Maggioranza, il terzo mandato voluto dalla Lega affossato dal "fuoco amico" di Forza Italia e Fratelli d’Italia

Maggioranza, il terzo mandato voluto dalla Lega affossato dal "fuoco amico" di Forza Italia e Fratelli d’Italia

Maggioranza, il terzo mandato voluto dalla Lega affossato dal "fuoco amico" di Forza Italia e Fratelli d’Italia Photo Credit: Agenzia Fotogramma


La proposta del Carroccio di cancellare il limite dei due mandati per i presidenti delle Regioni è stato bocciata in Commissione al Senato. Il testo ha visto pure il voto contrario delle opposizioni, con l’eccezione di Italia Viva. Tensione anche a sinistra

Matteo Salvini interviene subito sulla spaccatura al Senato nel centrodestra sul terzo mandato, e afferma che “non ci sarà nessun problema in maggioranza se non passerà in Parlamento la misura proposta”. Sta di fatto che in Commissione affari costituzionali al Senato FDI E FI hanno votato contro il documento leghista, con PD, M5S, e AVS. Così è stato bocciato l'emendamento del Carroccio al decreto elezioni sul terzo mandato per i governatori delle Regioni. Per i sindaci invece la Lega aveva ritirato la disposizione. A sostegno della proposta ha votato solo Italia viva. Azione non ha partecipato al voto.


Maggioranza

Maggioranza, dunque, nettamente spaccata. E la Lega non demorde: «Sui governatori la partita non è ancora chiusa - commenta a caldo il senatore Paolo Tosato, che della commissione è il vicepresidente -. Deve essere il popolo a decidere da chi debba essere governato, non i partiti». Mentre per il leader leghista Matteo Salvini: «Non ci sarà nessun problema in maggioranza se non passerà in Parlamento la legge sul terzo mandato. La posizione della Lega è chiara ma siamo in democrazia: ogni tanto le proposte della Lega passano altre volte, come in questo caso, vengono bocciate perché tutti gli altri, Forza Italia, Fratellli d’Italia, Pd, Cinquestelle sono contro. Secondo me è un errore». Il voto di quest’oggi certifica tuttavia una profonda divisione nella compagine che sostiene la premier Giorgia Meloni, che proprio ieri in Sardegna si era sforzata di mostrarsi unita sul sostegno a Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, candidato governatore per il centrodestra, accettato a malincuore dal Carroccio che avrebbe voluto una riproposizione dell’uscente Salinas. Il nodo riguarda in particolare la Regione Veneto e la possibilità di una nuova corsa di Luca Zaia, una delle figure più rappresentative della Lega.

La bocciatura

La bocciatura comunque era prevista. Il terzo mandato per i governatori «come abbiamo sempre detto sarà respinto dalla Commissione senza nessuna lacerazione, ci sono opinioni diverse, ma il testo resterà conforme al decreto che è stato emanato e questo va secondo un ordinario e normale dibattito senza tutti i drammi», aveva sottolineato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Fi, al termine della riunione della Commissione Affari costituzionali del Senato. «Ha avuto più spazio sui giornali, che ripercussioni nel dibattito politico, per cui le cose procedono come previsto. È un tema politico, ci sono opinioni diverse, ma verrà respinto e non succederà nulla», assicura Gasparri. Il ministro per i rapporti con il parlamento, Luca Ciriani prende atto della scelta che ha fatto la Commissione, «piuttosto netta in termini di voto, contro l’emendamento presentato dai colleghi della Lega». E il ministro «non può che ribadire», che «sarebbe stato meglio ritirarlo questo emendamento perché il tema è molto complesso e meritava un contesto più ordinato in cui fare questa discussione» e sottolinea il ministro «un decreto legge, non è lo strumento giusto perché parla di altre cose. L’emendamento presentato dalla Lega «peraltro non introduce un terzo mandato, ma altri tre mandati ai due già previsti». «Se non si mette ordine sul vincolo del terzo mandato rischiamo nei prossimi due tre anni di avere un contenzioso tra governo centrale e Regioni quasi infinito», avverte il presidente della Liguria, Giovanni Toti, a Mattino Cinque. «Mi pare evidente che stiamo assistendo ancora una volta a un gioco della destra sulla pelle delle istituzioni: emendamenti presentati, ritirati... non è rispettoso nei confronti dei cittadini e degli amministratori locali. In un provvedimento che doveva solo stabilire la data del voto delle elezioni amministrative si è cercato di fare una riforma pasticciata e parziale degli enti locali. Ci preoccupa questo approccio della destra che non cambia mai che non rispetta le istituzioni e faremo opposizioni molto dura». Così il capogruppo Pd Francesco Boccia a margine dei lavori della commissione Affari costituzionali del Senato, sul terzo mandato. Anche il deputato dem Stefano Graziano punge il Carroccio: «La coerenza puntigliosa e adamantina della Lega, come è noto, si limita alla Russia. Fuori dai confini di Putin si esercita tutta la libertà di Salvini».


La sinistra

Ma è alta la tensione pure a sinistra. Difatti, se I senatori Pd votano contro il terzo mandato in commissione al Senato, con FdI, Forza Italia, M5S e Avs, la decisione fa insorgere gli amministratori dem. E lo psicodramma che Elly Schlein aveva evitato in Direzione di partito, suggerendo l’istituzione di un gruppo di lavoro che entro oggi avrebbe dovuto partorire una proposta del Pd sul vincolo del doppio mandato per sindaci e governatori, esplode in Senato, allorché proprio la Commissione Affari costituzionali viene chiamata a votare gli emendamenti presentati dalla Lega per consentire agli amministratori locali la terza elezione consecutiva.

 


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