Ucraina, Mattarella: “L’aggressione russa è fuori dalle regole, Italia pronta ad altre sanzioni”

Ucraina, Mattarella: “L’aggressione russa è fuori dalle regole, Italia pronta ad altre sanzioni”

Ucraina, Mattarella: “L’aggressione russa è fuori dalle regole, Italia pronta ad altre sanzioni”


Intanto Draghi è tornato negativo al Covid ed è tornato a Palazzo Chigi. E sono ore intense per il premier. Prima ha fissato per il 10 maggio l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa Biden, poi ha sentito al telefono il presidente ucraino Zelensky

Serve una nuova Conferenza modello "Helsinki" che porti alla pace tra Russia e Ucraina. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Strasburgo all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa lancia un appello alla comunità internazionale ad impegnarsi perché si raggiunga un accordo tra Mosca e Kiev. Pur senza fare sconti alle responsabilità della Federazione russa che ha "aggredito" l'Ucraina, concetto ribadito in più passaggi del suo discorso, ora per il Capo dello Stato occorre fare un passo in avanti e pensare ad una soluzione che consenta di tornare alla pace in Europa. Bisogna pensare a una conferenza modello "Helsinki e non Jalta: ossia dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali", e dunque "prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull'esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di positivi sviluppi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa".


La premessa

La premessa del Presidente della Repubblica però è che "di fronte a un'Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l'atroce invasione dell'Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle". E allo stato attuale non sembra neppure interessata ad avviare una fase di negoziati.


Il viaggio

Per Mattarella quello a Strasburgo è il primo viaggio all'estero da quando è stato rieletto al Quirinale. Prima di parlare all'assemblea parlamentare ha incontrato il presidente, olandese, Tiny Fox e la segretaria generale, croata, Marija Pejcinovic Buric, già ricevuta al Quirinale lo scorso novembre. Ad accompagnare il Capo dello Stato c'è anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che interverrà domani. Una scelta non casuale quella di Strasburgo, così come decise di parlare al Parlamento europeo all'esordio del primo mandato, e del Consiglio d'Europa, di cui l'Italia ha la presidenza. E' "la casa comune europea" che negli anni "ha saputo essere espressione del coraggio di unità dell'Europa", è il luogo più adatto per provare a uscire dal vicolo cieco delle ostilità militari che non sembrano arrestarsi e immaginare una possibile via d'uscita dalla crisi.



