Matteotti, lo scranno del discorso contro il fascismo resterà vuoto. Meloni: “Ucciso da squadracce fasciste”

Matteotti, lo scranno del discorso contro il fascismo resterà vuoto. Meloni: “Ucciso da squadracce fasciste”

Matteotti, lo scranno del discorso contro il fascismo resterà vuoto. Meloni: “Ucciso da squadracce fasciste” Photo Credit: Agenzia Fotogramma


A Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, la cerimonia del 100esimo anniversario del celebre discorso del 30 maggio 1924, in cui vengono denunciate in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 6 aprile di quell'anno

"La Camera dei deputati onora Giacomo Matteotti, uno dei padri della nostra democrazia, vittima dello squadrismo fascista. Esattamente 100 anni fa, dallo scranno di quest'Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita. A perenne ricordo del suo sacrificio, questo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato". Così il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aprendo la cerimonia del 100esimo anniversario del celebre discorso del 30 maggio 1924, in cui Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 6 aprile di quell'anno.

Mattarella

Alla cerimonia hanno preso parte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Corte Costituzionale Augusto Antonio Barbera. Prima dell'inizio della cerimonia in aula, la mostra allestita in Transatlantico, dedicata a Matteotti, è stata illustrata al capo dello Stato, al presidente del Senato e al presidente del Consiglio, accompagnati da Fontana. Che nel suo intervento ha ricordato: "In quella seduta - aggiunge Fontana - egli domandò l'annullamento in blocco dell'elezione dei deputati di maggioranza, denunciando il clima di intimidazioni e violenze in cui si erano svolte le elezioni politiche del 6 aprile. Denunciò inoltre in modo dettagliato i brogli e le falsificazioni compiuti dai fascisti nei seggi elettorali di tutto il Paese. Il suo intervento fu continuamente interrotto da vivissimi rumori e proteste, come riportato dal resoconto stenografico della seduta".

La premier

 "Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell'Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee. Onorare il suo ricordo è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell'altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l'intolleranza e l'odio per l'avversario politico": così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Schlein

"A 100 anni dall'uccisione di Matteotti per mano fascista, è importante ricordare la sua figura di uomo politico straordinariamente legato al suo territorio, il Polesine, un territorio poverissimo, che nella sua battaglia contro i soprusi fascisti ha sempre portato la fatica dei braccianti che ha conosciuto dove è nato, a Fratta": così la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando alla Camera con i cronisti dopo la cerimonia, aggiungendo: "La cosa più importante da ricordare noi non a caso abbiamo scelto di fare la prima segreteria a Riano e di iniziare il congresso del Partito socialista europeo con una visita al monumento in sua memoria, è la sua forza di contrastare e dissentire nonostante le minacce ripetute. Credo che l'insegnamento più importante sia ancora vivo, quello che non c'è stato un prima e un dopo, perché il fascismo è stato strutturalmente violenza e negazione della libertà. Credo che questo sia il messaggio più forte che l'uomo politico Matteotti ci ha lasciato".



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