Meloni, a Tokyo conferma l’asse con il Giappone, accoglie le dimissioni di Sgarbi e apre gli agricoltori

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Il passaggio di consegne del G7, dalla presidenza giapponese a quella italiana, è stato uno dei temi al centro dell'incontro fra il capo dell’esecutivo e il collega nipponico Kishida al Palazzo Kantei, con la capitale imbiancata da una forte nevicata

Grande "sintonia" con un Paese, il Giappone, al cuore di un’area "strategica" come quella dell'Indo-Pacifico, in cui l'Italia vuole aumentare la sua presenza politica ed economica. Giorgia Meloni arriva al Palazzo Kantei di Tokyo, con la città imbiancata da una forte nevicata, per ribadire la collaborazione con Kishida Fumio, il premier giapponese con cui l'anno scorso ha firmato un Partenariato strategico bilaterale che in dodici mesi ha già prodotto risultati "concreti".


Indo-Pacifico

Quella dell'Indo-Pacifico, sottolinea la premier dopo l'incontro bilaterale e la cena di lavoro, "è un'area inevitabilmente strategica, la cui dimensione strategica è aumentata negli ultimi anni. Credo che sia un quadrante nel quale è fondamentale la stabilità ma anche un quadrante che offre grandi opportunità all'Italia, e che offre grandi opportunità a livello multilaterale e a livello bilaterale". Proprio il Giappone, spiega, ha chiesto a Roma "di aumentare la nostra presenza nell'area, anche su una cooperazione in ambito di difesa". Una richiesta accolta come sottolinea l'arrivo nell'agosto prossimo - per esercitazioni congiunte - della porta-aerei "Cavour", della nave scuola "Vespucci" e degli F35. "C'è secondo me un interesse a una maggiore e migliore presenza italiana, particolarmente nell'anno in cui presiediamo il G7 perché l'Indo-Pacifico è per la dimensione del gruppo dei 7 particolarmente importante", ha detto Meloni.


Il G7

Proprio il passaggio di consegne del G7, dalla presidenza giapponese a quella italiana, è stato uno dei temi al centro dell'incontro. Una presidenza che si svilupperà in "continuità" con quella nipponica, che ha fatto un "immenso lavoro", mantenendo "viva" l'attenzione su alcune "grandi sfide", come l'Ucraina e l'Indo-Pacifico. La presidenza italiana del G7 intende "continuare a dedicare particolare attenzione alla tutela dell'ordine internazionale basato sul diritto. Dalla risoluzione pacifica delle crisi globali, al rapporto con i Paesi del Sud globale, con un focus particolare sull'Africa, sulla sicurezza energetica e alimentare. Il tutto intorno a un concetto semplice, quello della centralità dell'uomo, fondamentale anche nell'approccio rispetto alle nuove tecnologie". Altro tema che era nell'agenda del summit di Hiroshima e che sarà ripresa è quello dell'Intelligenza artificiale, che per la presidente del Consiglio presenta "grandi opportunità" ma anche "enormi rischi", con la "reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando via potenzialmente la classe media". Serve dunque, per Meloni, "adottare principi guida e un codice di condotta per le aziende che sviluppano l'intelligenza artificiale".


Kishida

Meloni e Kishida hanno trattato anche i principali dossier internazionali, su cui c'è "forte convergenza di vedute": dalla crisi di Gaza, dove "entrambe le nostre nazioni sono impegnate a fornire assistenza umanitaria" alla situazione del Mar Rosso "che ha ripercussioni sulla stabilità e sul commercio mondiale" fino all'Ucraina e all'Indo-Pacifico, "area strategica di rilevanza globale, che deve fare i conti con importanti nodi regionali". Sul tavolo del confronto anche i rapporti economici bilaterali, con un interscambio che nel 2023 è cresciuto del 10%, raggiungendo oltre 15 miliardi di euro. Con Kishida è stata sottolineata la possibilità di ulteriori partnership, in particolare in settori 'classici' come la difesa ma anche innovativi come la microelettronica, l'energia, l'aerospazio, l'intelligenza artificiale, la biomedicina e la robotica. A questo proposito, prima di vedere il premier giapponese Meloni aveva incontrato, nella residenza dell'ambasciatore italiano a Tokyo, i vertici di alcuni dei principali gruppi nipponici con interessi in Italia: Mitsubishi Heavy Industries; Hitachi Ltd; Ntt Corporation; Denso Corporation; Ebara Corporation; Mitsubishi Ufj Financial Group Inc (Mufg); Mitsui & Co. Ltd; Marubeni Corporation. L'Italia, è stato il messaggio della premier, guarda con "grande interesse" all'ulteriore sviluppo di partenariati industriali e tecnologici con il Giappone e in particolare il governo è "dalla parte del sistema produttivo", è al lavoro per rafforzare il sistema delle imprese e renderlo più solido per attrarre investimenti.


