A Bari pastaie in sciopero, niente orecchiette fatte in casa ai turisti, anche oggi bancarelle chiuse

A Bari pastaie in sciopero, niente orecchiette fatte in casa ai turisti, anche oggi bancarelle chiuse

A Bari pastaie in sciopero, niente orecchiette fatte in casa ai turisti, anche oggi bancarelle chiuse Photo Credit: foto agenzia fotogramma.it


È rivolta contro alcuni food blogger che sostengono che in realtà le orecchiette spacciate per fatte in casa siano industriali, il Sindaco del capoluogo pugliese chiede il rispetto delle regole

Chi non è mai stato a Bari non può capire, ma nel vicolo Arco basso, di fronte all'imponente Castello Svevo, solitamente si possono vedere le pastaie che con i loro ingredienti creano le famose orecchiette pugliesi che molti turisti acquistano prima di lasciare la Puglia. Le famose orecchiette fatte a mano che sono finite anche sulla prima pagina del New York Times, qualche anno fa, sono tornate sotto i riflettori dopo il sospetto di alcuni food blogger che sospettano siano prodotti industriali e non “fatte in casa” come tradizione vuole. I dubbi sono nati anche da alcuni servizi giornalistici che hanno parlato anche di scarse condizioni igieniche in ristoranti improvvisati in case private. Così per dare una risposta netta a queste accuse, le Pastaie baresi hanno deciso di scioperare per qualche ora ieri e lo faranno anche questa mattina, domenica 17 novembre.


Vicoli vuoti

Così ,chi si trovava a passeggiare nel vicolo Arco basso, di fronte all'imponente Castello Svevo, ieri mattina non ha trovato le pastaie con i loro telai carichi di pasta e farina, e neppure le signore con le “mani in pasta”. Tutto era fermo per protesta. Niente orecchiette pugliesi. Nunzia, una delle pastaie simbolo nel borgo antico, ci tiene a precisare che "non c'è nessuna truffa, sono orecchiette essiccate artigianalmente, sono tutte fatte a mano ma le dobbiamo far seccare per una questione di igiene. I turisti le portano a Parigi, in America, e hanno bisogno di quelle ben secche, perché sono resistenti e non si guastano nel trasporto". Altrimenti si rischia che si formi la muffa.


Una professione a rischio?

La signora Nunzia si rivolge anche al Comune di Bari per chiedere lumi: "Cosa dobbiamo fare, rinunciare a questo lavoro, a questa tradizione pluriennale? Dateci disposizioni, noi siamo pronti ad accoglierle perché vogliamo lavorare in maniera serena". Non è mancata la risposta del sindaco di Bari, Vito Leccese, il quale ha detto di “voler tutelare una tradizione che risale ai nonni dei nostri nonni: la strada delle orecchiette esercita un richiamo turistico straordinario” aggiungendo “perché è sempre stata fino ad ora testimonianza di autenticità”.


La Protesta continua

Con la vendita delle orecchiette a Bari vecchia vivono molte famiglie, solo nel vicolo Arco basso sono una decina. La protesta, spiegano le pastaie, dovrebbe ricominciare anche oggi, domenica 17 novembre, sempre per mezza giornata. Ieri dopo le parole del Sindaco di bari la protesta è rientrata e le bancarelle nel vicolo Arco basso si sono di nuovo riempite di orecchiette “fatte in casa”. Nelle strade affollate di turisti oltre alla pasta vengono venduti anche pomodori secchi, taralli e qualche dolcetto con spiegazioni fornite rigorosamente in inglese. Il primo cittadino di bari ha aggiunto anche che “va salvaguardato, unitamente alla tutela dei consumatori e degli acquirenti. Le artigiane di Bari vecchia potranno essere accompagnate dall'amministrazione comunale in un percorso virtuoso che consenta di tenere in vita tradizione, appeal turistico e rispetto delle regole".



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