Cinque Stelle, un film, "Il più bel secolo della mia vita", e una mozione: faro sulla legge dei 100 anni

Cinque Stelle, un film, "Il più bel secolo della mia vita", e una mozione: faro sulla legge dei 100 anni

Cinque Stelle, un film, "Il più bel secolo della mia vita", e una mozione: faro sulla legge dei 100 anni Photo Credit: Agenzia Fotogramma


La pellicola è diretta da Alessandro Bardani, con Sergio Castellitto e Valerio Lundini e il cantautore Brunori Sas: 'Il più bel secolo della mia vita'. Ed è la prima opera cinematografica ad occuparsi del tema: alcuni spezzoni saranno trasmessi in Senato

Esiste una legge, unica in Europa e condannata sia dalla Corte di Strasburgo che dalla Corte Costituzionale, che vieta a un figlio non riconosciuto, nato nel nostro Paese, di conoscere le sue origini, la sua storia familiare, fino al compimento del centesimo anno di età. 

Il diritto

Quasi un paradosso, pensato, tuttavia, per proteggere, soprattutto nel caso della madre, il diritto all'anonimato della donna che decide di rinunciare alla maternità e di destinare il figlio all'adozione. Ma il diritto dei figli, delle migliaia di figli adottivi, che vogliono vedersi riconosciuta la possibilità di conoscere le proprie origini, è passato invece in secondo piano. Almeno fino a che un regista e due attori apprezzati non hanno sollevato il velo su queste istanze con un recentissimo film. E almeno fino a quando la questione non verrà riaperta in Parlamento, dove la senatrice M5s, Elisa Pirro, ha presentato una mozione che se ne occupa.


L’obbiettivo

L'obiettivo è infatti quello di trovare un maggiore bilanciamento tra il diritto alla riservatezza della madre in caso di parto anonimo ed il diritto di conoscere le proprie origini da parte dell'adottato. Nel nostro ordinamento, il parto anonimo è tutelato, tuttavia la scelta del segreto sull'identità della madre è divenuta una scelta reversibile (e non più assoluta), in seguito ad una pronuncia della Consulta del 2013: su richiesta del figlio, la genitrice può revocare la dichiarazione di anonimato fatta a suo tempo. Ma questo è tutto. "La ricerca delle proprie origini è un passaggio chiave nel processo di definizione della propria identità, per queste ragioni ho presentato una mozione volta a bilanciare i diritti dei figli di conoscerle con quelli delle madri che partoriscono in anonimato" dice la senatrice 5 stelle che la prossima settimana (mercoledì 13 marzo alle 18) presenterà l'iniziativa parlamentare e, in quella occasione, proietterà anche alcuni spezzoni del film diretto da Alessandro Bardani, con Sergio Castellitto e Valerio Lundini e il cantautore Brunori Sas, 'Il più bel secolo della mia vita'. "Non sappiamo chi siamo se non conosciamo da dove veniamo" dice Lundini un un passaggio della pellicola che varcherà il portone di palazzo Madama, con la presidente dell' Associazione Figli Adottivi e Genitori Naturali Luisa Di Fiore e del magistrato Alfonso Sabella.


L’opera

'Il più bel secolo della mia vita' è la prima opera cinematografica a occuparsi della cosiddetta legge dei 100 anni del 1983. "Sono felicissimo che il film abbia messo a conoscenza tantissime persone dell'esistenza di questa assurda legge e abbia risvegliato una coscienza civile nelle istituzioni; donando nuova linfa ad una battaglia che si occupa di figli non riconosciuti, diventando il manifesto di questa lotta finora non riconosciuta dal mondo politico", afferma il regista. "Il vuoto normativo determinato dalla sentenza della Consulta - aggiunge Alfonso Sabella - deve essere colmato al più presto per assicurare, almeno, l'eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge che attualmente è vanificata dalle differenti prassi e dai diversi criteri interpretativi adottati dai singoli Tribunali per i minorenni in assenza di una regolamentazione avente forza di legge". "Il diritto umano alla propria identità e alla conseguente salute psicofisica è minato dal buio sulla propria storia biologica" evidenzia Di Fiore che conclude: "Mi batto da venti anni per vedere riconosciuto questo diritto e per portare il pensiero comune a fianco di chi questo diritto non ce l'ha".



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