Elezioni, fra Enrico Letta (Pd) e Giorgia Meloni (Fdi) il muro è soprattutto il rapporto con l’Europa

Elezioni, fra Enrico Letta (Pd) e Giorgia Meloni (Fdi) il muro è soprattutto il rapporto con l’Europa

Elezioni, fra Enrico Letta (Pd) e Giorgia Meloni (Fdi) il muro è soprattutto il rapporto con l’Europa


Intanto Giuseppe Conte (Movimento Cinque Stelle) chiude alla proposta del campo largo con i Dem dopo il voto del 25 settembre, mentre i rossoverdi rilanciano sulla liberalizzazione della cannabis, chiesta a gran voce dal leader dei Verdi Angelo Bonelli

La sfida Letta-Meloni ha contrassegnato la giornata politica ed è andata in scena negli studi di Corriere Tv, e anche fuori. La leader di FdI ieri a Milano, in piazza Duomo, si è detta pronta a «sfondare il tetto di cristallo» che fino a oggi in Italia ha impedito a una donna di guidare il governo. E ha avvertito l’Europa: «È finita la pacchia», anche l’Italia «si metterà a difendere i propri interessi nazionali».


Letta

Dal suo canto, mostrando di marcare sempre stretto l’avversaria, Enrico Letta, riferendosi alle parole di ieri di Giorgia Meloni da piazza del Duomo di Milano, osserva: "È finita la pacchia per l'Italia". Il segretario dem è tornato a parlare anche del Meridione, definendolo "contendibile". Ieri aveva lanciato il Manifesto per il Sud. Letta insomma ha subito replicato a Meloni sull’Europa: «Frasi che trovo difficili da capire e inquietanti, se la pacchia per gli europei è che ci hanno dato 219 miliardi di euro per i prossimi 5 anni che serviranno al Paese». Il segretario dem poi ha inaugurato oggi una serie di appuntamenti mattutini per motivare la squadra, con l’aiuto dell’ex ct della nazionale di volley Mauro Berruto. Stamattina ha riunito su Zoom i candidati del centrosinistra: «È un metodo che useremo da adesso al 23 settembre. Pochissimi minuti per dare un messaggio chiaro, del giorno». Oggi è partito proprio dal confronto: «Seguitelo, troverete molti spunti, argomenti da usare in campagna elettorale».


Nord&Sud

Se Meloni punta al Nord, nella caccia agli indecisi, da convertire nell’ultimo miglio di campagna alla causa del Pd, il segretario dem punta al Sud e ha stretto un patto con De Luca, Emiliano e il sindaco Decaro. Lo ha ribadito ai candidati questa mattina: «Nel Mezzogiorno il nostro voto è un voto che tiene e che cresce. Contestualmente c’è una crescita del voto per il Movimento 5 Stelle che, secondo le analisi che abbiamo, è una crescita che va a scapito della destra, a discapito della Lega. Quindi, rende molto interessante la competizione nei collegi elettorali del Mezzogiorno». Così Letta e alleati sperano di essere «competitivi non solo a Napoli ma in quasi tutti i collegi pugliesi».


Il confronto

Nel faccia a faccia sul Corriere Tv, è la politica estera ad avere i riflettori puntati. "La posizione di Fdi è da sempre la stessa: saldamente collocata nella sua dimensione occidentale, europea, nella Nato. Dobbiamo starci a testa alta difendendo l'interesse nazionale e i valori occidentale. Dall'inizio non abbiamo avuto alcuna titubanza a schierarci contro l'invasione russa, abbiamo sostenuto dall'opposizione il governo e le cose rimarrebbero così con un governo di centrodestra". Parola di Giorgia Meloni. "La guerra - ha aggiunto - riguarda anche noi, può allargarsi, invertire assetti mondiale e un'Italia che scappa dalle sue responsabilià pagherebbe la scelta, e sarebbe incapace di pretendere quel che è necessario. Da subito abbiamo chiesto che il governo si attivasse per un fondo di compensazione per i paesi più colpiti dalle sanzioni, che sono efficaci ma impattano più su alcuni Paesi. Questa è la posizione scritta nero sul bianco nel programma della coalizione". Tra Pd e Fdi sull'Europa ci sono "differenze abissali": questa la replica di Enrico Letta. "Il motivo per cui l'Europa non funziona è perché paesi o partiti conservatori non vogliono che l'Europa decida a maggioranza, vogliono che ci sia il diritto di veto. Un condominio così crollerebbe nell'arco di pochi mesi". Ha aggiunto Letta: "Il diritto di veto piace ai partiti conservatori e a Orban, che lo sta usando ogni volta che può contro l'interesse dell'Italia. Il loro ragionamento è che ogni paese dovesse fare per sé. Quell'Europa non funziona, per noi l'Europa è quella che si è messa insieme dopo la pandemia all'insegna della solidarietà".


Centrodestra

"Lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo", così Matteo Salvini sulla possibilità che il governo di centrodestra continui a sostenere militarmente Kiev. Il leader della Lega, insieme al presidente FI Berlusconi, rassicura sulla tenuta del centrodestra, scosso anche sul tema dell'autonomia rilanciato da Zaia. Nel frattempo, di fronte ai successi militari di Kiev, Conte si è detto «orgoglioso della controffensiva ucraina». Ma sull’invio di nuove armi ribadisce il no del Movimento 5 Stelle. Alt ribadito anche a una possibile alleanza con il Pd: «Il campo largo non ha più senso». Intanto iniziativa dei rossoverdi sulla liberalizzazione della cannabis, rilanciata a gran voce dal leader dei Verdi Angelo Bonelli.


Berlusconi

Da parte sua il leader di Forza Italia, già di mattina presto, è andato a caccia di voti tra gli elettori di Calenda e Renzi: «Non capisco come un moderato, centrista e liberale possa sprecare il voto con loro - ha detto Berlusconi ai nostri microfoni, ospite di Nsn -, l’unico voto utile che può dare un elettorato moderato è a Forza Italia». L’ex premier è intervenuto anche sulla polemica su Peppa Pig (e la puntata con un personaggio figlio di due madri): «Trovo piuttosto triste e anche preoccupante che si usi un cartone animato dedicato ai più piccoli per veicolare una visione ideologica della famiglia. Una cosa è rispettare tutti gli stili di vita e gli orientamenti affettivi, che in uno stato liberale devono godere di pari diritti e dignità. Un altro conto è proporre ai bambini modelli volti a condizionarli».


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