Il Consiglio d’Europa

Il Consiglio d'Europa è il luogo pensato per difendere i diritti e le libertà degli europei e ne fanno parte 47 paesi di cui 20non sono nell'Ue, c'era anche la Federazione russa fino alla decisione "giusta" e inevitabile di espellerla a causa dell'aggressione all'Ucraina. Nel 1975 la conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa venne firmata da 35 Stati tra cui Usa e Urss con lo scopo di migliorare le relazioni tra Occidente e blocco comunista. Anche oggi, osserva Mattarella, si tratta di costruire "nuova architettura delle relazioni internazionali, in Europa e ne mondo, condivisa, coinvolgente, senza posizioni pregiudizialmente privilegiate. La sicurezza, la pace, è la grande lezione emersa d l secondo dopoguerra, non può essere affidata a rapporti bilaterali - Mosca versus Kiev -. Tanto più se questo avviene tra diseguali, tra Stati grandi e Stati più piccoli". Ma garantire la sicurezza e la pace "è responsabilità dell'intera comunità internazionale. Questa, tutta intera, può e deve essere la garante di una nuova pace". Di qui l'invito del Capo dello Stato ad una iniziativa multilaterale: "Mentre il conflitto ha ulteriormente indebolito il sistema internazionale di regole condivise - e il mondo, come conseguenza, è divenuto assai più insicuro - la via di uscita appare, senza tema di smentita, soltanto quella della cooperazione e del ricorso alle istituzioni multilaterali", come il Consiglio d'Europa e l'Onu. In questi decenni "con il Consiglio d'Europa abbiamo realizzato faticosamente un terreno comune fatto di comprensione e fiducia questo non può essere messo in crisi. Salvaguardare questo sistema è il patrimonio che ispira la carta dei diritti dell'Ue, è bagaglio e punto riferimento che occorre difendere per le future generazioni". Anche nel '49 quando nacque il Consiglio d'Europa "costruire una pace duratura è stato un processo lento e graduale che ha saputo evitare il rischio di una terza guerra mondiale, sfiorato con la guerra di Corea e il blocco di Berlino". Per Mattarella quindi ora che la guerra è tornata nel nostro continente in modo così inaspettato e preoccupante potrebbe giovare tornare alle parole della cosiddetta "guerra fredda": "parole che credevamo cadute ormai in disuso, ma che ci possono aiutare a riprendere un cammino, per faticoso che sia: distensione: per interrompere le ostilità; ripudio della guerra: per tornare allo statu quo ante; coesistenza pacifica, tra i popoli e tra gli Stati; democrazia: come ci insegna il prezioso lavoro della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa - come condizione per il rispetto della dignità di ciascuno". Mattarella ha risposto poi alle domande dei parlamentari, sono intervenuti per primi i capigruppo delle famiglie politiche europee, ad uno di loro il Capo dello Stato ha ribadito la posizione dell'Italia sulle sanzioni alla Russia: "L'Italia ha contribuito da protagonista alle sanzioni, le sta applicando con assoluto rigore ed è pronta ad altre sanzioni con assoluto rigore e senza esitazioni", ha assicurato e poi a proposito degli imprenditori italiani che continuano a operare in Russia il Capo dello Stato ha spiegato: "L'impianto sanzionatorio deciso è pienamente operativo in Italia, con rigore e severità, una decisione politica del governo assolutamente chiara. Alle aziende che hanno base in Italia, nel rispetto dei principi dello Stato di diritto e della economia del libero mercato le imprese nella loro autonomia si regolano di conseguenza, come avviene in altri Paesi".



Draghi

Intanto Mario Draghi è tornato negativo al Covid ed è tornato, da Città della Pieve, a Palazzo Chigi. E sono ore intense per il premier. Prima ha fissato per il 10 maggio l’incontro alla Casa Bianca con il presidente americano Biden, poi ha sentito al telefono il presidente ucraino Zelensky, a cui ha confermato il pieno sostegno italiano, e con cui ha parlato della sua prossima missione in Ucraina. Quindi, ha ripreso in mano il nuovo decreto energia, previsto nel Cdm domani, e anche il nuovo decreto per inviare a Kiev armi pesanti, ma su questo ci sono i dubbi di Lega e 5S.


Salvini

‘Sì a una discussione in Parlamento su un nuovo, possibile invio di armi all'Ucraina, ma la politica parli anche di pace, non solo di guerra e di missili’. Matteo Salvini invita i partiti a trovare una soluzione al conflitto e si dice pronto ad ascoltare le proposte che arriveranno. "Mi interessa lavorare per fermare la guerra il prima possibile. Bisogna domandarsi cosa avvicina alla pace e cosa allontana. Mi sembra che tedeschi e francesi stiano facendo ragionamenti interessanti. Lavoro perché l'Europa dia una risposta unitaria", spiega il segretario della Lega che vorrebbe organizzare un vertice tra i leader di tutti i partiti - di maggioranza e opposizione - e con il presidente del Consiglio"per parlare di pace". "Di guerra - sottolinea - si parla a reti unificate, l'accoglienza fortunatamente la stiamo garantendo. Mi piacerebbe che la politica ragionasse di come avvicinare la pace". Il rischio di un terzo conflitto mondiale va evitato, scandisce ancora: "Noi stiamo dalla parte dell'Occidente e delle libertà. Mi piacerebbe sedermi intorno a un tavolo - non sui giornali - con Conte, Meloni, Berlusconi, Letta, Renzi e Draghi per ragionare di pace" e capire "se l'Italia può essere un avamposto di pace, il Paese che promuove un messaggio di pace, poi mandiamo gli aiuti che servono. L'esempio da seguire è quello del Santo Padre".



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