20 anni di Festa del Cinema di Roma: un Festival italiano dalla parte del pubblico

20 anni di Festa del Cinema di Roma: un Festival italiano dalla parte del pubblico

20 anni di Festa del Cinema di Roma: un Festival italiano dalla parte del pubblico


Dal 15 al 26 ottobre 2025, la kermesse aprirà le porte a tutti con con film, ospiti internazionali e retrospettive

Vent’anni fa si chiamava Cinema. Festa Internazionale di Roma.

Sembrava un esperimento, un’intuizione politica prima ancora che culturale, ma ha resistito a governi, giunte, riforme e rifondazioni.

Oggi la Festa del Cinema di Roma taglia il traguardo delle venti edizioni, dimostrando che in Italia esiste spazio per un’altra narrazione cinematografica: meno esclusiva, più permeabile, profondamente urbana. Tutto è pronto all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per dare il via alle celebrazioni di questo ventesimo anniversario: film, retrospettive e incontri animeranno la città da domani, 15 ottobre, fino a domenica 26.

UNA SCOMMESSA PER METTERE AL CENTRO IL PUBBLICO

L’idea, nel 2006, fu di Walter Veltroni. Sindaco, appassionato di cinema, immaginò per la Capitale un evento che si muovesse fuori dalle logiche classiche del festival.

Un luogo in cui la visione incontrasse la partecipazione, con il pubblico al centro, prima ancora del mercato e dei palmarès. La direzione fu affidata a figure di peso del giornalismo culturale, Piera Detassis, Mario Sesti, mentre l’Auditorium Parco della Musica, ancora fresco di inaugurazione, si preparava ad accogliere la sua prima folla da red carpet.

In cartellone c’era The Prestige, firmato da un autore che in Italia non aveva ancora raggiunto la fama di cui gode oggi: Christopher Nolan.

Nel tempo, la Festa ha cambiato nome, statuto, struttura. Dopo la parentesi come Festival del Film di Roma, è tornata a definirsi Festa nel 2015, segnando così una discontinuità rispetto alle kermesse più rigide. Solo nel 2022 ha riacquisito un concorso ufficiale, ma già da prima aveva trovato una sua formula: eventi trasversali, omaggi ai grandi autori, anteprime internazionali, incontri pubblici. Accessibilità è sempre stata la parola chiave attorno a cui si è costruita l’identità della kermesse.

A Roma sono arrivati registi come Scorsese, Tarantino, David Lynch, Tim Burton. La Festa ha ospitato la saga di Twilight e perfino un film Marvel, ma anche titoli che sarebbero poi diventati protagonisti della stagione dei premi: Moonlight, Green Book, Dallas Buyers Club.

Ha accolto l’esordio di Gabriele Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot, trasformando una scommessa in caso nazionale.

UNA FESTA NON INTESA COME LEGGEREZZA, MA COME SPAZIO COMUNE

Niente dress code rigidi, nessun protocollo intransigente. Il cinema a Roma non è stato mai trattato come oggetto da collezione, ma come linguaggio vivo, che cambia e si contamina.

L’identità si definisce per sottrazione: meno sovrastrutture, più attenzione alla relazione tra chi fa i film e chi li guarda. Una festa, appunto, non intesa come leggerezza, ma come spazio comune. Ora che compie vent’anni, la Festa del Cinema di Roma si conferma per quello che è diventata: una manifestazione che non pretende di competere con Venezia, ma nemmeno di imitarla. La sua forza sta altrove. Come disse Enrico Vanzina “Senza il rigore berlinese, senza la pomposità francese di Cannes, ma con l'anima di questa città, italianissima, dove l'impossibile diventa incredibilmente possibile”.

Nella capacità di ascoltare il pubblico, nell’intelligenza con cui ha saputo adattarsi al tempo, nel coraggio di restare sé stessa.



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Festa del Cinema di Roma 2025
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