Movimento Cinque Stelle, Conte-Grillo, è finita: il leader "taglia" il contratto al garante perché "fa sabotaggio"

Movimento Cinque Stelle, Conte-Grillo, è finita: il leader "taglia" il contratto al garante perché "fa sabotaggio"

Movimento Cinque Stelle, Conte-Grillo, è finita: il leader "taglia" il contratto al garante perché "fa sabotaggio" Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Insolito lo strumento scelto per l'annuncio del "licenziamento": le anticipazioni del libro di Bruno Vespa, "molto movimentista", si ironizza negli ambienti più vicini al fondatore pentastellato. Ma nessuno per ora crede che sia il momento della resa

Per Giuseppe Conte "la scelta progressista è irreversibile. Metterlo in dubbio è già la prova di una diffidenza sbagliata". In queste parole di Goffredo Bettini, storico dirigente del Pd e molto ascoltato interlocutore dell'allora presidente del Consiglio ai tempi del governo Conte 2, c'è una lettura non marginale dello scontro in atto nel Movimento 5 stelle, anche se in superficie affiora altro. Non a caso dalla Liguria, dove è impegnato a sostegno del candidato Pd alla presidenza della Regione, Andrea Orlando, Conte sottolinea che vittoria o sconfitta alle regionali non muteranno "per convenienze" il rapporto con i dem e il sostegno dei 5 stelle al progetto comune in Liguria.

Lo scontro

Ma a tenere banco è lo scontro interno, che oggi vive una nuova puntata con l'annuncio da parte dell'attuale leader stellato dell'intenzione di troncare il contratto "per la comunicazione" con il fondatore e garante del Movimento, Beppe Grillo. L'ex premier accusa il rivale di fare "sabotaggio" e "controcomunicazione" e ribadisce che lo scontro non è fra due personalità ma di Grillo "contro la comunità" M5S impegnata nel suo "processo costituente". Insolito lo strumento scelto per l'annuncio del "licenziamento": le anticipazioni del libro di Bruno Vespa, "molto movimentista", si ironizza negli ambienti più vicini a Grillo. Una personalità M5S tra le più affezionate al fondatore si limita a commentare con amarezza: "Mi era chiaro che si andava a finire così".

Le fonti

Le fonti "contiane" tuttavia precisano che non è in corso nessun licenziamento: il contratto di Grillo "è ancora in vigore e andrà alla sua naturale scadenza nei prossimi mesi" (probabilmente a gennaio, la scadenza precisa non viene divulgata) ma comunque per Conte "non è più possibile rinnovarlo in queste condizioni". Furente la reazione di Danilo Toninelli, ex ministro ed ex capogruppo al Senato M5S, alle parole di Conte: "La gratitudine distingue i grandi, l'ingratitudine appartiene a chi tradisce chi lo ha reso ciò che è". Scende in campo tempestivamente anche Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, partner di Grillo agli albori del M5S: della vecchia creatura politica, commenta su Radio Rai, "è rimasto solo il nome". Poi avverte: "Il simbolo del M5S è di proprietà dell'Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio". Commento sferzante sulle parole di Casaleggio della vicepresidente dei senatori stellati Alessandra Maiorino: "Il grande imprenditore parla perché gli abbiamo tolto la mucca da mungere". Chi è rimasto fedele a Grillo giura che è il momento per il fondatore di riprendersi il simbolo e dare "un calcio nel sedere" a Conte, ma tra i parlamentari di provata fedeltà contiana c'è scetticismo sulle possibili mosse del comico genovese: "Se finora, diffide a parte, non si è mosso sul piano legale, vuol dire che Grillo non si sente così sicuro delle carte che ha in mano. E poi le azioni legali costano, e chi gliele paga?", si chiede un deputato di lungo corso del Movimento.

La partita

La partita ora si sposta su due terreni: il primo è quello dei gruppi parlamentari, dove, sia pure "in sonno", qualche grillino fedele è rimasto, "soprattutto alla Camera", dice una fonte interna; il secondo terreno dello scontro è il "processo costituente", il cui atto conclusivo, l'assemblea nazionale, è in programma per il 23 e 24 novembre: chi ne ha seguito dall'interno alcuni passaggi giura che dai tavoli di confronto non è arrivata una spinta a cambiare nome e simbolo (due dei "pilastri" che Grillo aveva annunciato di voler difendere ad ogni costo) ma che invece gli attivisti in larghissima maggioranza "non ne possono più delle intemerate di Grillo". Con questo spintone da parte di Conte, quindi, è probabile che arrivi al voto la proposta di cambiare il garante o ridimensionarne la figura. Per ora il blog di Grillo tace, l'ultimo post è sui "progetti di reddito universale". Ma nessuno per ora, nelle due fazioni che si scontrano, crede che il fondatore sia pronto alla resa.



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