Ecco come funzionerà il MIA. Formulata la prima ipotesi del dopo Reddito di cittadinanza

Ecco come funzionerà il MIA. Formulata la prima ipotesi del dopo Reddito di cittadinanza

Ecco come funzionerà il MIA. Formulata la prima ipotesi del dopo Reddito di cittadinanza Photo Credit: agenziafotogramma.it


La Misura di inclusione attiva è la prima formula volta a sostituire il Rdc. L'idea è di mantenere un sussidio contro la povertà ma limitando gli errori del passato e tagliando le spese.

IL REDDITO DI CITTADINANZA SARÀ SOSTITUITO DA MIA

Il Ministero del Lavoro e quello del Tesoro stanno lavorando alla nuova formula del Reddito di cittadinanza. In primis, a cambiare sarà il nome che da Rdc diventerà Mia, acronimo che sta per Misura di inclusione attiva.

DUE CATEGORIE: OCCUPABILE E NON OCCUPABILI

La grande differenza riguarda il pubblico di riferimento che si sdoppia a seconda della situazione familiare sia per importo che per durata. Le famiglie senza persone occupabili dovrebbero prendere un importo più alto ed averlo più a lungo mentre le famiglie con persone occupabili dovrebbero avere al massimo 375 euro al mese (contro i 500 attuali) ed al massimo per un anno contro i 18 mesi delle famiglie povere senza occupabili. Una stretta dovrebbe arrivare anche sul tetto Isee per avere diritto al sussidio che dovrebbe scendere a 7.200 euro dai 9.360 attuali.

OFFERTE NON RIFIUTABILI, STOP ANCHE AI FURBETTI

In più si pensa ad un coinvolgimento attivo delle agenzie per il lavoro private, controlli per evitare i furbetti e conciliazione con i redditi da lavoro per evitare la tentazione del disimpegno. Punti essenziali per non ricadere negli errori precedenti che hanno, invece, portato a situazioni di stallo o nella peggiore delle ipotesi a vere e proprie truffe.

Le Agenzie per il lavoro saranno al fianco dei Cpi: per gli occupabili sarà creata una piattaforma online ad hoc dedicata all'incrocio di domanda e offerta. L'iscrizione sarà obbligatoria e i beneficiari della Mia - una volta fatti tutti i controlli del caso per evitare irregolarità - perderanno l'assegno anche in presenza di un solo rifiuto a una offerta di lavoro congrua (sarà tale se proveniente dalla propria provincia o da quelle confinanti). Per i non occupabili, invece, resta il percorso di inclusione sociale dei servizi del proprio Comune.


IL COMMENTO DI TRIDICO, IL PRESIDENTE DELL'INPS

Tra i primi a commentare la possibile riforma è stato Pasquale Tridico, il presidente dell'Inps: "Per i cosiddetti non occupabili cambia poco, il reddito di cittadinanza si conferma essere fondamentale come contrasto alla povertà. C'era da fare un lavoro sulle politiche attive, su tutto ciò che c'è attorno alla misura e questo mi sembra che vada nella giusta direzione. Noi abbiamo tanti inattivi e abbiamo progetti di inclusione che spesso non vengono svolti da Comuni e centri per l'impiego, qui mi sembra che ci sia una spinta molto forte in questa direzione". Il reddito minimo, rileva Tridico, "è una misura prevista dall'Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito. L'Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito. Mi sembra effettivamente una grande criticità".


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