Consiglio europeo, Draghi predica ancora prudenza sul Covid, e sull’immigrazione è scontro con Giorgia Meloni

Consiglio europeo, Draghi predica ancora prudenza sul Covid, e sull’immigrazione è scontro con Giorgia Meloni

Consiglio europeo, Draghi predica ancora prudenza sul Covid, e sull’immigrazione è scontro con Giorgia Meloni


Il premier: "Il mio obiettivo non era ottenere un accordo sui ricollocamenti, tutto quanto visto nelle settimane passate mi diceva che sarebbe stato prematuro”. Il presidente di Fdi: “L'Europa abbandona l'Italia, un clamoroso fallimento del governo”

"La pandemia non è finita, non ne siamo ancora fuori. Il Regno Unito qualche settimana fa aveva un numero di casi più o meno pari a quello della Francia di oggi, ora sono 20 volte tanto. Quindi la pandemia va ancora affrontata con determinazione, con attenzione, con vigilanza". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi al termine del Consiglio europeo conferma sul Covid una linea di prudenza. "Da ciò - aggiunge - si deducono alcune conseguenze: prima di tutto, teniamo alta la pressione sui tamponi, continuiamo a farli, è molto importante per individuare con prontezza lo sviluppo di nuove varianti e di nuovi contagi. Sequenziamo di più, dalla discussione è emerso che molti Paesi sequenziano molto più di noi".


L’Ema

"Abbiamo passato in rassegna i punti di incertezza degli ultimi mesi, forse occorre un rinforzo e una riforma dell'Ema" sottolinea il premier, aggiungendo che "sui vaccini la considerazione è stata che il vaccino russo Sputnik non è ancora riuscito ad ottenere, e forse non avrà mai, l'approvazione dell'Ema mentre il vaccino cinese - che non aveva mai fatto domanda e che comunque l'Ema non ha mai approvato - mostra di non essere adeguato, si veda l'esperienza in Cile, ad affrontare l'epidemia". "Il Green Pass - spiega inoltre Draghi - è fondamentalmente una storia di successo perché sia la Commissione, sia i governi come il nostro sono riusciti a produrre un green pass in tempi molto ristretti: ora bisogna affrontare il coordinamento sul suo uso tra noi prima di tutto e poi tra noi e i Paesi terzi, perché c'è una grande varietà di comportamenti", quindi "occorrono coordinamento e uniformità di comportamenti". Sempre in tema Covid il presidente del Consiglio avverte infine che "in Inghilterra la diffusione della variante Delta sta creando incertezza nella ripresa economica, su cui il Paese era avviato molto bene: noi non vogliamo né trovarci in questa situazione, né soprattutto in autunno, quando ricominciano le scuole e i trasporti pubblici ricominciano ad essere pieni, ritrovarci nella situazione dello scorso anno. È passato un anno, avremo imparato anche qualcosa".


L’immigrazione

Tema caldo caldo all'ordine del giorno del Consiglio, inoltre, quello legato alle gestione dei migranti: "Devo registrare con soddisfazione - a parte il dato che il tema è stato inserito all'ordine del giorno dopo che da tre anni non se ne parlava - il fatto che tutto che quello che noi abbiamo chiesto è stato accolto rapidamente, tanto è vero che l'approvazione delle conclusioni ha preso solo qualche minuto. In particolare viene sviluppata la cosiddetta dimensione esterna dell'Unione europea nelle politiche di migrazione. Su questo è stata una sessione che ci ha visto soddisfatti, ma naturalmente poi bisognerà mettere in atto tutti gli impegni di politica che sono espressi nel comunicato finale". "Il mio obiettivo - continua Draghi - non era ottenere un accordo sui ricollocamenti, tutto quanto visto nelle settimane passate mi diceva che sarebbe stato prematuro avere un accordo per noi conveniente, è chiaro che è possibile avere un accordo in ogni istante ma deve essere un accordo che abbia della convenienza e che sia nell'interesse italiano". "Questo accordo - aggiunge - non può essere basato su una redistribuzione obbligatoria dei migranti perché non sarebbe accettato al momento, per cui in ogni caso sarebbe un accordo di tipo bilaterale o trilaterale e di questo stiamo parlando". Il premier sottolinea inoltre che "oggi l'obiettivo era di ottenere un coinvolgimento significativo, massiccio dell'Ue nelle zone del Nord Africa e del Centro Africa e nelle zone che manifestano instabilità. Non solo nei confronti della Turchia ma anche nei confronti di questi Paesi, primo tra tutti la Libia. Il testo concordato con tutti gli altri partner è da questo punto di vista molto impegnativo". E Draghi si dice sicuro che "la migrazione resterà nell'agenda del Consiglio europeo, qualunque sia la proposta di oggi, non mi farei troppi problemi: il problema dell'immigrazione ha bisogno dell'Europa, che ha bisogno di affrontarlo possibilmente in armonia senza escludere l'accordo tra gruppi di Paesi". Ma proprio sull’immigrante arriva un pesante attacco da Fdi e dal presidente del partito Giorgia Meloni: "Incomprensibile la soddisfazione del premier Draghi per le conclusioni del Consiglio europeo sull'immigrazione. Al rinnovo dell'accordo con la Turchia di Erdogan e allo stanziamento di altri tre miliardi di euro da versare ad Ankara corrisponde, infatti, il nulla totale sul fronte del Mediterraneo centrale. Poche e generiche righe sulla Libia, nessun impegno concreto per bloccare le partenze, zero azioni risolutive per arginare il flusso incontrollato di immigrati. Risultato: l'Europa abbandona l'Italia al suo destino. Un clamoroso fallimento del nostro Governo che non può essere nascosto sotto il tappeto”.


Il caso-Putin

In merito all'iniziativa franco-tedesca per aprire un canale di dialogo con il presidente russo Vladimir Putin, invece, "la discussione è stata lunga, controversa e sostanzialmente è arrivato un po' come una sorpresa per molti, molti ne hanno letto la notizia sul Financial Times di ieri: però il tentativo di riuscire ad avere un incontro in formato Unione europea-Russia andava fatto. Io ho sostenuto la necessità che andasse fatto, anche perché piuttosto che essere dubbiosi sulla propria importanza e potenza, i Paesi europei devono essere orgogliosi della manifestazione di forza che danno quando parlano insieme e tutti", sono le parole del presidente del Consiglio, che ribadisce di aver sostenuto "l'opportunità di fare questo incontro in versione completa dell'Ue, però alcuni altri Paesi - in particolare i nordici, ma non esclusivamente - un po' per la sorpresa dell'incontro e un po' perché sono più vicini alla Russia hanno sostanzialmente accantonato questa idea, almeno per il momento". Draghi poi aggiunge: "La posizione italiana sulla Russia è quella affermata in altre occasioni, la Russia è un attore importante sul fronte economico e politico, non può che essere coinvolta nei negoziati, sia industriali sia sul clima, quindi bisogna mantenere un dialogo attivo e operativo, nello stesso tempo bisogna essere franchi su tutto ciò che non va". "Lo spionaggio, gli attacchi cyber, gli hackeraggi, la disinformazione e su questo - se il dialogo va mantenuto - occorre che da parte russa si facciano dei progressi - conclude il premier - Il rispetto dei diritti umani è un'altra questione che ormai occupa i primi posti nella nostra attenzione. Insomma, "cooperazione e franchezza" sono le parole d'ordine ribadite dal premier.

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