Raoul Bova a RTL 102.5: “Domani sera Don Massimo svelerà che fine ha fatto Don Matteo"

Raoul Bova a RTL 102.5: “Domani sera Don Massimo svelerà che fine ha fatto Don Matteo"

Raoul Bova a RTL 102.5: “Domani sera Don Massimo svelerà che fine ha fatto Don Matteo"


Raoul Bova è stato ospite questo pomeriggio durante “Password” con Nicoletta, Cecilia Songini e Niccolò Giustini e ha parlato della nuova puntata di “Don Matteo 13”, nella quale apparirà per la prima volta Don Massimo. Con lui anche l’amministratore delegato della Lux Vide, Luca Bernabei

Domani sera ci sarà una nuova puntata di “Don Matteo”. Un episodio in cui arriverà Don Massimo, interpretato da Raoul Bova. “Domani sera vedrete un bell’arrivo di Don Massimo, molto emozionante. Si svelerà com’è”, ha detto Raoul Bova. “Don Massimo racconterà che fine ha fatto Don Matteo, una cosa importante. Lo spiegherà perché in qualche modo c’entra anche Don Massimo. Si vogliono molto bene Don Massimo e Don Matteo, dentro e fuori dal set”.
Come è stato per Raoul Bova inserirsi nella famiglia di “Don Matteo”, già affiatata da tempo? “È stato facilissimo perché mi hanno accolto a braccia aperte. Sono stato accolto da tanto affetto e tanta professionalità”, ha raccontato l’attore. “Quello che c’è sul set di Don Matteo è l’amore per quello che si fa con grande passione. C’è un grande impegno e grande rispetto per il lavoro di tutti, dal primo all’ultimo”.
Fare un lavoro come questo richiede grande fatica. Sono 9/12 mesi in cui ti svegli tutte le mattine alle 5:30 e rimani sul set per dodici ore”, ha detto Bernabei. “Ci vuole grande professionalità a scriverlo e a girarlo. La troupe di Don Matteo è una delle migliori d’Italia. Sono gruppi di persone selezionate”.
Qual è il rapporto che Raoul Bova ha con la fede? “La fede per me è una ricerca, da quando ero bambino. Non è detto che sia lineare e sempre al massimo, proprio perché la cerco ogni giorno. Credo tanto all’energia, alla forza che dona la fede”, ha raccontato l’attore. “Anche il fatto di essere arrivato a questo progetto, il fatto di avere qualcosa in cui credere mi dà la forza di andare avanti. Anche in questo ci siamo incontrati con Luca Bernabei, un segno che ci è arrivato dal cielo incontrandoci”. L’amministratore delegato della Lux Vide ha confermato: “Quello di Don Massimo è un ruolo che non avrei offerto a Raoul Bova se non avessi capito e visto che è in cammino e che si sta facendo tante domande sulla vita. È stato facile lavorare con Raoul Bova perché è un professionista molto serio, poi lo voleva fare. Quando ho chiesto a Raoul di fare Don Matteo lo stavo accompagnando da Maria De Filippi, era una giornata piovosissima. Parlavamo della vita e gli ho chiesto se avrebbe mai interpretato un prete e gli ho chiesto di pensare al fatto di fare Don Matteo. Così mi ha detto di sì”.
Perché Raoul Bova ha scelto di interpretare questo ruolo? “Un parroco oggi è importante nella nostra società. La cosa più difficile è stare vicino alla gente, ai giovani di oggi che stanno nelle nostre città”, ha detto l’attore. “Molti giovani oggi sono persi. Cercare di ridare una figura a cui appoggiarsi è molto bello”.

DON MASSIMO E LE DIFFERENZE CON DON MATTEO

Quali sono le differenze tra Don Massimo e Don Matteo? “Sono diversi nel rapporto con la fede e con loro stessi. Don Matteo era più compiuto, aveva tante risposte, aveva fatto un percorso spirituale già avanzato”, ha raccontato Raoul Bova. “Don Massimo, invece, è all’inizio del suo essere prete. Ha tante domande e ancora tante risposte non se le è date. Durante le puntate avrà la possibilità di capire cosa siano il perdono, la redenzione. Si confronterà e avrà delle difficoltà da accettare. Un’altra differenza tra i due è che di Don Matteo non si conosceva il passato, mentre Don Massimo racconta la sua provenienza: un uomo che ha vissuto un’altra vita e storie che piano piano sveleremo”.
Quale sarà il mezzo di locomozione di Don Massimo? “Sarà diverso da quello di Don Matteo, non è una bicicletta”, ha detto Bova. “È una moto assemblata con pezzi recuperati con il tempo e messa insieme. Non è una moto molto moderna, è consumata perché è vissuta”.



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