Parlamento, cara Unione europea le locuste mangiatele tu, noi preferiamo la dieta mediterranea

Parlamento, cara Unione europea le locuste mangiatele tu, noi preferiamo la dieta mediterranea

Parlamento, cara Unione europea le locuste mangiatele tu, noi preferiamo la dieta mediterranea


Bruxelles ha detto sì: il piano d’azione Ue per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine animali a basso impatto ambientale, che possono sostenere la transizione verde della produzione. Le Camere sono in rivolta

Gli insetti tipo la locusta migratoria come nuovo alimenti, la questione Prosek-prosecco, la dieta mediterranea: su questi temi si sta disputando una battaglia a livello europeo, che vede un ampio fronte trasversale a difesa del made in Italy. E uno dei protagonisti è il senatore Gianpaolo Vallardi (Lega), presidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama.


L’eccellenza tricolore

Nel nome dell’eccellenza di decenni e decenni di storia italiana. E quindi, ad esempio per impedire che un vino che nulla ha a che fare con il frutto delle nostre viti (il Prosek croato) si appropri surrettiziamente di un "nome", un "marchio" ed una "fama" estesi in tutto il Mondo, cioè il nostro Prosecco. La recente risoluzione approvata all’unanimità in Commissione al Senato va proprio in questa direzione, ed è un ulteriore strumento per la lotta appunto contro il Prosek.


Il ddl

Come dire, non a caso Vallardi è il padre del ddl per la tutela della dieta mediterranea. L’obbiettivo è quello che il legislatore nazionale riprenda il lavoro già avviato da alcune Regioni ed estenda su tutto il territorio italiano la promozione e la valorizzazione della Dieta Mediterranea, non solo centrale per l’alimentazione e la tutela della salute degli italiani, ma anche alla base di una cultura che ha richiamato e richiama milioni di turisti da tutto il mondo, in cerca di tradizioni agro-eno-gastronomiche e di antichi costumi, usi ed usanze locali che nel cibo, nelle pietanze e nei prodotti italiani trovano la loro essenza ed il loro spirito storico, sociale e culturale.


Gli articoli

L’articolo 1 disciplina la finalità del disegno di legge che attribuisce alla Repubblica il compito di promuovere e valorizzare la Dieta Mediterranea presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, le amministrazioni pubbliche, gli enti privati, le strutture private e socio-sanitarie, oltre nel settore turistico ed enogastronomico. L’articolo 2, prevede che le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano si devono rendere promotrici di intese con istituti scolastici di ogni ordine e grado, amministrazioni pubbliche centrali e periferiche, strutture ed enti privati, aziende socio-sanitarie e operatori del settore turistico ed enogastronomico, al fine di rafforzare nel modo quantitativamente e qualitativamente più efficace la Dieta Mediterranea, favorendone un più ampio consumo, quale unica alternativa a piatti contenenti insetti ed aracnidi, che sono assolutamente lontani dalla storia e dalla cultura enogastronomica del nostro Paese.


Il pericolo

E sì, perché il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, che è formato da rappresentanti dei ventisette paesi membri dell’Unione europea e presieduto da un rappresentante della Commissione europea, ha approvato una proposta della Commissione europea per autorizzare il commercio delle larve delle tarme della farina, un coleottero il cui nome scientifico è Tenebrio molitor. La proposta prevede che questi insetti possano essere venduti e consumati come cibo in due formati: disidratati e interi, oppure come farina da usare come ingrediente di altri alimenti, ad esempio prodotti da forno o creme ad alto contenuto proteico. Nulla di più estraneo alla nostra cultura alimentare che si fonda, per antica tradizione culinaria, appunto sulla Dieta Mediterranea, iscritta dall'Unisco il 16 novembre 2010 nella prestigiosa Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. La Dieta Mediterranea fra l’altro è la dieta più studiata dalla comunità scientifica: oltre 5.000 lavori scientifici sono stati pubblicati sull’argomento dal 1984 ad oggi con un trend esponenziale che non accenna ad attenuarsi. Non solo: la tutela della Dieta Mediterranea va di pari passo con quella del territorio, con l'ottenimento di una produzione agricola primaria sana, di qualità, ottenuta con metodi eco-compatibili e nel rispetto delle regole, attenta alla salute del consumatore e rispettosa delle tradizioni ma aperta all' innovazione. In questo processo il nostro Paese è leader europeo indiscusso e può vantare il primato dei prodotti agroalimentari a "denominazione di origine" e a "indicazione geografica" riconosciuti dall'Unione europea: 314 prodotti agroalimentari e 526 vitivinicoli. In Italia si registra un aumento medio del 9,7% dei consumi nel 2020 dei prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, come l'olio extravergine d’oliva, la frutta e la verdura, fino alla pasta. A guidare la classifica della spesa mediterranea in Italia – come riporta Coldiretti – è la frutta con un incremento degli acquisti dell’11%. Al secondo posto l’olio extravergine d’oliva dove i consumi aumentano del 9,7%, davanti a verdura, con una crescita del 9%, e pasta (+8.9%), grazie al boom fatto registrare da penne e spaghetti certificati, fatti con grano 100% Made in Italy. Ad essere avvantaggiate sono state le esportazioni nazionali di conserve di pomodoro (+17%), pasta (+16%), olio di oliva (+5%) e frutta e verdura (+5%), che hanno raggiunto in valore il massimo di sempre. Anche negli Stati Uniti del resto nel 2021 la Dieta Mediterranea è diventata prototipo di stile di vita salutare, bilanciato e amico dell’ambiente.


Nutriscore

Insomma, la battaglia in corso è diretta pure contro il sistema europeo di valutazione degli alimenti, ovvero Nutriscore. Affermare che le patatine fritte servite da una catena di fast food francesi siano più salutari dell’olio extravergine italiano rasenta il ridicolo, e dovrebbe fare sorridere se non fosse drammaticamente preoccupante. Si può dire che un panino di carne pieno di salse e le patatine fritte siano qualitativamente migliori dell’olio d’oliva toscano, veneto o pugliese o di altre regioni d’Italia? Oppure si può sostenere il livello più elevato della carne sintetica? Per carità i gusti sono gusti, chi vuole mangiare carne di coccodrillo o locuste o magari pure ratti, lo faccia. Ma imporre sulla tavola insetti anche no, grazie.


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