Governo, Draghi dice basta ai pregiudizi sul Meridione e conferma l’impegno dell’Italia per la pace

Governo, Draghi dice basta ai pregiudizi sul Meridione e conferma l’impegno dell’Italia per la pace

Governo, Draghi dice basta ai pregiudizi sul Meridione e conferma l’impegno dell’Italia per la pace


Così il premier al Forum 'Verso Sud: la strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo', promosso dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e da "The European House - Ambrosetti"

"Vogliamo che il Mezzogiorno torni ad avere la centralità che merita, in Italia e in Europa. Il quadro geopolitico che ci muta davanti presenta rischi, ma anche opportunità, in particolare per i Paesi del Mediterraneo. La giornata di oggi è un segno della nostra volontà di immaginare e costruire un Sud diverso. Un Mezzogiorno protagonista delle grandi sfide dei nostri tempi. L'evoluzione delle politiche pubbliche per il Meridione è spesso rappresentata come una successione di inevitabili sprechi, fallimenti. La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è però più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi". Così il premier Mario Draghi, intervenendo a Sorrento all'apertura del Forum 'Verso sud: la strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo', promosso dalla ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e da "The European House - Ambrosetti".


Il Mezzogiorno

Ad assistere ai lavori di questa prima giornata il capo dello Stato, Sergio Mattarella, mentre tra oggi e domani interverranno ministri e leader politici. "Il Mezzogiorno ha tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord - sottolinea Draghi - Per farlo, serve prima di tutto la giusta collaborazione tra investimenti pubblici e privati; serve rafforzare la capacità amministrativa, a partire dalla giustizia, formare le competenze necessarie. E serve puntare sui talenti troppo spesso lasciati ai margini, a partire dai giovani e dalle donne". Il premier ribadisce che "l'Italia e l'Unione Europea devono collaborare per agevolare questo processo", ricordando che il "Piano nazionale di ripresa e resilienza destina almeno il 40% dei fondi al Sud - finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione". Ma, avverte il premier, "i finanziamenti, da soli, non bastano: serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Purtroppo, questa capacità è spesso minore proprio dove gli investimenti sono più necessari". "Dobbiamo procedere rapidamente - afferma Draghi - con l'agenda di riforme concordata con l'Unione Europea, per non perdere accesso ai finanziamenti e superare le fragilità strutturali che hanno rallentato la crescita dell'Italia e del Sud".


Il Mediterraneo

Il presidente del Consiglio sottolinea inoltre la necessità di "rafforzare la cooperazione tra Paesi del Mediterraneo anche nella politica energetica. La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. L'Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas - e intende continuare a farlo. E in tutto questo, il Sud è centrale". "Tutta l'attività nel campo del gas di cui si parla oggi - specifica poi - è necessaria perché siamo in un periodo di emergenza ma non avviene a scapito del raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica che abbiamo fissato, concordato nel nostro Paese e in Europa. Per cui acceleriamo lo sviluppo dell'energia rinnovabile più di quanto abbiamo fatto fino ad ora. L'emergenza semmai spinge a una maggiore velocità degli investimenti in energie rinnovabili e questo per migliorare la sostenibilità del nostro modello economico, ma anche ormai per garantire quell'indipendenza energetica, economica e politica a cui tendiamo e a cui i tempi che stiamo vivendo ci portano". Nel finale del suo intervento, il premier indica come obiettivo quello di "una maggiore integrazione europea, di una più forte proiezione dell'Europa nel Mediterraneo. E dobbiamo costruirlo insieme - Governo e Regioni, pubblico e privato, Nord e Sud. Un diverso corso della storia è possibile. Tocca a noi fare in modo che non resti un miraggio, ma si faccia realtà".


Finlandia

Intanto lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi riceverà mercoledì mattina a palazzo Chigi la prima ministra della Finlandia Sanna Marin. E' quanto si apprende da fonti di governo. Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, "sia il discorso di Macron sia quello di Draghi aprono una fase nuova che mi auguro dia impulso ai vertici europei anche a cambiare un po' l'impostazione perché l'Ue non può essere semplicemente essere parte del conflitto, deve schierarsi con l'Ucraina come è assolutamente giusto ma deve anche svolgere una funzione per promuovere forme di dialogo che vadano nella direzione di un cessate il fuoco il prima possibile". Positiva la reazione della Lega alle parole di Draghi: "Bene così, questa è la volontà della Lega e della maggioranza degli italiani. L'Italia guidi l'Europa sulla via della pace, come ha sempre fatto, mentre altri spendono miliardi per armi e guerra. Per arrivare al cessate il fuoco dobbiamo parlare con tutti, Russia compresa", sottolinea Matteo Salvini. "Draghi svolgerà un'informativa giovedì prossimo, prima al Senato e poi alle 11,30 a Montecitorio. Per ora è questo, poi vedremo se sarà anche altro", ha detto il presidente della Camera Roberto Fico a domanda diretta dei giornalisti sulla richiesta di un voto in Parlamento. E' la prima volta che Fico affronta la questione, con parole che di fatto non sconfessano la linea di Conte. Contraria all'invio di altre armi anche la Lega, ma il leader Matteo Salvini dice di "non essere d'accordo con l'alzare i toni, noi non siamo in guerra con nessuno ma credo che sia interesse di tutti, in primis dell'Ucraina, spegnere il fuoco". E riconosce a Draghi di aver "parlato di pace, non so se con Biden abbiano parlato anche di armi, ne parleremo insieme". Il leader leghista fa poi sapere di aver chiesto un nuovo incontro al premier, per fare il punto dopo il faccia a faccia con il presidente americano. Quanto all'urgenza di un dibattito parlamentare, questione posta da Conte, replica lapidario: "Per me l'urgenza è la pace". Che un nuovo voto non sia necessario lo sostiene anche il senatore Pd Andrea Marcucci: "I continui distinguo di Lega e M5s guardano solo ai sondaggi, ma sulla questione del sostegno militare all'Ucraina l'Aula si è già espressa in modo eloquente". Non la pensa così Stefano Fassina di Leu, secondo il quale "l'informativa di Draghi non basta. Sono necessarie le comunicazioni del premier affinché le Camere possano riesprimersi con un voto sull'invio delle armi". Caustico il giudizio di Matteo Renzi: "No alle armi. Chi lo dice? Quel presidente del Consiglio, Conte, che ha aumentato le spese per le armi più di altri". Sul punto si sofferma anche Enrico Letta: "Ascolteremo Draghi in Parlamento e sulla base di questo decideremo i passaggi successivi. Lo faremo insieme come maggioranza, come governo e insieme con gli alleati europei". Tuttavia, aggiunge il segretario dem, "io non mi sento di dire che sono cambiate le cose per uno scenario che è esattamente quello di due mesi fa: con gli Ucraini che continuano ad essere uccisi e massacrati”.


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