Quirinale, il pasticcio di San Francesco e il Capo dello Stato Mattarella avverte: "Le leggi siano chiare" Photo Credit: AnsaFoto.it
08 ottobre 2025, ore 15:45
Lettera del Presidente della Repubblica ai presidenti delle Camere: "I testi legislativi presentino contenuti inequivoci". Nei dieci anni e mezzo di mandato un solo rinvio al Parlamento, senza apporre la sua firma al provvedimento, ma diversi i rilievi
Cos'è il 4 ottobre in Italia? E' la festa nazionale di San Francesco o la solennità civile di Santa Caterina da Siena? Al momento è l'uno e l'altro e il pasticcio ingenerato dalla legge approvata dalle Camere che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale ha fatto scattare i rilievi del Quirinale.
La legge
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato stamani la legge, perché comunque, ha precisato, i rilievi messi in evidenza "non riguardano profili di natura costituzionale", ma ha scritto una lunga lettera ai presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana per dire che, al di là del caso San Francesco che va comunque chiarito, le leggi devono essere chiare e non generare equivoci. Allo stato attuale la confusione in materia di santi e festività è grande perché, osserva Mattarella, "con due diverse disposizioni normative si prevede che, con riferimento ai due santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno, ma con un diverso regime".
Il 4 ottobre
Il 4 ottobre insomma non può essere due cose insieme perché gli effetti di festa nazionale e di solennità civile sono diversi. Tanto per fare un esempio, scrive Mattarella, il fatto che sia solennità civile prevede una serie di attività nelle scuole per promuovere i "valori universali" di cui entrambi i santi in questione sono simbolo. Ma quali attività se quel giorno a causa della festa nazionale le scuole saranno chiuse? E dunque, la legge va corretta - "la normativa che disciplina le due ricorrenze richiede interventi correttivi volti a coordinare tra di loro i due testi normativi" - e come è noto spetta al Parlamento farlo ("invito il Parlamento ad apportare al provvedimento i correttivi necessari"). Il discorso, però, è più largo e Mattarella ci tiene a ribadirlo nel segno di quella leale collaborazione, che già si è vista tra gli uffici legislativi del Colle e quelli di Palazzo Chigi su alcuni particolari provvedimenti, come ad esempio il decreto flussi.
Il messaggio
L'altro messaggio che si evince dalla vicenda è che il Colle vigila, legge da capo a fondo ogni legge che viene sottoposta alla firma del Presidente, passando ai raggi x eventuali incongruità o criticità. "Non posso non sottolineare l'esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci", chiude Mattarella. Parole precise che in tempi di legge di Bilancio suonano in una certa maniera. Un avviso.



