Consulta, nuova fumata nera però le trattative fra i partiti vanno avanti e si guarda con ottimismo a giovedì

Consulta, nuova fumata nera però le trattative fra i partiti vanno avanti e si guarda con ottimismo a giovedì

Consulta, nuova fumata nera però le trattative fra i partiti vanno avanti e si guarda con ottimismo a giovedì Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Ancora nessun accordo per l'elezione di 4 giudici della Corte costituzionale, ai parlamentari sia di maggioranza sia di opposizione è arrivata di nuovo la comunicazione di porre nell'urna una scheda senza l'indicazione di nomi, cioè bianca, e così è stato

Scheda bianca. L'ennesima votazione per l'elezione di quattro giudici della Corte costituzionale ha portato oggi a un nuovo nulla di fatto, e niente quorum dei tre quinti dei componenti. Ai parlamentari di maggioranza e di opposizione è arrivata la comunicazione di porre nell'urna una scheda senza l'indicazione di nomi, e così è stato.


Montecitorio

Ma a Montecitorio già si guarda a giovedì prossimo. La Conferenza dei capigruppo della Camera è convocata per domani alle 9 per comunicazioni del Presidente e in Transatlantico non si esclude che sarà quella l'occasione per annunciare la nuova votazione, che deve essere decisa dai presidenti dei due rami del Parlamento. Se dopodomani si arriverà a eleggere i quattro componenti del plenum mancanti, viene fatto notare, ci sarebbe il tempo per procedere alle formalità e al giuramento dei neo-eletti al Quirinale, che si potrebbe tenere già sabato, e rispettare così la data segnata in rosso sul calendario della politica del 20 gennaio, termine ultimo previsto dalla legge per la Camera di consiglio della Consulta che dovrà esprimersi sull'ammissibilità dei referendum su autonomia, cittadinanza e jobs act.


I contatti

I contatti fra le forze politiche di maggioranza e opposizione intanto proseguono. Al termine della riunione dei gruppi del Pd, il presidente dei senatori Dem, Francesco Boccia, ha espresso ottimismo, così come ha fatto la capogruppo alla Camera, Chiara Braga. Sulla stessa linea anche Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia che a RaiNews24 ha confermato che i leader dei partiti stanno lavorando a un'intesa: "Penso che in settimana si risolva", ha affermato. Fino a ieri pomeriggio per la scelta del giudice 'esterno' ai partiti, in pole position c'era l'avvocata generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli. Per quello che riguarda i due giudici spettanti alla maggioranza, veniva dato per sicuro il nome del consigliere giuridico di Palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini. Per il secondo giudice si fanno da tempo i nomi del senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, e del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ma l'altra ipotesi che resta sul tavolo è che si vada verso un altro profilo tecnico, evitando che si faccia un nome di un parlamentare. La scelta dell'opposizione sarebbe caduta su Massimo Luciani, accademico dei Lincei, di area PD, che ha superato in extremis gli altri due candidati in campo: Andrea Pertici e Michele Ainis.

Le indiscrezioni

L’accordo, che sembrava possibile fino a qualche giorno fa, secondo le indiscrezioni si è arenato sullo stallo di Forza Italia e anche sull’indicazione della premier Meloni a non dare il via libera per i candidati parlamentari: uno stop che ha cancellato dalla lista i due azzurri, il viceministro Sisto e il senatore Zanettin, delle cui candidature comunque non era convinto lo stesso leader Tajani. Così è caduto un’altra volta nel vuoto l’auspicio del Quirinale a ripristinare il quorum per la Corte costituzionale. Che come atto di estrema cortesia verso questo possibile accordo in extremis in Parlamento, dopo mesi di ritardo, aveva rinviato la camera di consiglio sull'ammissibilità dei referendum dal 13 al 20 gennaio.


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