Quirinale, Mattarella: “Multilateralismo per questi tempi bui”. Papa Prevost: “No alla cancel culture” Photo Credit: AnsaFoto.it
14 ottobre 2025, ore 15:12
Il Santo Padre, nella sua prima visita ufficiale al Colle, ha donato al Presidente un mosaico del Colosseo e una copia dell'Esortazione apostolica 'Dilexi te'. Il Presidente invece una acquaforte del XVII secolo e una biografia di Santa Rosa da Lima
Un mondo in bilico, in cui anche la pace in Medioriente appare ancora lungi dall'essere raggiunta, reclama una riscoperta del multilateralismo, del rispetto tra i popoli nel rispetto del diritto, abbandonando il metodo della politica che divide e urla per seguire quello dell'integrazione Europea e dei rapporti tra Italia e Santa Sede. Sergio Mattarella cita esplicitamente la soluzione dei 'due popoli-due stati' per il conflitto israelo-palestinese e rivendica, di fronte a Papa Prevost nella sua prima visita di Stato al Quirinale, la necessità di ritrovare la strada del dialogo, come fu per i Padri Costituenti, per ripudiare autenticamente la guerra ed evitare che a governare la terra siano le elite e gli oligarchi.
Il punto
Primo punto, che trascende l'attualità ma ribadisce un'ormai antica amicizia tra le due sponde del Tevere: esiste un "legame imprescindibile tra Santa Sede e Italia". Oggi è evidente la "vicinanza del popolo italiano, che ritrova nella Sua azione, in favore della centralità della persona umana, della pace e del dialogo, valori condivisi e fondanti, che sono anche alla base della nostra Costituzione". Valori comuni e fondanti appunto, da riscoprire adesso che "viviamo tempi di grande difficoltà". "Il Secondo dopoguerra aveva saputo puntare a un mondo costruito sul multilateralismo, su di un sistema che prevedeva il dialogo per la soluzione delle controversie. Un sistema che oggi sembra progressivamente accantonato", riconosce quasi mestamente il Presidente, "le istituzioni allora sorte appaiono indebolite - talvolta strumentalmente, e irresponsabilmente, delegittimate - e non in grado di incidere con la necessaria efficacia sulle crisi attuali". E' un intero sistema che vien meno, ed ora "la tentazione di fare ricorso alle armi per risolvere una disputa, sembrano talvolta prevalere; dignità e diritti di singoli, di gruppi, di popoli sono sovente calpestati". Ne è prova la guerra in Ucraina e, pur con la tregua appena raggiunta, quella in Mediorente. Qui alle atrocità del 7 Ottobre hanno "fatto seguito una reazione, che ha superato non soltanto criteri di proporzionalità, ma anche i confini di umanità" e, anche se esiste "una scintilla di speranza" (Mattarella non tralascia di citare le parole di Leone XIV) , non bisogna nutrire troppo facili entusiasmi.
La pace
Infatti "la pace vera, duratura, risiede nell'animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni". Insomma, non basta che tacciano ora le armi: bisogna "uno stabile percorso di pace". Più chiaramente: si agisca "per rilanciare la soluzione di uno Stato per ciascuno di due popoli, la sola in grado di consentire la possibilità di un futuro in cui tutti - Israele e Palestina - trovino pace e sicurezza". Il quadro generale però resta "allarmante" e "i suoi riflessi non risparmiano neppure le nostre società, alle prese con frequenti fenomeni di polarizzazione, di integralismo, di emarginazione dei poveri e degli svantaggiati". Sono due facce della stessa medaglia e noi, scandisce Mattarella, "non vogliamo arrenderci alla prospettiva di una società dominata da oligarchi o, meglio, da privilegiati, in base al censo, alla spregiudicatezza, all'indifferenza verso gli altri, che si profila rimuovendo i valori di uguaglianza, di solidarietà, di libertà". Un modello da seguire, del resto, esiste, e si chiama Europa.
Europa
"Un'indicazione di grande significato proviene dall'Europa e dalla sua storica svolta che ha visto popoli che si erano a lungo duramente combattuti raccogliersi insieme intorno ai principi di pace e di collaborazione per un futuro comune", ricorda il Capo dello Stato, "un nucleo di valori, che, nei padri fondatori - molti di formazione cristiana - ha trovato ispirazione nel rispetto della dignità di ogni persona, della solidarietà, della giustizia, e che costituisce l'anima delle nostre democrazie, intese non soltanto come rispetto delle "regole del gioco", ma nella essenza più profonda di garanzia di libertà, uguaglianza, partecipazione. Tutti antidoti alla contrapposizione irriducibile, ai conflitti di ogni genere, alla guerra". Del resto già un pontefice lo teorizzo': Pio XII, nel suo messaggio per il Natale del 1944 cui Mattarella oggi, come altri spesso in passato, attribuisce il titolo di "storico". Si apriva, con quel messaggio, la fase che avrebbe portato al multilateralismo, all'integrazione europea, ad una convivenza pacifica tra popoli e democrazie. Oggi, per ottenere gli stessi risultati, "una responsabilità specifica spetta ai decisori politici e a quanti influenzano l'opinione pubblica, nel rifuggire dall'esaltazione dei contrasti piuttosto che nel coltivare, al contrario, dialogo e reciproca comprensione". Al contrario di chi semina paura e divisione, Chiesa e Repubblica Italiana sono protagoniste di una "fruttuosa alleanza" per cui Stato e Chiesa, "ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani", si trovano "uniti nel comune obiettivo di tutelare e accrescere il bene comune". Non a caso negli annali non si trova traccia di una voce alzata troppo, da una riva all'altra del Tevere, o di un indice puntato.
Leone XIV
Anche nel suo intervento Papa Leone XIV ha posto l’accento sul dramma dei conflitti globali e sulla necessità di una risposta condivisa e lungimirante. “Viviamo tempi in cui, accanto a tanti segni di speranza, molte sono le situazioni di grave sofferenza che feriscono l’umanità a livello mondiale. Il primo impegno che desidero richiamare è quello per la pace”, ha detto il Pontefice. Ha quindi rinnovato “l’appello accorato affinché si continui a lavorare per ristabilire la pace in ogni parte del mondo e perché si promuovano i principi di giustizia, equità e cooperazione tra i popoli, che ne sono le basi irrinunciabili”. Leone XIV ha espresso gratitudine all’Italia per l’impegno “in favore delle popolazioni colpite da guerra e miseria, in particolare nei confronti dei bambini di Gaza, anche attraverso la collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù”. Il Papa ha poi affrontato il tema della tutela della vita e del calo delle nascite, invitando le istituzioni a un impegno concreto per le famiglie. “È fondamentale il rispetto e la tutela della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento alla vecchiaia”, ha affermato Leone XIV, auspicando una crescente sensibilità “sull’accesso alle cure e ai medicinali secondo le necessità di ciascuno”. Riguardo al calo demografico, ha ammonito che “occorre promuovere scelte in favore della famiglia, garantendo a tutti il sostegno di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alla maternità e alla paternità”. “Padre, madre, figlio, nonno e nonna — ha aggiunto — sono parole che nella tradizione italiana evocano amore, rispetto e dedizione, valori fondamentali per la società intera. Facciamo tutto il possibile per dare fiducia alle giovani famiglie, perché possano guardare serenamente al futuro”.



