Governo, il si del Movimento Cinque Stelle al premier Draghi spacca il partito, proseguono le espulsioni

Governo, il si del Movimento Cinque Stelle  al premier Draghi spacca il partito, proseguono le  espulsioni

Governo, il si del Movimento Cinque Stelle al premier Draghi spacca il partito, proseguono le espulsioni


Dalle trionfali elezioni del 2018 i cinque stelle hanno perso 65 parlamentari, 33 deputati e 32 senatori, Alessandro Di Battista smentisce i presunti contatti con Italia Viva


Facce preoccupate, poca voglia di parlare. La nascita del governo Draghi non è stata proprio quello che può dirsi un 'lieto evento' tra le fila dei Cinque Stelle. Il voto di fiducia è costato infatti l'epurazione ai senatori e ai deputati che non hanno detto sì all'ex governatore della Bce. "Come già avvenuto al Senato, anche i portavoce del Movimento 5 Stelle che nel voto di fiducia alla Camera si sono espressi diversamente dal gruppo parlamentare sono stati espulsi," annuncia la sentenza su Facebook Vito Crimi. "Quello sulla fiducia - spiega il reggente - non è un voto come tanti altri. Stabilisce gli equilibri all'interno del Parlamento, determinando i posizionamenti fra maggioranza e opposizione. Chi non ha votato la fiducia a questo governo si è automaticamente collocato all'opposizione, dunque all'opposizione del Movimento che ha deciso di sostenerlo, ed era perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie scelte".


La mareggiata

Il clima è teso: "Maretta? Piuttosto mareggiata…", confidano fonti parlamentari. "Sento già le cavallette…" è l'immagine biblica che tirano in ballo le stesse fonti per spiegare un po' la situazione, tra il serio e il faceto. Una 'apocalisse a 5 Stelle' è quella che prova ad evitare la vicepresidente del Senato Paola Taverna, gettando acqua sul fuoco: "Ricordo che tanti colleghi che hanno votato in dissenso sono parte fondamentale del Movimento, oltre che amici fraterni e compagni di tante battaglie. Serve unità adesso, perché proprio in questo momento comincia la nostra più grande partita. Dobbiamo continuare ad essere la voce dei cittadini nelle Istituzioni, difendere i risultati raggiunti e completare la grande stagione di riforme avviata dal Movimento". Nei gruppi parlamentari pentastellati da un lato c'è la convinzione che questa scelta sia stata inevitabile, visto il pronunciamento degli iscritti sulla piattaforma Rousseau in favore della fiducia al governo Draghi; dall'altro un sentimento di dispiacere per i colleghi espulsi, verso cui si nutrono non solo rapporti di vicinanza politica ma anche umana: la convinzione è quella che gli "epurati" continueranno "a lavorare per il bene del Paese e a credere nei valori del Movimento".


ll dubbio

Insomma, l'espulsione dal gruppo parlamentare comporta anche l'espulsione dal Movimento? Nel primo caso tecnicamente decidono i responsabili dei gruppi, nel secondo i probiviri. In un'intervista la probivira Raffaella Andreola sottolinea la necessità di sospendere le espulsioni: "Il collegio dei probiviri si esprime all'unanimità dei propri membri su ogni provvedimento. Ritengo, quindi, opportuno sospendere in questo momento tutte le attività di ordinaria competenza e spettanza del collegio quali richiami, sospensioni ed espulsioni degli iscritti e portavoce del Movimento in attesa che vengano ricostituiti, secondo il mio punto di vista, in maniera completa nel pieno dello svolgimento delle funzioni, oltre che nel rispetto dei contrappesi associativi di tutti gli organi del M5S".

Le precisazioni

Intanto Alessandro Di Battista smentisce su Facebook la voce dei suoi presunti contatti con Italia dei Valori, uscita da fonti interne al Movimento: "Invito i miei ex-colleghi che hanno scelto legittimamente di passare dal Sì Conte NO Renzi al NO Conte Sì Renzi Sì Lega Sì Calenda Sì Bonino Sì BerlusconiDraghi, a non passare (oltretutto coprendosi dietro fantomatiche 'fonti') stupidaggini del genere sul mio conto ai giornali. Non ci fate, onestamente, una bella figura. Sono uscito dal Movimento, vivo la mia vita, non mi occupo di correnti, scissioni, nuove forze politiche. Ho solo idee diverse dalle vostre. Rispettatele senza comportarvi da infantili avvelenatori dei pozzi. State al governo? Occupatevi della classe media e della piccola e media impresa. Non di me. Patti chiari e amicizia lunga". “Quando si travalicano tutti i limiti, suggerisco a chi di dovere, di assumersi le proprie responsabilità. Non è sempre colpa di qualcun altro" gli fa eco sempre sui social Barbara Lezzi (tra gli epurati del Senato) rilanciando il post di Di Battista. In attesa del possibile arrivo delle cavallette, intanto volano gli stracci.


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