Esecutivo, il premier Draghi a Bruxelles conferma la linea dura: “Pronti a nuove sanzioni contro Mosca”

Esecutivo, il premier Draghi a Bruxelles conferma la linea dura: “Pronti a nuove sanzioni contro Mosca”

Esecutivo, il premier Draghi a Bruxelles conferma la linea dura: “Pronti a nuove sanzioni contro Mosca”


Il presidente americano Biden: "Risponderemo all'uso di armi chimiche da parte dei russi. E sono favorevole all'esclusione della Russia dal G20 e a permettere la partecipazione all'Ucraina: Putin non pensava che avremmo avuto tale coesione tra alleati”

Il premier Mario Draghi in un punto stampa a Bruxelles ha fatto un bilancio dei tre vertici straordinari sulla guerra, Nato, G7 e Consiglio europeo. Il presidente del Consiglio ha ribadito che “l'Unione europea vuole diventare indipendente dal gas russo», aggiungendo anche che la pretesa del presidente russo Putin di ricevere pagamenti in rubli è «una violazione contrattuale». Non c'è stata «nessuna condanna per la Cina, anzi la speranza che contribuisca al processo di pace», ha dichiarato inoltre Draghi: «Tanto dobbiamo essere fermi e proattivi con le sanzioni quanto dobbiamo cercare disperatamente la pace». Il capo del governo ha anche affermato di nuovo che «non è possibile coinvolgere né la Nato né l’Ue nella garanzia di una no fly zone». E ha evidenziato il dramma umanitario dei profughi, su cui ha sollecitato l’intervento immediato delle Nazioni Unite.


Biden

Il punto della situazione lo ha fatto pure Biden: "Risponderemo all'uso di armi chimiche da parte di Mosca, la Nato risponderà", ha detto il presidente americano. Che poi si è detto favorevole all'esclusione della Russia dal G20 e a permettere invece la partecipazione all'Ucraina. E ha aggiunto che “Putin non pensava che avremmo avuto tale coesione tra alleati, la Nato è più unita che mai".


Le spese militari

Intanto stavolta non è un distinguo tra partiti. Stavolta è la tenuta del governo Draghi ad essere tirata in ballo. E se Enrico Letta in pubblico getta acqua sul fuoco e si dice convinto che "troveremo una soluzione", tra i parlamentari dem l'umore è un misto tra preoccupazione e fastidio per la presa di posizione di Giuseppe Conte. Quel no all'aumento di spese militari mette i 5 Stelle in netta contrapposizione sulla linea ribadita anche ieri dal premier Draghi nelle comunicazioni alle Camere: "Noi vogliamo creare una difesa europea. Ed è per questo che noi vogliamo adeguarci all'obiettivo del 2% che abbiamo promesso nella Nato", ha detto il presidente del Consiglio in aula.


Conte

"Ognuno farà le sue scelte", è la risposta Conte oggi in un'intervista quando gli viene fatto notare che se i 5 Stelle votassero contro l'aumento delle spese militare cadrebbe il governo. Parole che non sono affatto piaciute ai dem che speravano che, dopo aver preso "finalmente" le distanze da Vito Petrocelli, con il leader M5S si potesse trovare una sintonia piuttosto sfilacciata negli ultimi tempi. "il nodo sono i rapporti del passato del governo gialloverde, di Salvini e Conte con Putin. Il punto è tutto lì", sostiene un deputato Pd. E l'upgrade che mina la stabilità del governo preoccupa. Avverte il senatore Andrea Marcucci: "Non si minaccia una crisi di governo durante una guerra in Europa. La posizione del M5S sugli impegni presi con la Nato è molto pericolosa. Se si fa parte di un'alleanza, se ne rispettano gli accordi". Ma non è solo il senatore di Lucca, spesso poco tenero con i 5 Stelle, ad intervenire. C'è anche la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani: "E' una scelta delicata ma è altrettanto delicato sapere che in questo momento non puoi permetterti di mettere in difficoltà un governo. Immagino che ci sarà responsabilità e consapevolezza del momento".


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