Ucraina, è anche guerra tra le diplomazie, pure l’Italia espelle russi, Di Maio: “Via 30 diplomatici”

Ucraina, è anche guerra tra le diplomazie, pure l’Italia espelle russi, Di Maio: “Via 30 diplomatici”

Ucraina, è anche guerra tra le diplomazie, pure l’Italia espelle russi, Di Maio: “Via 30 diplomatici”


Il premier Mario Draghi: "I crimini di guerra devono essere puniti. Il Presidente Putin, le autorità e l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni. Per tutti loro il conflitto non ha alcun senso: vuole dire solo vergogna, isolamento, povertà"

Il confitto ucraino diventa sempre di più anche una 'guerra' diplomatica. Via via che si diffondevano le immagini d'orrore da Bucha, nel giro di ventiquattr'ore la Germania, la Francia, la Danimarca e l'Italia hanno annunciato l'espulsione di un elevato numero di funzionari diplomatici russi, a cui sono subito seguiti gli annunci di reazioni dure, e speculari, da parte di Mosca. L'ultima in ordine di tempo è stata Roma: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato questa mattina che il segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, "ha convocato l'ambasciatore della Federazione russa in Italia, Serghej Razov, per notificargli la decisione del governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in quanto persone non grate".


I partner

"Questa misura presa in accordo con altri partner europei e atlantici si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all'ingiustificata aggressione all'ucraina da parte della Russia", ha spiegato il capo della Farnesina. La risposta di Mosca certo non si è fatta attendere: come ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, la Russia "espellerà diplomatici italiani" attualmente in servizio in Russia. In una risposta precedente, Zakharova aveva parlato di una "risposta adeguata". Già prima dell'annuncio di Roma, l'ex presidente russo Dmitri Mevedev, attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza, aveva rilasciato una dichiarazione stizzita in reazione all'espulsione dei diplomatici dei vari Paesi europei, evocando una reazione "simmetrica e distruttiva per le relazioni bilaterali", mentre le cacciate dei funzionari d'ambasciata sarebbero "inutili" e porterebbero solo "al vuoto".


La Germania

Ieri era stata la Germania a dare l'avvio all'ondata di espulsioni: quaranta diplomatici sono stati dichiarati "persone non grate" da Berlino, esplicitamente come una reazione "agli orrori contro civili" di Bucha. Come ha spiegato la ministra agli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, le persone colpite dal provvedimento sono considerate "appartenenti ai servizi d'intelligence russi", i quali "rappresentano una minaccia per coloro che da noi cercano protezione". Aggiunge la numero uno della diplomazia tedesca che i collaboratori dell'ambasciata russa in via d'espulsione - che hanno cinque giorni di tempo per lasciare il Paese - "hanno lavorato tutti i giorni contro la nostra libertà e contro la coesione della nostra società".

Draghi

Molto dure anche le nuove parole del premier Mario Draghi: "Voglio ribadire la più ferma condanna del Governo e mia personale per le stragi di civili documentate in questi giorni in Ucraina. Le atrocità commesse a Bucha, Irpin e in altre località liberate dall’esercito ucraino scuotono nel profondo i nostri animi di europei e di convinti democratici. Indagini indipendenti devono fare piena luce su quanto accaduto. I crimini di guerra devono essere puniti. Il Presidente Putin, le autorità e l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni. L’Italia e l’Unione Europea sostengono il popolo ucraino, in lotta per la pace e per la libertà. La Commissione Europea ha appena annunciato un nuovo pacchetto dì sanzioni nei confronti di Mosca. L’Italia è pienamente allineata al resto dell’Unione Europea e appoggia con convinzione le misure restrittive presentate dalla Presidente von der Leyen. Nella giornata di oggi abbiamo espulso 30 diplomatici russi, una decisione presa in accordo con altri partner europei e atlantici. Al Presidente Putin dico ancora una volta di porre fine alle ostilità, interrompere le stragi di civili, partecipare con serietà ai negoziati per il raggiungimento della pace. Per la Russia, la guerra non ha senso: vuole dire solo vergogna, isolamento, povertà".


La manovra

Intanto una manovra economica di metà anno e strumenti per sostenere famiglie e imprese messe in ginocchio dalla crisi economica e sociale legata alla guerra in Ucraina. il tutto ricorrendo, qualora ce ne fosse bisogno, anche a un nuovo scostamento di bilancio. Questa la ricetta che il Pd mette sul piatto del governo per scongiurare la "terza recessione economica in dieci anni", come spiega Enrico Letta nel corso della riunione della segreteria. Il punto di partenza non può che essere "la più ferma condanna della guerra di Putin e il sostegno alla popolazione ucraina", seguita all'avvertenza che "il 24 febbraio", con l'inizio delle operazioni di Mosca, "ha cambiato tutto". A cominciare dall'assetto economico e sociale. Fino a quella data, infatti, l'Italia stava ancora ragionando su come 'mettere a terra' i progetti del Pnrr, in modo da completare il rilancio dell'economia di cui si era avuto qualche segnale. Ora però il Paese deve affrontare una crisi energetica, economica e sociale dagli esiti potenzialmente disastrosi. Ecco, allora, la ricetta dem per l'immediato: "La crisi non è più solo energetica, il tema non è più soltanto il costo delle bollette energetiche, ma stanno aumentando anche i prezzi dei generi alimentari di prima necessità come il pane, la pasta, il caffè", fa notare il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani: "La crisi sta bloccando la ripresa e impoverendo milioni di famiglie italiane". Da qui la necessità di un doppio cambio di passo: uno a livello europeo e uno a livello nazionale. "A livello europeo, bene ha fatto il governo italiano a proporre il tetto europeo al prezzo del gas, il disaccoppiamento della formazione del prezzo dell'elettricità, delle rinnovabili rispetto alla termoelettrica". Ora, per Misiani, bisogna insistere "su un piano e uno strumento finanziario europeo per l'energia e per accelerare nell'affrancamento dal gas russo, quindi trovare diversi fornitori per il gas naturale". A questo si deve accompagnare "un'azione di risparmio dei consumi: non basta affrancarsi dalla dipendenza energetica dal gas russo, ma dobbiamo accelerare la decarbonizzazione. Quindi, le fonti rinnovabili e il risparmio energetico è la vera chiave per affrontare da subito la peggiore crisi energetica che l'Italia e l'Europa si trovano ad affrontare da molti decenni a questa parte".

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