Medio Oriente: domani l’informativa del governo, tutti i partiti uniti al fianco di Israele. O quasi

Medio Oriente: domani l’informativa del governo, tutti i partiti uniti al fianco di Israele. O quasi

Medio Oriente: domani l’informativa del governo, tutti i partiti uniti al fianco di Israele. O quasi


Il Movimento Cinque Stelle: “Siamo solidali con gli israeliani ma no a reazioni illegali e sproporzionate”; Angelo Bonelli, dell'Alleanza Verdi e Sinistra: "La soluzione a lungo termine deve per forza passare attraverso la creazione di 2 Stati e 2 popoli”

La condanna del terrorismo, il sostegno e la vicinanza a Israele: dal mondo della politica italiana, specialmente dal governo e dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma anche dalle forze di opposizione, sono state queste le parole che hanno accompagnato fin da subito le notizie che arrivavano, e arrivano tuttora, da Israele, sotto violento attacco del gruppo terroristico di Hamas.


Il governo

Il governo italiano "condanna con la massima fermezza il terrore e la violenza contro civili innocenti in corso. Il terrore non prevarrà mai. Sosteniamo il diritto di Israele a difendersi", ha assicurato palazzo Chigi. Con la presidente del Consiglio che stasera farà un punto della situazione con Biden, Sholz, Macron e Sunak. Ma esattamente cosa intende fare l'esecutivo? Questa è la domanda che in apertura di seduta alla Camera, Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico, ha posto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, perché oltre alla condanna degli attentati, si vuole anche capire come evitare "un'escalation devastante e favorire qualsiasi tentativo di mediazione", dice l'esponente dem, chiedendo un'informativa di Tajani alla Camera, cui si sono associati Paolo Pulciani, di Fratelli d'Italia, e Andrea Quartini, del Movimento 5 stelle. Informativa che si svolgerà domani, e si lavora ad una mozione bipartisan.


Crosetto

Delle prime risposte sono arrivate in parte dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che, in una lettera al Foglio, ha spiegato che sin dal primo sta lavorando per "fermare l'escalation. Con altrettanta attenzione e scrupolo sto monitorando, insieme ai massimi vertici operativi della Difesa, oltre che in continua coordinazione con il Maeci, l'evoluzione della situazione del quadro mediorientale anche nella parte meridionale del Libano dove, da decenni, è in via di svolgimento la missione Unifil", ma anche dalla stessa premier, che dopo aver sentito, nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio israeliano, Benjamin Netanyahu, oggi ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro della Repubblica libanese, Najib Mikati. Non solo, però, perché anche lo stesso titolare della Farnesina, prima in un'intervista al Corriere della Sera, poi in un collegamento con Rtl 102.5, ha parlato di una situazione che "richiama paradossalmente la necessità di riportare il processo di pace al centro dell'attenzione internazionale. Siamo pronti a lavorare per favorire il raffreddamento delle tensioni, come già ottenuto a inizio anno con le intese di Aqaba e Sharm el-Sheikh, e la successiva ripresa di una prospettiva politica", iniziate a partire da colloqui telefonici con il ministro degli Esteri israeliano, egiziano e giordano. "Mercoledì - ha annunciato Tajani - sarò in visita ufficiale in Egitto per incontrare il presidente Al-Sisi. Contiamo molto sull'Arabia Saudita, sulla Giordania e sull'Egitto, quest'ultimo ha canali di comunicazione efficaci con Hamas, affinché possano compiere un'opera di mediazione", il problema, però, ha sottolineato è che ''Hamas non vuole nessun tipo di dialogo'', ma anzi, "vuole allontanare tutto il mondo arabo e musulmano da Israele e accendere lo scontro pensando di avere il sostegno dell'Iran'' anche se ''non abbiamo prove del sostegno iraniano''.


Bonelli

Per arrivare presto a una de-escalation, per Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare dell'Alleanza Verdi e Sinistra, "la soluzione a lungo termine deve necessariamente passare attraverso la creazione di due Stati e due popoli: Israele e Palestina. Ma per arrivarci, è fondamentale che la comunità internazionale torni a occuparsi attivamente della questione palestinese, senza lasciare spazio all'odio e alla polarizzazione armata che stiamo vedendo crescere in varie parti del mondo".


M5S

E la discussione politica su ciò che sta accadendo in Israele e nella Striscia di Gaza tocca anche il mondo M5S, da anni molto attento alla causa palestinese. «Da parte nostra ferma e assoluta condanna agli attacchi terroristici di Hamas e riconoscimento del diritto di Israele ad esercitare il suo legittimo diritto di autodifesa. Allo stesso tempo, esprimiamo profonda preoccupazione per una reazione israeliana che, stando alle notizie delle ultime ore che parlano di un assedio totale con taglio di luce, acqua e gas, si preannuncia sproporzionata e diretta contro l’inerme popolazione civile della Striscia di Gaza. Una reazione che sarebbe contraria al diritto umanitario internazionale», dichiarano in una nota i parlamentari del M5S delle commissioni Esteri di Camera e Senato. Anche un ex M5S, Alessandro Di Battista, si è espresso nel corso di una lunga diretta Facebook sulla guerra. Di Batista ha parlato di «immagini raccapriccianti», e ha detto. «Cero che si condanna», ma poi ha precisato che «sono due anni che vedo immagini raccapriccianti» riferendosi alla situazione del popolo palestinese. E ha aggiunto, sempre schierandosi con i Palestinesi: "Io ho fatto la mia scelta, sto dalla parte degli oppressi".


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