Nuova inchiesta sull'urbanistica milanese: sequestrato un palazzo a Brera. Ventisette indagati Photo Credit: ANSA
11 dicembre 2025, ore 15:20
Sono 27 gli indagati in questo nuovo ciclo di indagini sull'urbanistica milanese. Un edificio nel centro del capoluogo meneghino è stato sequestrato preventivamente. I giudici contestano la Scia e le norme non rispettate
Nuovo terremoto nell’edilizia meneghina.
I FATTI
Uno dei nodi della nuova vicenda giudiziaria cha ha investito il settore urbanistico dell’amministrazione Milanese, ruota attorno a un vizio di qualificazione dei lavori. Secondo il giudice che ha disposto il sequestro preventivo del cantiere della Torre UNICO -BRERA nel centro del capoluogo lombardo, i lavori sono stati autorizzati nel 2019 come “ristrutturazione edilizia” invece che come nuova costruzione, consentendo, così, ai coinvolti nell’indagine di pagare oneri di urbanizzazione assai più bassi di quelli dovuti. Dunque, con le accuse di falso e anche abusi edilizi, lottizzazione abusiva, sono state indagate 27 imprenditori, tra le quali architetti, ex componenti della commissione per il paesaggio e funzionari del comune milanese. Il complesso in costruzione nasce, infatti, su un’area vuota dove 10 anni fa venne demolito un edificio del 700. La nuova struttura prevede due immobili di 4 e 11 piani in via Anfiteatro, la più alta sfiora i 35 metri, previsti 27 appartamenti e 45 abitanti potenziali. Già negli atti dello scorso marzo la Procura diretta da Marcello Viola parlava di un "altro oscuro capitolo della gestione urbanistica negli Uffici del Comune di Milano", facendo riferimento a due zone del "centro storico", via Zecca Vecchia e via Anfiteatro appunto, con palazzi di pregio che prima appartenevano all'amministrazione. Aree poi cedute ai privati e, infine, messe all'asta per nuovi interventi immobiliari. Su quell'area di via Anfiteatro 7, dove ora stava per essere completata la torre Unico-Brera, prima c'era "il rudere di un edificio a ringhiera della seconda metà del '700" che nel 2005 era stato destinato "ad un progetto di risanamento conservativo per 9 alloggi di edilizia popolare", ma poi "demolito nel 2006" con motivazione di "somma urgenza".
LE NORME ANTINCENDIO NON RISPETTATE
Nelle pratiche edilizie relative alla torre "il progetto è dichiarato non soggetto alle norme di prevenzione incendio, quando di fatto l'edificio dovrebbe essere soggetto a tale normativa", in particolare a quella per palazzi alti più di 24 metri. E' un altro dei dettagli che emerge dal decreto del gip, nel quale viene riportato anche il lavoro della consulente dei pm, l'architetta Roberta Collicelli, che ha analizzato tutti gli atti di quelle "procedure fortemente alterate". Un caso in cui tra i 27 indagati figura anche il notaio davanti al quale è stata sottoscritta la convenzione tra i dirigenti comunali e i legali rappresentanti della società costruttrice. Nel provvedimento si legge pure che, come era già emerso nei mesi scorsi, alcuni documenti allegati alla ricostruzione della pratica di via Anfiteatro 7 erano stati "eliminati" dal sito del Comune e, dunque, gli investigatori della Gdf erano riusciti ad acquisirli con un'ordine di esibizione e "successivo sequestro" delle carte negli uffici comunali.
LA DIFESA
L'aspetto più stupefacente di questa vicenda è che, contrariamente ad altre operazioni, c'è stato un pronunciamento del Consiglio di Stato passato in giudicato. Consiglio di Stato che attesta la legittimità piena del titolo edilizio. Non solo, già nella fase di indagini avevamo depositato i provvedimenti amministrativi. Riprova della completa liceità dell'operazione". Lo spiega l'avvocato Federico Papa, legale di Carlo Rusconi, imprenditore e costruttore dell'omonima impresa, annunciando ricorso al Riesame contro il sequestro preventivo della torre Unico-Brera in realizzazione. Carlo Rusconi, 73 anni, è indagato in qualità di legale rappresentante "della società operatrice RS Sviluppo", "acquirente dell'area" di via Anfiteatro 7 nel dicembre del 2018. Tra i 27 indagati figura anche il figlio Stefano Rusconi.