Italia

E in punto stampa Meloni ha trattato anche temi di politica nazionale, Alla domanda sull'ostruzionismo parlamentare alla riforma del premierato, il presidente del Consiglio ha detto: "L'opposizione fa il suo lavoro, mi sembra abbastanza normale, loro non vogliono l'elezione diretta del capo del governo, è una posizione legittima, è normale che cerchino di realizzarla con gli emendamenti. Per quello che riguarda la maggioranza, sono molto contenta del fatto che, lavorando, si sia trovata una formulazione della norma che è più chiara rispetto alla precedente e che ribadisce un fatto semplice: sono gli italiani, se passa la riforma, che devono scegliere da chi farsi governare. Serve stabilità dei governi, basta con gli inciuci, basta con il trasformismo, basta con i governi tecnici. Se la democrazia funziona, si esercita, si risponde alla volontà dei cittadini. È quello che noi stiamo cercando di realizzare". E ha concluso con una stoccata all'opposizione: "Non mi stupisce che coloro che in questi anni hanno privilegiato governi costruiti nel palazzo, oggi siano contrari, ma resta il fatto che abbiamo avuto un mandato dagli italiani e intendiamo portare avanti la riforma che io considero in assoluto la madre di tutte le riforme". Un'altra risposta ironicamente polemica Giorgia Meloni l'ha riservata alla segretaria del PD, quando le è stato chiesto cosa volesse risponderle, riguardo alle critiche mosse al governo, circa i ritardi sul caso di Ilaria Salis, la maestra milanese detenuta da un anno in Ungheria: "Non so cosa intenda Elly Schlein sul grave ritardo del governo, se lei è più brava di noi, saprà sicuramente cosa fare". Sulle dimissioni, con polemica, di Vittorio Sgarbi, dopo il pronunciamento dell'Antitrust, la premier non ha avuto tentennamenti: "penso che la decisione di Sgarbi di dimettersi sia stata quella corretta. Aspetto di incontrarlo a Roma per accogliere le dimissioni". Infine, è stata posta la questione della protesta degli agricoltori che hanno "minacciato" di portare i trattori fino alla capitale per farsi ascoltare. Su questo tema, Giorgia Meloni ha ribadito la sua vicinanza ai lavoratori: "Abbiamo sempre incontrato gli agricoltori. Il mondo agricolo è uno dei settori ai quali abbiamo dato priorità con la nostra azione di governo. Abbiamo riportato da 5 a 8 miliardi le risorse del PNRR per gli agricoltori, nella sua rinegoziazione. Rispetto ad altri paesi, dove la protesta si concentra anche sul mancato rinnovo degli incentivi sul gasolio, noi abbiamo fatto lo sforzo di applicare questo rinnovo. Il nostro impegno si è visto anche nella difesa dei prodotti di eccellenza italiani. La famosa norma che vieta la produzione di cibo sintetico, oggi viene presa a modello in diversi paesi europei e nel mondo". In conclusione, quindi, Meloni ha voluto far presente che la protesta non riguardi specificamente le politiche del suo governo, quanto quelle dell'Europa, poiché, a suo parere: "molta della rabbia degli agricoltori oggi arriva da una lettura ideologico della transizione ecologica che ha pensato di poter difendere l'ambiente, combattendo gli agricoltori. Questa non è la mia visione. Io penso che gli agricoltori, invece, vadano coinvolti nella transizione, affinché quest'ultima funzioni".



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