Venezia 82, Alexander Payne sarà il presidente di giuria della Mostra del Cinema 2025

Venezia 82, Alexander Payne sarà il presidente di giuria della Mostra del Cinema 2025

Venezia 82, Alexander Payne sarà il presidente di giuria della Mostra del Cinema 2025 Photo Credit: Biennale Cinema


La decisione di volerlo è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico Alberto Barbera

Lo scorso anno era tornato sotto i riflettori per il film "The Holdovers - Lezioni di vita" che aveva avuto anche parecchia risonanza durante la stagione dei Premi. Adesso, arriva la promozione come presidente di Giuria della prossima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Spetterà al regista e sceneggiatore statunitense Alexander Payne (Sideways-In viaggio con Jack, Nebraska, The Descendants-Paradiso amaro) a presiedere la Giuria internazionale del Concorso Che assegnerà il Leone d’Oro per il miglior film e gli altri premi ufficiali.

Il cineasta, nell'accettare la proposta, ha dichiarato:

“È un grandissimo onore e una gioia far parte della giuria di Venezia. Anche se confesso l’imbarazzo di un regista nel dover confrontare i film uno contro l’altro, mi inchino davanti alla storia quasi centenaria della Mostra del Cinema di Venezia, che celebra a gran voce il cinema come arte. Non potrei essere più entusiasta”

CHI È IL REGISTA PRESIDENTE DI GIURIA DI VENEZIA 82?

Alexander Payne è cresciuto a Omaha, nel Nebraska, e ha studiato storia e letteratura spagnola a Stanford, prima di conseguire un master in regia cinematografica alla UCLA. I suoi film – tutte commedie – sono caratterizzati da una “costruzione elegante, umorismo pungente e belle interpretazioni tragicomiche”. Sono stati nominati per un totale di 24 Oscar, di cui quattro volte per il miglior film e tre volte per il miglior regista. Payne ha vinto due volte il premio per la migliore sceneggiatura non originale – per Sideways - In viaggio con Jack (2004) e Paradiso amaro (2011) – e il suo ultimo film, The Holdovers - Lezioni di vita (2023), ha ottenuto il premio per la migliore attrice non protagonista un anno fa.

Appassionato di cinema da sempre e ardente sostenitore della conservazione dei film, fa parte del consiglio di amministrazione della Film Foundation e del Telluride Film Festival. Attualmente sta preparando un nuovo film da girare nelle zone rurali della Danimarca. Il suo sogno è realizzare un western.

“UN CINEASTA-CINEFILO”

La decisione di volerlo è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del Direttore artistico del Settore Cinema Alberto Barbera che ha dichiarato:

“Alexander Payne appartiene a quella ristretta cerchia di cineasti-cinefili, la cui passione per il cinema è alimentata dalla conoscenza dei film del passato e dalla curiosità per il cinema contemporaneo, senza confini o barriere di sorta. Queste qualità - insieme alla sua esperienza di filmmaker, regista e sceneggiatore - lo rendono il candidato ideale per presiedere il lavoro della Giuria di Venezia, chiamata a valutare film provenienti da tutto il mondo. Sono grato ad Alexander per aver accettato il mio invito, che suggella una conoscenza che risale ai tempi del suo cortometraggio di diploma alla UCLA”.

SOGNANDO GLI OSCAR?

Perché scegliere proprio un nome come Payne per presiedere e quindi influenzare pesantemente il giudizio del palmarès della Mostra del Cinema di Venezia? Oltre alla motivazione che Barbera ha dichiarato questa mattina, potrebbe esserci una precisa mossa di campo.

Forse si è voluto trovare qualcuno che andasse a premiare dei titoli che trovassero poi un posto anche tra le candidature della stagione dei premi americani. Negli ultimi anni, infatti, la Mostra del Cinema, guidata proprio da Barbera, aveva dimostrato di avere una grande lungimiranza in tal senso. “La forma dell’acqua”, “Nomadland”, ma anche “Roma”, “Joker” e “Povere Creature” sono state pellicole che oltre a vincere il Leone d’oro, erano riuscite a farsi notare particolarmente durante le varie edizioni degli Oscar e dei Golden Globe.

Cosa che lo scorso anno non è avvenuta. Sappiamo infatti che la scorsa edizione del Festival di Cannes si è distinta con titoli come “Anora”, “Emilia Perez”, “The Substance” e “Flow”, andando praticamente ad oscurare i film di Venezia (gli unici erano "The Brutalist" e "I'm steel here"). 

Con Payne, forse, Barbera ha preferito scegliere un regista che ha vinto due Premi Oscar ed è membro dell’Academy, e quindi in grado di intercettare quei film in grado di portare a casa anche altri riconoscimenti e non fermarsi solo sulle spiagge del Lido.



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