Covid, allarme dell'Unicef: 100 milioni di bambini in più sprofondati nella povertà, dal mese di marzo del 2020

Covid, allarme dell'Unicef:  100 milioni di bambini in più sprofondati nella povertà, dal mese di marzo del 2020

Covid, allarme dell'Unicef: 100 milioni di bambini in più sprofondati nella povertà, dal mese di marzo del 2020


In tutta la storia dell'agenzia dell'Onu che si occupa dell'infanzia, non si era mai verificato un incremento così drammatico del numero di bambini in povertà: le previsioni per tornare ai livelli pre-pandemia parlano di sette - otto anni; il Covid minaccia decenni di progressi fatti per l'infanzia in difficoltà

Bambini sempre più poveri a causa della pandemia

"Il Covid ha colpito i bambini in una misura senza precedenti, diventando la peggiore crisi per i bambini che l'Unicef abbia visto nei suoi 75 anni di storia". Per l'anniversario della sua fondazione,  l' Agenzia dell'Onu per l'infanzia, ha promosso un rapporto dedicato proprio ai danni provocati dalla pandemia: "Si stima che un numero impressionante di 100 milioni di bambini in più ora vivano in povertà multidimensionale a causa della pandemia, un aumento del 10% dal 2019. Questo corrisponde a circa 1,8 bambini ogni secondo da metà marzo 2020. Il percorso per riguadagnare il terreno perduto è lungo e anche nel migliore dei casi, ci vorranno sette-otto anni per recuperare e tornare ai livelli di povertà dei bambini pre -pandemia", avverte l'Unicef.

Dopo anni di progressi, condizioni dell'infanzia peggiorate

Il rapporto evidenzia come il Covid stia "minacciando decenni di progressi sulle sfide principali per l'infanzia come povertà, salute, accesso all'istruzione, nutrizione, protezione dei bambini e benessere mentale. A quasi due anni dalla pandemia, l'impatto diffuso continua ad aggravarsi, aumentando la povertà, radicando la disuguaglianza e minacciando i diritti dei bambini a livelli mai visti prima". In particolare, circa "60 milioni di bambini in più si trovano ora in famiglie a livello economico inferiore rispetto a prima della pandemia. Inoltre, nel 2020, oltre 23 milioni hanno saltato i vaccini essenziali - un aumento di quasi 4 milioni dal 2019, e il numero più alto in 11 anni".

In aumento lavoro minorile

Anche prima della pandemia, circa 1 miliardo di bambini in tutto il mondo soffriva di almeno una privazione grave, mentre la ripresa ineguale rafforza le crescenti divisioni tra bambini ricchi e poveri.  Inoltre, il numero di bambini nel lavoro minorile è salito a 160 milioni in tutto il mondo - un aumento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi quattro anni. Altri 9 milioni di bambini rischiano di essere spinti nel lavoro minorile entro la fine del 2022 a causa dell'aumento della povertà innescato dalla pandemia. E 50 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, e questa cifra potrebbe aumentare di 9 milioni entro il 2022 a causa dell'impatto della pandemia sulla dieta dei bambini, sui servizi di nutrizione e sulle pratiche alimentari.

Guerre, clima e ora la pandemia minacciano l'infanzia

"Nel corso della nostra storia, l'Unicef ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone", ha dichiarato il direttore generale Henrietta Fore. "Questi risultati sono ora a rischio. Mentre il numero di bambini che hanno fame, non vanno a scuola, subiscono abusi, vivono in povertà o sono costretti a sposarsi sta aumentando, il numero di bambini che hanno accesso alle cure sanitarie, ai vaccini, a cibo sufficiente e ai servizi essenziali sta diminuendo. In un anno in cui dovremmo guardare avanti, stiamo andando indietro". "In un'epoca di pandemie globali, conflitti crescenti e un peggioramento dei cambiamenti climatici, mai come oggi è  fondamentale un approccio incentrato sui bambini. Siamo a un bivio. Mentre lavoriamo con i governi, i donatori e altre organizzazioni per iniziare a tracciare il nostro percorso collettivo per i prossimi 75 anni, dobbiamo tenere i bambini al primo posto per gli investimenti e all'ultimo per i tagli. La promessa del nostro futuro è  fissata nelle priorità che stabiliamo nel nostro presente", ha concluso Fore.


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