Medio Oriente, il governo italiano è impegnato ad evitare una escalation e a rafforzare il mandato di Unifil

Medio Oriente, il governo italiano è impegnato ad evitare una escalation e a rafforzare il mandato di Unifil

Medio Oriente, il governo italiano è impegnato ad evitare una escalation e a rafforzare il mandato di Unifil Photo Credit: Agenzia Fotogramma


L'Italia ha come obbiettivo quello di trovare una soluzione diplomatica al conflitto, ed è convinta che ci sia ancora la possibilità di scongiurare uno scontro nell'intera Regione: una linea espressa dal premier Meloni, insieme ai ministri Crosetto e Tajani

La stabilità nella regione del Medio Oriente "è un primario interesse strategico" dell'Italia e il governo "ritiene che il Libano giochi un ruolo chiave nella stabilizzazione". E' quanto emerso nell'audizione congiunta alle commissioni Esteri e Difesa della Camera e del Senato dei ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto, i quali hanno ribadito anche il ruolo centrale dei militari italiani impegnati nella missione di interposizione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale (Unifil). Ad oggi la presenza nel sud del Libano è significativa, con un contingente di oltre mille militari. L'Italia, impegnata su più fronti, per trovare una soluzione diplomatica al conflitto regionale è convinta che ci sia ancora la possibilità di scongiurare uno scontro nell'intera regione.

L’audizione

Durante l'audizione, i ministri Tajani e Crosetto hanno evidenziato i limiti operativi del mandato della missione Unifil, sulla base della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu che nel 2006 ha permesso la cessazione delle ostilità fra Libano e Israele. La risoluzione 1701 e le successive prevedono, tra le altre cose, sia la cessazione delle ostilità che il ritiro delle milizie (Hezbollah) a nord del fiume Litani, oltre al trasferimento delle competenze di sicurezza alle Forze armate libanesi (Laf). Tuttavia, nel corso degli anni, le premesse della risoluzione sono state in parte disattese. Al riguardo, Tajani ha detto che "bisogna rafforzare la missione Unifil e rafforzare i poteri significa allargare le competenze, allargare i luoghi, creare una zona cuscinetto dove non c'è più Hezbollah".

Crosetto

Nel contesto dell'escalation, lo scorso luglio, ha ricordato il ministro Crosetto, sono stati inviati esperti in operazioni anfibie che hanno contribuito a "perfezionare il piano di contingenza per uno scenario non permissivo, prevedendo l'impiego di risorse anfibie e integrandolo con i nostri piani nazionali. Abbiamo messo a disposizione mezzi di evacuazione strategici come navi ed aerei". Crosetto ha aggiunto: "Posso confermare che, mai come in questo momento, la sinergia tra i ministeri della Difesa ed Esteri è efficace per garantire la sicurezza dei nostri cittadini presenti nella regione". L'Italia è presente in Libano anche nel quadro della missione militare bilaterale Mibil, con funzioni di addestramento delle forze libanesi. "A marzo 2024, abbiamo istituito un comitato tecnico militare a cui hanno aderito Canada, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno unito, Spagna e Stati Uniti, il cui scopo e' identificare con lo Stato maggiore della Difesa libanese programmi, attività e iniziative per aiutare le forze armate libanesi a crescere, acquisire capacità operative, credibilità e indipendenza pienamente al servizio del Paese e non in balia di Hezbollah", ha affermato Crosetto. In questo ambito "è stata identificata una tabella di marcia relativa al reclutamento, alla formazione e al finanziamento allo scopo di rafforzare le capacità militari libanesi in vista della piena attuazione della risoluzione Onu e l'obiettivo finale è equipaggiare 6.000 nuove unità delle Forze armate libanesi e stiamo organizzando una conferenza dei donatori necessaria a reperire i fondi per finanziare tali progetti, perché le condizioni economiche in Libano sono drammatiche", ha aggiunto.

Tajani

Massima allerta per la situazione in Medioriente è stata espressa anche al titolare della Farnesina dopo che Israele ha lanciato una nuova “invasione limitata” in Libano e dopo che l’Iran ha risposto attaccando il suo territorio. "L'apertura del fronte libanese e l'intervento diretto dell'Iran hanno inevitabilmente accresciuto il rischio di un conflitto regionale su larga scala", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite, insieme al ministro della Difesa Guido Crosetto. Pur ricordando che "Israele ha diritto di difendersi da Hezbollah", l'ipotesi di una "guerra generalizzata", ha continuato Tajani, sarebbe "una catastrofe che nessuno sarebbe in grado di controllare, che porterebbe morte e devastazione per anni". Ma "c'è ancora la possibilità di scongiurare una guerra che coinvolga l'intero Medioriente: facciamo appello alla responsabilità di tutti gli attori regionali". L'obiettivo primario, ha sottolineato Tajani, resta quindi "la de-escalation, a partire da un cessate il fuoco in Libano e a Gaza". Per raggiungerlo si intensificano gli sforzi diplomatici con tutti gli Stati coinvolti, Iran compreso: "Non abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni per la postura regionale di Teheran, che ha un effetto destabilizzante in un contesto già molto precario. Riteniamo tuttavia che, ancor più in questo momento, sia importante mantenere un canale di dialogo con l'Iran".


Meloni

Da parte sua la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato per le prossime ore una riunione del G7 per discutere insieme agli altri leader della situazione in Medio Oriente. "L'Italia continuerà a impegnarsi per una soluzione diplomatica, anche in qualità di presidente di turno del G7", ha fatto sapere la premier. – ha spiegato - "è la stabilizzazione del confine israelo-libanese attraverso la piena applicazione della risoluzione 1701".
 

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