La carica dei vaccini: dopo Pfizer e Moderna, anche per Astrazeneca in arrivo il via libera dell'Europa

La carica dei vaccini: dopo Pfizer e Moderna, anche per Astrazeneca  in arrivo il via libera dell'Europa

La carica dei vaccini: dopo Pfizer e Moderna, anche per Astrazeneca in arrivo il via libera dell'Europa


Da oggi in Italia vengono distribuiti i vaccini realizzati da Moderna, il primo carico con 47 mila dosi è arrivato nella notte al Brennero; intanto sul tavolo dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, arriva il dossier sul vaccino Oxford-Astrazeneca

A breve parere dell’Ema su vaccino AstraZeneca

L'Agenzia europea del farmaco (Ema) da oggi esamina la richiesta di autorizzazione all'immissione in commercio condizionata (Cma) per il vaccino anti Covid-19 prodotto da AstraZeneca, in collaborazione con l’Università di Oxford e che viene realizzato in parte in Italia all’Irbm di Pomezia. Solo qualche giorno fa, Piero Di Lorenzo, amministratore delegato del Centro di Ricerca italiano, annunciava che con il via libera europeo potrebbero essere in grado di consegnare, entro giugno, 50 milioni di dosi in Italia. La decisione dell’Europa dovrebbe arrivare entro la fine di gennaio. La Presidente della Commmissione Ue Ursula von der Leyen ha salutato con soddisfazione queste "buone notizie”: “L'Ema valuterà la sicurezza e l'efficacia del vaccino. Una volta che il vaccino avà ricevuto un parere scientifico positivo, lavoreremo a tutta velocità per autorizzare l'uso in Europa", ha scritto su Twitter. I tempi dell’approvazione del vaccino AstraZeneca sono così stretti perché l’Ema ha già esaminato diversi aspetti relativi alla qualità, alla sicurezza e all’efficacia del vaccino che, lo ricordiamo, è già somministrato in Gran Bretagna.

Da oggi parte in Italia la distribuzione del vaccino Moderna

Il primo stock di 47mila dosi realizzate dalla casa farmaceutica Moderna è arrivato nella notte al valico del Brennero ed è stato portato a Roma all'Istituto Superiore di Sanità (Iss), per poi essere distribuito in 4-5 Regioni individuate dal commissariato all'emergenza di Domenico Arcuri. Le destinazioni privilegiate sarebbero le Regioni virtuose, capaci cioè in questa fase di smaltire, attraverso un numero elevato di somministrazioni, più rapidamente le dosi. Il vaccino Moderna dovrebbe proteggere dal coronavirus per almeno un anno: lo ha detto agli investitori un alto funzionario della stessa società, secondo quanto riporta la Cnn. "La nostra aspettativa è che la vaccinazione duri almeno un anno", ha spiegato il direttore medico di Moderna, Tal Zaks, parlando alla 39ma conferenza annuale di JP Morgan sulla Sanità.La società”, ha proseguito, “dovrà verificare adesso se è possibile estendere la protezione con l'aggiunta di una terza dose”. Attualmente il vaccino viene somministrato in due dosi a circa un mese di distanza.

A partire dal mese di aprile avremo molte più dosi di vaccino a disposizione, assicura l’Ue

"La consegna delle dosi di vaccini sarà più ricca a partire da aprile” lo ha detto la  Direttrice generale del Dipartimento Salute e Sicurezza Alimentare della Commissione Ue, l'italiana Sandra Gallina, a capo dei negoziati con le case farmaceutiche in un intervento al Parlamento europeo. E oltre ai dispositivi che già sono a disposizione, l’Ue ha intenzione di lanciare una procedura di offerta per Valneva, compagnia biotecnologica francese, con sede a Saint-Herblain, un sobborgo di Nantes, nella Loira-Atlantico, che sta sviluppando un vaccino contro la Covid-19, basato sul virus Sars-CoV-2 inattivato. Finora la Commissione ha firmato contratti con Astrazeneca, Sanofi-Gsk, Janssen (Johnson & Johnson), Pfizer-Biontech (autorizzato e già usato per vaccinazioni nell'Ue), Moderna (autorizzato e in corso di distribuzione) e Curevac. Con Novavax il contratto di acquisto anticipato è ancora in corso di negoziazione. Intanto la società biotecnologica tedesca BioNTech, associata al colosso Usa Pfizer, ha stimato di poter produrre "due miliardi di dosi" del suo vaccino entro la fine dell'anno dopo la recente decisione dell'Ema di autorizzare la somministrazione di sei dosi, per flaconcino, di questo prodotto, invece di cinque, il che consente di aumentare la disponibilità di produzione e distribuzione.


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