Italicus, 50 anni fa la bomba sul treno. Una strage dimenticata e ancora senza sentenze definitive di condanna

Italicus, 50 anni fa la bomba sul treno. Una strage dimenticata e ancora senza sentenze definitive di condanna

Italicus, 50 anni fa la bomba sul treno. Una strage dimenticata e ancora senza sentenze definitive di condanna Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Mattarella: “L’Italia seppe respingere quell'attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione dell'unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione”. La Russa: “Un terribile attentato di matrice neofascista”

Con la memoria torniamo a domenica 4 agosto 1974, 50 anni fa, è l’1.23 di notte, siamo sul treno Roma-Monaco, ci sono 342 persone a bordo, fuori c’è l'Appennino bolognese, il tratto di transito è a San Benedetto Val di Sambro, all’improvviso un’esplosione fortissima, che squarcia cielo e terra, è una bomba, ci sono 12 morti e 48 feriti.

Ordine Nero

L'attentato viene rivendicato da Ordine Nero, ma gli imputati alla fine sono stati assolti. A 50 anni di distanza i procedimenti giudiziari non hanno ancora portato a sentenze definitive di condanna. Però le indagini e i processi hanno confermato il legame con la strategia neofascista di quegli anni. Il Presidente Mattarella parla di ‘parte significativa della stagione stragista dell’estrema destra’: “Nella catena sanguinosa della stagione stragista dell'estrema destra italiana, di cui la strage dell'Italicus è parte significativa, emerge la matrice neofascista, come sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione e dalle conclusioni della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia P2, pur se i procedimenti giudiziari non hanno portato alla espressa condanna di responsabili. La società italiana e le sue Istituzioni seppero respingere quell'attacco alla convivenza civile grazie alla forza e alla coesione dell'unità della comunità nazionale, fondata sui principi della nostra Costituzione".

La Russa

Sui social il presidente del Senato La Russa ricorda ‘un terribile attentato di matrice neofascista’: “È con profonda commozione che ricordiamo la terribile strage dell'Italicus, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974. Un ordigno fatto esplodere mentre il treno viaggiava sulla linea ferroviaria Bologna-Firenze, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro provocò la morte di dodici persone. A distanza di 50 anni da questo attentato di matrice neofascista - come stabilito dalla Corte di Cassazione - rinnoviamo il nostro dolore e ci stringiamo alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti per una ferita che resta ancora aperta".

Fontana

Secondo il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana "Ritorna oggi la memoria, dolorosa, di un altro vile attentato terroristico che ha insanguinato la storia del Paese: la strage dell'Italicus, di cui si profila la matrice neofascista, ci riporta a cinquant'anni fa. Mai potremo dimenticare quei fatti, chi morì a seguito dell' esplosione, i feriti e mai scorderemo il gesto eroico del forlivese Silver Sirotti, che sacrificò la sua vita per soccorrere i passeggeri. Ai familiari delle vittime e alle comunità testimoni di questo dramma rinnoviamo oggi la nostra vicinanza. Onorarne la memoria significa tenere accesi i fari del ricordo e continuare a percorrere con determinazione la strada della verità e della giustizia".

IV

Per Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato. “Cinquanta anni fa, la strage dell'Italicus aggiungeva un'altra terribile tragedia alla lunga scia di lutti determinata dalla 'strategia della tensione. Quella bomba, esplosa su una carrozza del treno Italicus all'uscita della galleria dell'Appennino, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, provocò dodici vittime e centocinque feriti. E, come ha ricordato anche il Presidente Mattarella, è stata parte di una matrice neofascista che puntava a sovvertire gli equilibri democratici della nostra Repubblica. Ricordare è un elemento essenziale per delineare i profili dell'identità della nostra comunità nazionale, fondata sui valori che gli assassini volevano scardinare. Un pensiero memore e commosso alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che operarono in quel drammatico giorno di mezzo secolo fa", conclude l’esponente renziano.



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