Governo, sulla delega fiscale e la riforma del catasto il duello Draghi-Salvini continua

Governo, sulla delega fiscale e la riforma del catasto il duello Draghi-Salvini continua

Governo, sulla delega fiscale e la riforma del catasto il duello Draghi-Salvini continua


Tra i partiti, l'unico che si schiera con il Segretario leghista è Fratelli d'Italia, all'opposizione, è invece aspra la critica di Partito Democratico e Leu, anche Forza Italia prende le distanze dal suo alleato e il centrodestra è sempre più diviso

"Il governo va avanti. La sua azione non può seguire il calendario elettorale, perché deve seguire quello delle riforme": al termine della seconda giornata di Vertice Ue-Balcani a Brdo, in Slovenia, il presidente del Consiglio, Mario Draghi risponde così al leader della Lega, Matteo Salvini dopo la polemica sollevata dal numero uno del Carroccio sulla riforma del catasto e la legge delega fiscale.


La patrimoniale

"Non ci sarà un aumento delle tasse - è la replica di Draghi alle parole di Salvini - e non c'è una patrimoniale sulla casa" Nessuna crisi in vista dunque, sostiene il premier, il governo va avanti perché la sua "azione non può seguire il calendario elettorale, ma quello negoziato con la Commissione europea sui fondi del Recovery", lasciando intendere che la presa di posizione di Salvini sia stata in qualche modo determinata dal risultato elettorale non brillante alle amministrative. "Ieri a una domanda sulla crisi di governo ho risposto 'chiedete a Salvini'. Oggi Salvini ha parlato, ha detto che la partecipazione al governo non è in discussione - afferma il premier - poi ci vedremo nei prossimi giorni", ha continuato. E da parte del premier arriva una ulteriore rassicurazione al numero uno della Lega: la riforma del catasto non è una patrimoniale", non ci sarà un aumento del carico fiscale sulle case degli italiani". Piuttosto, continua Draghi, si tratta di "un'operazione di trasparenza, dura 5 anni e sulle tasse una decisione ci sarà nel 2026. Anzi, secondo alcuni, aggiunge Draghi, è possibile che la revisione delle rendite possa portare al calo dell'imposizione. "Questo governo non tocca le case degli italiani - ripete Draghi - e non intende aumentare le tasse: "Abbiamo detto fin dall'inizio che non avremmo aumentato le tasse. Sono passati sette mesi, non le abbiamo aumentate nonostante ci siano state molte richieste di farlo e abbiamo detto di no". Anche perché ha spiegato, un ritocco al rialzo del carico fiscale potrebbe "turbare la ripresa". "L'economia italiana era molto fiacca quando è entrata nella pandemia, ha avuto un trauma straordinario, il crollo dell'economia italiana è uno dei più alti nell'Ue. Ora è il momento in cui l'attività economica è ripartita, lasciamo che la ripresa si consolidi e non turbiamola con attacchi fiscali di vario tipo". Il governo infine, conclude il premier, potrebbe intervenire ancora sull'aumento delle bollette legato alla crescita dei costi dell'energia. Ma ciò non avverrà con un intervento diretto, ha lasciato intuire Draghi. "A parte la determinazione per mitigare i costi sociali degli aumenti dei prezzi, bisogna pensare anche a misure strutturali. La riflessione su questo avrà luogo all'interno della legge di bilancio". Ma l'aumento dei costi riguarda non solo l'Italia, ma l'intera Europa. Per questo il dossier energia arriverà anche una proposta Ue, che prevede un consorzio europeo sullo stoccaggio del gas. Al Vertice in Slovenia "molto rapidamente", ha confermato Draghi. Ma "si tratta di una proposta positiva - ha concluso - e la prossima settimana o quella successiva la Commissione presenterà una proposta che dovrà poi essere discussa al Consiglio europeo".


