Sebastian Vettel: è addio alla Ferrari alla fine di questa stagione

Sebastian Vettel: è addio alla Ferrari alla fine di questa stagione

Sebastian Vettel: è addio alla Ferrari alla fine di questa stagione


Il pilota tedesco Sebastian Vettel lascerà la Ferrari e Maranello a fine campionato 2020, dopo 5 anni in rosso e 14 Gp vinti. Al suo posto, Sainz o Ricciardo.

Sebastian Vettel lascerà la Ferrari a fine stagione, sempre ammesso che il campionato riesca a partire in luglio. Maranello e il pilota tedesco hanno ufficializzato la decisione di comune accordo, in uno scarno comunicato congiunto.

La Ferrari e il quattro volte campione del mondo hanno solo reso noto la decisione "di non prolungare il rapporto di collaborazione tecnico-sportiva oltre la sua naturale scadenza, prevista nel 2020". E’ toccato, così, al team principal della Ferrari, Mattia Binotto, spiegare più diffusamente la decisione, definita la miglior soluzione per entrambe le parti. "Non c’è stato un motivo specifico – scrive Binottoma la comune e amichevole constatazione che sia arrivato il momento di proseguire il nostro cammino su strade diverse".

Sebastian Vettel, da parte sua, ha fatto solo sapere di non aver deciso l’addio per questioni di soldi. Dopo 5 campionati e 14 Gp vinti, la sensazione è che negli ultimi due anni si fosse spento il reciproco entusiasmo, stagioni caratterizzate da molte delusioni ed anche errori del tedesco e dall’esplosione di Charles Leclerc, l’uomo su cui punterà Maranello.

Perché, bisogna essere onesti, il quattro volte campione del mondo era arrivato in Italia con la promessa implicita e di riportare il mondiale in rosso, ma non solo. L’ambiziosissimo progetto era quello di fare di Sebastian Vettel il nuovo Michael Schumacher. Se non è mai sfuggita l’impossibilità di ripercorrere l’epopea del fuoriclasse di Kerpen, si puntava come minimo ad una nuova era-Ferrari in Formula 1. Non è andata così e certo non unicamente per colpa del pilota.  


Solo forse in due delle sue cinque stagioni in Italia, Maranello è riuscita a fornire a Vettel una macchina buona per dare l’assalto al campionato. Mai, però, una monoposto dominante, come ai tempi di Schumi. Questo non significa ridurre il peso degli errori e delle mancanze – forse anche dei difetti – di Vettel, ma ricordare che non si vince o si perde mai da soli. Di sicuro, come accennavamo, l’anno della svolta è risultato essere il penultimo, quando troppe volte il tedesco è sembrato finire preda del suo nervosismo. Da allora, un tarlo deve essersi insinuato dalle parti della Gestione Sportiva, spingendo poi la Ferrari a puntare sempre di più sul giovane e indiscutibile talento di Charles Leclerc.

Fin troppo facile scrivere della naturale tensione che si va a creare fra il campione affermato e la stella nascente, una storia vecchia quanto lo sport, perfetta per animare film e romanzi, ma potenzialmente tossica per l’equilibrio di una squadra. La Ferrari, così, ha deciso di puntare tutto sul monegasco, un’opportunità gigantesca, ma anche un’enorme scommessa. Con una percentuale di rischio elevatissimo. 

Senza il parafulmine Sebastian Vettel, ben presto onori e oneri ricadranno tutti sulle spalle di Charles Leclerc, già al bivio della vita, fra storia e occasione irripetibile buttata via. 



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