Montecitorio, sì a larga maggioranza alla legge sul fine vita, adesso l’agone diventa Palazzo Madama

Montecitorio, sì a larga maggioranza alla legge sul fine vita, adesso l’agone diventa Palazzo Madama

Montecitorio, sì a larga maggioranza alla legge sul fine vita, adesso l’agone diventa Palazzo Madama


No del centrodestra ma il 45% dei deputati di Lega e Forza Italia non ha partecipato al voto, e 7 onorevoli degli ‘azzurri’ si sono espressi per il via libera al testo. L'asse portante è il riconoscimento della morte volontaria medicalmente assistita

Dopo la bocciatura del quesito referendario da parte della Corte Costituzionale l'aula della Camera batte un colpo e dà il primo via libera alla legge sulla morte volontaria medicalmente assistita. Una legge "umana" ed "un compromesso al rialzo" per il fronte progressista che l'ha sostenuta, una legge che apre la strada a “derive eutanasiche agevolate dall'intervento dei tribunali’’ per l'opposizione e per quei settori della stessa maggioranza di governo che, con un dibattito a tratti anche acceso, si sono schierati contro la legge.


Il 1° step

Un primo step (con 253 sì e 117 no) ad ogni modo perché il provvedimento passa all'esame del Senato dove il percorso, visti anche i numeri più risicati, si annuncia più accidentato. "Speriamo - osserva non a caso in aula Federico Fornaro di Leu - che al Senato non si inventino cavilli per fermare la legge". Al contrario confida "in modifiche migliorative a Palazzo Madama" Maurizio Lupi di Noi con l'Italia che intanto ha votato contro.


I partiti

Le posizioni nei partiti, come spesso accade sui temi etici, sono piuttosto diversificate al netto dell'appoggio al provvedimento di Pd, Leu e Movimento Cinque stelle ("è la legge migliore che si potesse approvare"), mentre Forza Italia e Coraggio Italia votano contro, lasciando però libertà di coscienza. Libertà che usa, tra gli altri, Elio Vito, che vota a favore e cita il teologo gesuita Paolo Gamberini: "La sacralità della vita non può essere messa disposizione di un deus ex machina. Affermare che la vita è proprietà di Dio e solo lui può disporre di essa significherebbe ridurre Dio a un idolo o al ruolo di un 'primo' primario del reparto al quale solo spetta la decisione finale da prendere per il paziente. Se l'uomo è responsabile della sua vita, lo è anche della fine". No secco, invece, da Fratelli d'Italia e dalla Lega ("Da qualche anno, per questo Parlamento, la vita non ha più valore, la vita ha valore solo se l'uomo è un superman vanesio, se è malato diventa uno scarto" dice Alessandro Pagano in aula). Le componenti di FacciamoEco ("volevamo una legge più progressista ma questa è frutto di un compromesso senza il quale l'Italia avrebbe rinviato di nuovo tutto" ha detto l'ex ministro Lorenzo Fioramonti) e di Alternativa ("la votiamo come minimo sindacale anche se è un'altra occasione persa") si sono pronunciate a favore mentre Italia Viva ha lasciato libertà di coscienza. "Nessuno di noi fuori e dentro quest'aula può arrogarsi il diritto di sapere qual è il bene dell'altro, diamo al paese un quadro normativo che garantisca una scelta libera dal principio alla fine" ha detto la deputata di Italia Viva Lisa Noja in un intervento sentito e applaudito. "Se fossi in una delle situazioni previste non vorrei fare una battaglia legale per veder riconosciuto un mio diritto già riconosciuto dalla Corte costituzionale", ha concluso Noja. Prova a tirare le fila dai banchi del Pd Graziano Delrio: "La Corte costituzionale ci ha invitato a intervenire. Ci sarà un accesso indiscriminato alla legge? No. Ci sarà una deriva eutanasica? No. Ci sono condizioni previste che vanno accertate".


Il testo

Questi i capisaldi del testo:

IL SUICIDIO ASSISTITO: la legge disciplina la facoltà della persona affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta o da una condizione clinica irreversibile di richiedere assistenza medica al fine di porre fine volontariamente ed autonomamente alla propria vita. Si intende per morte volontaria medicalmente assistita il decesso cagionato da un atto autonomo con il quale si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e sotto il controllo del sistema sanitario nazionale.

CHI PUO' FARNE RICHIESTA E REQUISITI: Può fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita la persona che, al momento della richiesta, abbia raggiunto la maggiore età, sia capace di intendere e di volere e di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli, adeguatamente informata, e che sia stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e le abbia esplicitamente rifiutate o le abbia volontariamente interrotte. Tale persona deve trovarsi nelle seguenti concomitanti condizioni: essere affetta da una patologia irreversibile e con prognosi infausta oppure essere portatrice di una condizione clinica irreversibile, che cagioni sofferenze fisiche e psicologiche assolutamente intollerabili; essere tenuta in vita da trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente. La patologia deve essere attestata dal medico curante o dal medico specialista. La richiesta può essere revocata in qualsiasi momento.

RAPPORTO DEL MEDICO E COMITATI PER LA VALUTAZIONE CLINICA: il medico deve redigere un rapporto dettagliato e documentato sulle condizioni cliniche e psicologiche del richiedente e sulle motivazioni che hanno determinato la scelta e se ricorrono i requisiti del suicidio assistito lo inoltra al Comitato di valutazione clinica, strutture che vanno istituite presso le aziende sanitarie locali.

MORTE ASSISTITA UGUALE A MORTE NATURALE, POSSIBILE ANCHE IN CASA: una volta che il Comitato per la valutazione clinica ha dato parere favorevole, il medico richiedente lo trasmette alla direzione sanitaria dell'azienda sanitaria territoriale o alla direzione sanitaria dell'azienda sanitaria ospedaliera di riferimento che dovrà attivare le verifiche necessarie a garantire che il decesso avvenga nel rispetto delle disposizioni di legge presso il domicilio del paziente o, laddove ciò non sia possibile, presso una struttura ospedaliera e sia consentito anche alle persone prive di autonomia fisica. Il decesso a seguito di morte volontaria medicalmente assistita e' equiparato al decesso per cause naturali a tutti gli effetti.

OBIEZIONE DI COSCIENZA: medici e personale sanitario non sono tenuti a prendere parte alle procedure per l'assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita quando sollevino obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione. Gli enti ospedalieri pubblici autorizzati sono tenuti in ogni caso ad assicurare l'espletamento delle procedure previste dalla legge. La Regione ne controlla e garantisce l'attuazione.

NESSUN REATO PER IL MEDICO: è riconosciuta l'esclusione della punibilità per i medici e il personale sanitario. Le disposizioni contenute negli articoli 580 (istigazione o aiuto al suicidio) e 593 (omissione di soccorso) del codice penale non si applicano al medico e al personale sanitario e amministrativo che abbiano dato corso alla procedura di morte volontaria medicalmente assistita.

'SANATORIA' RETROATTIVA PER CONDANNATI: non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima dell'entrata in vigore della presente legge, qualora al momento la volontà libera, informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata e ricorressero le condizioni previste dalla legge per poter richiedere il suicidio assistito.


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