Il niet di Salvini

Il giorno dopo aver fatto disertare ai ministri leghisti il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla delega fiscale, Matteo Salvini insiste sul "secco no" del suo partito alla riforma governativa. La riorganizzazione del catasto e' una "patrimoniale nascosta" e non firmo "deleghe in bianco", assicura, attirandosi le critiche, aspre, del Pd che lo invita a fare "chiarezza", ma anche, più contenute, degli alleati del centrodestra governativo, Forza Italia e i centristi di Coraggio Italia e Udc. "Il passaggio che porta all'emersione del nero e dell'abusivo va benissimo, ma ogni possibilità attuale o futura di un aumento della tassa sulla casa non potrà mai avere il sostegno della Lega. Il sostegno della Lega al governo non è in discussione quando si tratta di tagliare le tasse", precisa il segretario leghista. "Contiamo che il Parlamento modifichi questi passaggi, tolga qualsiasi ipotesi di riforma del catasto e di patrimoniale sulla casa dalla delega fiscale", aggiunge, chiedendo che sia inserita la rottamazione delle cartelle esattoriali, e sostanzialmente indicando una possibile via d'uscita. Ma il segretario chiarisce che non c'è volontà di ritirare il sostegno a Mario draghi. "La Lega è dentro, se vogliono escano Letta e Conte", dice. Il capo della Lega avrebbe sentito ieri il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, assente in cabina di regia, sostituito dal collega Massimo Garavaglia. E potrebbe avere un colloquio telefonico nelle prossime ore con il presidente del Consiglio Mario draghi, che ieri lo ha esortato a "spiegare". Segnali che si sta lavorando per una 'ricomposizione' dello strappo. Ma i toni dei leghisti restano alti. "Se non ci si lascia nemmeno discutere un provvedimento che rischia di avere pesanti conseguenze sulle tasche dei cittadini significa che ci stanno accompagnando alla porta", sostiene il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. Mentre il responsabile economico Alberto Bagnai lamenta come sia "difficile stare in maggioranza quando si è trattati da opposizione".


Gli altri partiti

Tra i partiti, l'unico che si schiera con Salvini è Fratelli d'Italia, all'opposizione. "Ha fatto bene la Lega a non votare una delega in bianco - afferma Giorgia Meloni -. D'altronde, Letta e il Pd non hanno mai fatto mistero di voler aumentare le tasse sulla casa e colpire chi produce ricchezza". "Io non avrei abbandonato il Consiglio dei ministri", dice invece Giovanni Toti. "Credo che la ragione strutturale per cui abbiamo costruito il governo draghi sia anche per fare quelle riforme che potrebbero sembrare un po' scomode, anche se poi in realtà non credo lo siano, proprio perché tutti i partiti che ne fanno parte se ne assumono un pezzetto di responsabilità", aggiunge il governatore ligure, che chiede un "tagliando" del centrodestra dopo il deludente esito della Amministrative. E' invece aspra la critica di Pd e Leu. Francesco Boccia parla di "fallo di reazione schizofrenico" da parte di Salvini, che, a suo giudizio, ha un evidente "problema" con i ministri leghisti. "Salvini è nell'angolo dopo la batosta alle amministrative e tenta disperatamente di raccontare agli italiani le fake news dell'aumento delle tasse per fare campagna elettorale in queste due settimane che ci separano dai ballottaggi", afferma Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd. "Pur di raccattare qualche voto racconta bugie agli italiani e crea problemi al governo, con l'unico risultato di mostrare a tutti la sua inadeguatezza. Se non condivide l'azione del governo si prenda le sue responsabilità, esca, apra la crisi e lasci lavorare in pace il governo draghi nell'interesse del Paese". "E' chiaro che Salvini strappi sul fisco e provi a scaricare sul governo l'insuccesso del proprio partito alle elezioni", dice il senatore di Leu Francesco Laforgia. "Meno chiaro è perché la Lega non sia disponibile a ragionare sul contrasto all'elusione e l'evasione fiscale. Salvini decida una buona volta da che parte sta".

 


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