La guerra in Ucraina, i calciatori si scagliano contro il presidente russo Putin

La guerra in Ucraina, i calciatori si scagliano contro il presidente russo Putin

La guerra in Ucraina, i calciatori si scagliano contro il presidente russo Putin


Gli occhi del mondo sono puntati verso la guerra in Ucraina, e le reazioni anche dal mondo del calcio non si sono fatte attendere. I calciatori contro il presidente russo Putin

Con la guerra in Ucraina, cominciata, non mancano le reazioni del mondo del calcio. In Europa sono tanti i giocatori originari che si sono espressi sui social e sul campo di gioco. In serie A Ruslan Malinovskyi, centrocampista dell’Atalanta, che ripostando una storia pubblicata dalla moglie su Instagram ha manifestato tutto il dolore per la situazione nel suo paese: “Piango per la mia Ucraina, per il nostro popolo e per la mia casa. Questo è un crimine contro tutta l’umanità, bisogna fermare questo orrore”. La parole più dure provengono dal calciatore ucraino più famoso in questo momento, Oleksander Zinchenko del Manchester City che ha dato sfogo non solo alla disperazione ma soprattutto alla rabbia verso il presidente russo Vladimir Putin: “Spero che tu possa fare una morte dolorosa”. Le reazioni arrivano anche dal rettangolo di gioco con Roman Yaremchuk, attaccante del Benfica che nel match di Champions League di ieri contro l’Ajax si è tolto la maglietta dopo aver segnato mostrando e baciando più volte lo stemma dell’Ucraina.


Appello dei giocatori brasiliani di Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev

Con il campionato ovviamente sospeso, sono tanti i calciatori che tentano di lasciare l’Ucraina, compresi i brasiliani di Shakhtar e Dinamo Kiev. Da brividi il videomessaggio registrato all’interno di un hotel da parte di tutti i giocatori riuniti con le rispettive famiglie: “Stiamo aspettando di capire come si evolve la situazione. Le frontiere sono chiuse, lo spazio aereo è chiuso, non si sa come poter partire. Chiediamo appoggio al governo brasiliano perché ci possa aiutare a lasciare il Paese il prima possibile". Anche Roberto De Zerbi e il suo staff sono bloccati in hotel e stanno cercando il modo per andare via. Oggi l’allenatore dello Shakhtar Donetsk è intervenuto ai microfoni di Sky sport provando a descrivere la situazione: "Siamo tutti in hotel, la situazione è precipitata da stamattina. Ci siamo svegliati in malo modo con delle esplosioni. Stiamo bene, la situazione è tesa perché c’è preoccupazione. Finché il campionato non fosse stato sospeso trovavamo ingiusto partire. Rifarei la stessa scelta, ora la situazione è diversa e il calcio è sospeso. Stiamo cercando il modo per andare via".


La finale di Champions League si giocherà a San Pietroburgo?

La guerra in Ucraina potrebbe cambiare i piani dell’Uefa. Dopo un breve periodo di silenzio, il presidente dell’Uefa, Ceferin ha infatti convocato una riunione straordinaria del comitato esecutivo per venerdì 25 febbraio alle 10. Il 28 maggio a San Pietroburgo è prevista la finale della Champions League ma dall’Inghilterra sono già certi che il luogo verrà cambiato. Boris Johnson si è espresso sul caso dichiarando che "non ci sono chance che una Russia sempre più isolata possa ospitare una manifestazione calcistica".



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