07 luglio 2024, ore 22:00
I negozi nel nostro paese soffrono più che mai la concorrenza dei competitor online e a rimetterci è anche il fisco che negli ultimi dieci anni ha perso tasse per un valore quantificabile in 5,2 miliardi di euro
E-commerce padrone del mercato
Le opportunità commerciali nel mercato esistono, ma si spostano nel mondo digitale causando continue chiusure di negozi fisici. Un fenomeno preoccupante che ha dato il colpo di grazia a quasi 10.000 attività commerciali al dettaglio che non hanno gli strumenti per difendersi dalla concorrenza dell’online. Si parla spesso da un lato della necessità di tutelare e valorizzare le risorse del territorio e della possibilità di mantenere in vita tante piccole realtà che compongono il tessuto produttivo del nostro paese. Dall’altro, tuttavia, non si fa abbastanza per tutelare il commercio di prossimità. E se è vero che il mercato online sia un fenomeno inarrestabile, è altrettanto corretto affermare che siano necessari interventi per gestirlo.
Questione sociale
Sarebbe poi opportuno analizzare le ricadute sociali di un mercato che abbandona il territorio e si trasferisce online. In primo luogo ci si trova di fronte ad attività imprenditoriali che non hanno futuro e di conseguenza alla concreta difficoltà economica che le famiglie devono affrontare. Non è sempre facile reinventarsi, a maggior ragione se da tempo si gestiva una propria attività di vendita. Il secondo luogo la chiusura del negozio fisico infligge un duro colpo anche alla vita sociale delle persone. Il negozio fisico è infatti anche un luogo di riferimento, di aggregazione e di relazione. Tutto questo è chiaro che a causa del fenomeno E-commerce venga meno. Da questo punto di vista l’online spegne qualsiasi tipo di contatto e sposta tutto sul piano virtuale.
Perdita fiscale
Confesercenti ha realizzato un’analisi che mette in evidenza i dati di un mercato che vede crescere l’online e penalizzare drasticamente i negozi fisici. Confesercenti ha stimato un aumento del 13% della spesa online nel 2024. In termini fiscali la situazione si traduce in perdite enormi che ricadono sull’economia reale dei singoli territori, perché le piattaforme di E-commerce spesso pagano le imposte all’estero. Stando alle stime il fisco italiano accusa una perdita di oltre 5,2 miliardi dal 2014. Si tratta di entrate come Irpef, Tari e altre che farebbero comodo agli enti locali, rappresentanti delle necessità dei singoli territori. Risulta infatti fondamentale che ci sia una ricaduta economica e sociale delle attività per lo sviluppo generale degli stessi territori. Oltre alle chiusure emergono infine le mancate aperture da parte di giovani imprenditori che ci pensano due volte prima di intraprendere un’attività commerciale che possa subire la concorrenza spietata del mercato digitale. Gli acquisti online, del resto, sono aumentati di quasi dieci volte negli ultimi dieci anni, in Italia, passando da 75 milioni del 2013 ai 734 milioni previsti nel 2024.