Fabri Fibra a RTL 102.5: “Il mio disco si chiama ‘Caos’ perché per me scrivere è un modo per mettere ordine al mio disordine"

Fabri Fibra a RTL 102.5: “Il mio disco si chiama ‘Caos’ perché per me scrivere è un modo per mettere ordine al mio disordine"

Fabri Fibra a RTL 102.5: “Il mio disco si chiama ‘Caos’ perché per me scrivere è un modo per mettere ordine al mio disordine"


Questo pomeriggio Fabri Fibra è stato ospite durante “The Flight”, condotto da Matteo Campese e Francesco Taranto, e ha parlato del suo nuovo album "Caos", frutto di un lavoro durato tre anni

Dopo cinque anni Fabri Fibra è tornato con un nuovo album. Un’attesa che, quindi, ha dato i frutti sperati. “Sto bene. Sono caldo, logicamente, perché ho passato tutta la notte a seguire l’uscita. Ieri sera abbiamo fatto una cena tutti insieme aspettando l’una. Ho ascoltato tutto il disco dalle tre alle quattro di notte, appena sono arrivato a casa, mi sono seduto ancora con il giubbotto e il cappello”, ha raccontato il rapper. “Sono stato tre anni in studio, ho sentito questo disco solo io con le persone che hanno lavorato con me e nessun altro. Nel momento in cui esce e arriva a tutte le persone alle quali pensi mentre scrivi, in quel momento tutto succede. Fa strano, le canzoni sono sempre le stesse, ma fa strano sentire il disco prima che esca in studio da soli e sentirlo quando è uscito ma ascoltarlo in streaming, sai che lo stanno ascoltando anche gli altri. È come se da quel momento la gente facesse della tua musica ciò che vuole: tu pensi di aver fatto un pezzo allegro e invece la gente lo ascolta in momenti tristi e viceversa. Ognuno fa suo il senso di ogni canzone”.

“CAOS”: IL NUOVO ALBUM DI FABRI FIBRA

Caos” è il nuovo album di Fabri Fibra, disco uscito cinque anni dopo “Fenomeno”. Un’attesa molto lunga, la più lunga di tutti i dischi di Fibra. “Il mio disco ‘Caos’ nasce per me in un momento particolare: ho avuto un cambio di etichetta, ho iniziato a scriverlo nel 2019. L’ultimo disco è uscito nel 2017, ho finito il tour nel 2018, ero in studio nel 2019 e stavo uscendo dalla mia vecchia etichetta discografica. In mezzo c’è stata la pandemia. È stato strano gestire questo disco, c’è stato un momento che è stato come un salto nel vuoto”, ha detto Fabri Fibra. “Ho bisogno di lavorare molto da solo, non riesco ad avere qualcuno che mi dica di scrivere su determinate strumentali. Voglio essere il direttore artistico di me stesso. Ho bisogno della base giusta che mi faccia dire determinate cose. Ci sono artisti che si segnano delle rime e poi le cantano direttamente su delle strumentali prendendo esempio già da canzoni di altri, io non lavoro così. Ognuno ha il suo metodo. Voglio scrivere sulle basi che non assomigliano a quelle degli altri. Se ascoltate ‘Caos’ non ci sono pezzi che ascoltandoli ricordano altro. Voglio fare qualcosa di più personale ed emotivo”.
Perché il disco si chiama “Caos”? “Ho scelto questo nome perché per me scrivere è un modo per mettere ordine al mio disordine. Inizialmente volevo chiamarlo ‘Propaganda’, ma tutte le canzoni non venivano rappresentate da questo titolo”, ha dichiarato Fibra. “Certe canzoni potevano appartenere a quel titolo, altri non le vedevo bene con quel titolo, mi sembrava riduttivo per il senso intero del disco. Guardando la tv vedevo sempre la parola ‘caos’, quando aumentavano i contagi, c’era un caos generale. È una parola che lega tutte le canzoni del disco”.
Caos” è un album che ha un intro e un outro, una cosa che forse sta tornando, perché le persone stanno ricominciando ad ascoltare i dischi per intero. “Oggi c’è la mania, grazie allo streaming, di andare ad ascoltare la canzone che ti piace e l’ascolti subito. Per me è importante ascoltare il disco dall’inizio alla fine, come un film, c’è un’evoluzione”, ha detto il rapper. “È per questo che non ho fatto uscire niente prima. Lo streaming è una bellissima cosa, però non vorrei che costringesse gli artisti a limitarsi. Molti buttano fuori una canzone dietro l’altra senza creare un percorso artistico proprio, invece quando butti fuori un disco intero è come se raccontassi un momento intero della tua vita”.
Nel disco c’è “Stelle”, brano che Fibra canta con Maurizio Carucci, degli Ex-Otago, e con la collaborazione di Dardust. “C’è questa tripletta magica. Il beat di Dardust è un mix tra disco e urban, da ragazzino ero un po’ nauseato perché volevo sentire il rap, ora che sono cresciuto c’è un effetto nostalgico”, ha detto il rapper. “Poi c’è il ritornello di Carucci che ha queste frasi visionarie, è magico. È un pezzo da pista ma non ha precedenti, è una novità”.

UN TUFFO NEL PASSATO

Durante l’intervista su RTL 102.5, Fabri Fibra ha riascoltato alcuni dei suoi brani, tra cui "Pamplona" con i Thegiornalisti. “Fa strano riguardare anche i video, in senso buono. Ti torna in mente quella giornata in cui li hai girati. Ad esempio, quando abbiamo girato il video di ‘Pamplona’ è stata una giornata fantastica”, ha raccontato Fabri Fibra. “Lo saluto, gli voglio bene anche se non ci sentiamo da un po’”, ha detto riferendosi a Tommaso Paradiso.

CURIOSITÀ SU FABRI FIBRA

In diretta su RTL 102.5Fabri Fibra ha raccontato qualcosa in più di sé. Ha parlato, ad esempio, di un tatuaggio particolare che voleva fare. “Volevo tatuarmi la parola ‘Resisti’. Perché a livello artistico vivo in un Paese dove tutti mi dicono che il rap è bello, ma che però devo cantare. Che devo smetterla di fare i testi sempre da arrabbiato, che devo essere più simpatico, che devo vestirmi più elegante se vengo in radio. Io faccio il rap: a me il rap ha dato tanto, sono fan del rap e sono me stesso così”, ha dichiarato Fibra. “Ho cominciato ad ascoltarlo in provincia, mi ha permesso di conoscere gente, confrontarmi con persone della mia età. Il rap mi ha dato l’opportunità di conoscere e vivere, sono grato al rap e sono convinto che se tu dai tanto a lui, lui ti ripaga. Quindi resisto. Perché non devo essere fedele a me stesso?”.



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