Governo, il premier Draghi a caccia della via italiana al green pass, domani il Consiglio dei ministri

Governo, il premier Draghi a caccia della via italiana al green pass, domani il Consiglio dei ministri

Governo, il premier Draghi a caccia della via italiana al green pass, domani il Consiglio dei ministri


Alcuni nodi del nuovo decreto Covid devono essere ancora sciolti del tutto. Gli enti locali propongono il green pass obbligatorio per stadi, discoteche, congressi, ma pure per le lezioni in presenza a scuola in caso di focolaio (con vaccino raccomandato)

La scaletta dei lavori prevede domani una nuova riunione delle Regioni, poi la Conferenza con lo Stato, quindi la cabina di regia, successivamente il Consiglio dei Ministri, e alla fine la conferenza stampa del premier Mario Draghi.


I nodi

Ma alcuni nodi del nuovo decreto Covid devono essere ancora sciolti del tutto. Gli enti locali propongono il green pass obbligatorio per stadi, discoteche, congressi, ma anche per seguire le lezioni in presenza a scuola in caso di focolaio (con il vaccino raccomandato). E il ministro della Salute Roberto Speranza risponde con durezza a Matteo Salvini e alla Lega, e dichiara che il vaccino è essenziale pure sotto i 40 anni, a differenza di quanto sostenuto dagli esponenti del Carroccio. Le Regioni inoltre hanno proposto il certificato per i ristoranti ma soltanto qualora non siano in zona bianca. Ma non solo. Gli enti locali ipotizzano il 15% per le terapie intensive e il 20% per i ricoveri nei reparti ordinari quali soglie massime di occupazione dei posti letto per restare in zona bianca.


Il Ddl Zan

Intanto il destino del disegno di legge Zan sembra già scritto, molto probabilmente slitterà a settembre. La Lega ha presentato 700 emendamenti, ma i fari sono puntati sulle richieste di modifica di Italia viva e del gruppo delle Autonomie. Al momento le posizioni restano immutate e distanti: per i Democratici il fatto che il partito di via Bellerio abbia presentato una valanga di emendamenti è la riprova della volontà dei 'lumbard' di voler affossare la legge. "Se il Pd vuole dialogare noi li ritiriamo", la posizione della Lega. "Il dialogo è doveroso", insiste Salvini, ma Letta non ha intenzione di modificare la sua linea.


Il processo penale

La vera prova del fuoco per la maggioranza, in realtà, è sulla riforma del processo penale. Il Movimento 5 stelle in Commissione Giustizia alla Camera ha presentato 916 sub emendamenti. Erano già pronti ma Giuseppe Conte li aveva in qualche modo riposti nel cassetto, dopo l'incontro avuto ieri con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Si è cercata una convergenza su quattro o cinque modifiche, spiegano fonti parlamentari M5s, che avrebbero potuto cambiare il testo. C'è stata una interlocuzione con il governo ma quando nel Movimento si è capito che al momento non c'è margine per un'intesa allora si è presa la decisione di depositare le richieste pentastellate. Con l'ok direttamente dell'ex presidente del Consiglio e del capogruppo. Un segnale che per ora, al netto dei toni concilianti, non si registrano ancora passi avanti nel merito del provvedimento.


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