Cop 26, leader mondiali premono per affrontare l'emergenza climatica al più presto, India e Cina frenano

Cop 26, leader mondiali premono per affrontare l'emergenza climatica al più presto, India e Cina frenano

Cop 26, leader mondiali premono per affrontare l'emergenza climatica al più presto, India e Cina frenano


Il premier indiano fa marcia indietro sull'impegno siglato dai G20 e sposta di vent'anni in avanti la dead-line per azzerare le emissioni; la Cina, invece, aumenta la produzione di carbone di 1,1 milione di tonnellate al giorno

La consapevolezza c'è, i toni forti da ultimo annuncio ci sono, la volontà di agire anche, almeno a parole; ma poi, mentre il premier britannico Boris Johnson usa metafore d'effetto, paragonando la platea di leader presenti alla Cop 26 a James Bond, 007 al servizio di Sua Maestà, nato a Glasgow, che si trova ad affrontare la fine del mondo, dai Paesi che più dovrebbero ridimensionare la portata del loro impatto sull'ambiente, arrivano delle vere e proprie docce fredde. Il premier indiano Modi gela il forum: "L'India raggiungerà l'obiettivo delle emissioni zero nel 2070", ha dichiarato, il giorno dopo esser stato al G20 di Roma nel quale l'impegno preso, seppure generico, era quello di azzerare le emissione a "metà del secolo". E' un cambio di passo. Che attiva subito le diplomazie. Il premier italiano Mario Draghi in primis: "Sul piano degli obiettivi, delle ambizioni, non ci sono molte differenze - ha affermato il Presidente del Consiglio italiano - Sulla velocità con cui affrontare le sfide ancora ci sono divergenze. Che sia stato per la prima volta accettato da tutti che i gradi necessari siano un grado e mezzo e non due è molto importante". E aggiunge che al G20 l'India "ha molto aiutato" ad esempio sull'obiettivo di metà  secolo: "con la diplomazia dello scontro non si arriva a niente", ha concluso.

Gli attivisti (e i Windsor)  mostrano ai Grandi la via da seguire

 L'atmosfera formale e noiosa dei vertici internazionali si è scaldata con le paure e le speranze dei grandi momenti storici, e con la passione e la rabbia della generazione Greta, ammessa per la prima volta al cospetto dei leader, con gli interventi di giovani attivisti. Il principe del Galles, Carlo ha sostenuto che il pericoli legati al clima sono più pericolosi del Covid. Ha evocato i tempi di guerra, evoca suo nonno Giorgio quando dice "dobbiamo metterci sul piede di guerra, serve una mobilitazione militare". Anche sua madre, la Regina Elisabetta, ricomparsa, dopo qualche giorno di stop per motivi di salute,  in un video messaggio inviato ai leader che siedono a Gasglow, ha usato toni decisi: "Non è più tempo delle parole ma dell'azione", ha detto e indossando un abito verde con una spilla a farfalla, dono del marito, il principe Filippo, ha voluto ricordare che nella Royal Family, l'attenzione alla natura è nel Dna.

La Cina annuncia, più carbone  per uscire dalla crisi

Se l'India ha fatto marcia indietro, anche la Cina non scherza nel mettere in atto delle scelte che vanno in conflitto con gli sforzi per azzerare o almeno ridurre le emissioni nocive: ha aumentato la produzione giornaliera di carbone di oltre un milione di tonnellate negli sforzi per allentare la crisi energetica. Allo stato, la Cina è il più grande inquinatore (29,9% di emissioni) al mondo, con l'87% delle produzione energetica legata ai combustibili fossili (di cui il 60% costituito dal carbone) e la fase di transizione si è dimostrata complessa.

Dai leader, l'impegno: stop alla distruzione delle foreste entro il 2030

Ma al di là delle marce indietro, degli stop and go, un primo importante risultato c'è: i leader mondiali concluderanno oggi il loro summit di due giorni nell'ambito della Cop26 con una dichiarazione nella quale sottoscrivono di voler porre fine alla  deforestazione entro il 2030 con un impegno da 19,2 miliardi di dollari. Lo rivela la stampa britannica anticipando, secondo quanto riferito da Downing Street, la dichiarazione di Boris Johnson in proposito. "Questi grandi ecosistemi brulicanti, queste cattedrali della natura, sono i polmoni del nostro Pianeta", le parole del premier britannico. Tra i firmatari della 'Dichiarazione di Glasgow sulle foreste e la Terra' anche Jair Bolsonaro, Xi Jinping e Vladimir Putin. 



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