamento dei meccanismi di adeguamento dei prezzi degli appalti pubblici rispetto all’inflazione che ha colpito in particolare le materie prime e l’energia. Nella risoluzione con la quale è stato approvato il Def, la maggioranza ha comunque inserito una lunga lista di richieste al governo. Dalla proroga del termine che obbliga le villette unifamiliari a effettuare il 30% dei lavori entro giugno per ottenere il Superbonus del 110% alla reintroduzione della cessione crediti anche a istituti diversi da banche ed assicurazioni. Dalle misure di contrasto al caro-energia al potenziamento del bonus sociale contro la povertà alimentare al sostegno a favore di lavoratori giovani e donne. Per far fronte a tutte queste esigenze, la risoluzione impegna il governo a valutare un nuovo «scostamento di bilancio», ovvero un aumento del deficit.

 


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