Wimbledon addio, appuntamento al 2021; Palio di Siena per ora rimandato, e il calcio è fermo in tutto il mondo

Wimbledon addio, appuntamento al 2021; Palio di Siena per ora rimandato, e il calcio è fermo in tutto il mondo

Wimbledon addio, appuntamento al 2021; Palio di Siena per ora rimandato, e il calcio è fermo in tutto il mondo


Lo sport è azzerato dalla pandemia di coronavirus. Tifosi e appassionati in astinenza da emozioni, si aggrappano ai ricordi. Dai campi di calcio alle piste, fino a piazza del Campo, tutto è sospeso.

Anche il famoso Palio di Siena è stato, per ora, rimandato. E se sarà necessario annullate le edizioni, a luglio e agosto, del 2020. Mai accaduto!E tutte le caratteristiche feste delle Contrade, che si susseguono da maggio a settembre, dette Feste Titolari, in onore dei Santi protettori di ognuna delle 17 contrade, cancellate.

Siena senza palio, mai accaduto!

Una coltellata inevitabile e necessaria per i senesi, un disastro dal punto di vista economico, in una città già ferita dal crollo di Babbo Monte, privata di quel flusso di turisti che affollano le sue strette vie medievali provenienti da ogni parte del mondo.  

Dello stadio resta il ricordo

Ora, ricordo vivamente la prima partita di calcio cui ebbi modo di assistere. Era il 1958, avevo compiuto cinque anni, mio padre e mia madre mi portarono allo stadio, allora solo di San Siro, Meazza ancora era solo un grande giocatore e non era entrato nel Pantheon degli Dei di Eupalla ( Brera docet). Inter Fiorentina, Firmani, Lorenzi, Hamrin per la Viola. Rimasi un po’ spaventato da tutta quella folla, ma erano tempi in cui potevi portare serenamente allo stadio un bambino così piccolo. Ricordo che mio padre urlò al goal della Beneamata e io mi turai le orecchie, impaurito e nello stesso tempo non del tutto consapevole. Ci misi però poco a diventare un piccolo tifoso e per molti anni mi sedetti sui freddi gradoni di quel meraviglioso catino di cemento.

Calcio, quando?

Viviamo, noi tifosi e amanti del gioco più bello del mondo, da molte settimane senza più nulla di tutto questo. E chissà quando potremo rivedere la luce in fondo al tunnel che dagli spogliatoi porta all’erba verde dei nostri campi, in Italia e nel mondo intero.


Maledetto virus, ci hai tolto pure i sogni, le illusioni, la rabbia e la gioia, la voglia e il piacere di essere faziosi. Niente, nemmeno un prete con cui parlar, come scriveva il poeta Paolo Conte nell’Azzurro per la voce di Adriano Celentano.

Spenti i motori della F1, Wimbledon sotto i teloni

Nessun rumore di motori rombanti nel grande Circo della Formula Uno, e nemmeno potremo godere delle evoluzioni di un sempiterno Nadal sulla terra rossa qui a Roma, a Parigi, delle palle impossibili di Federer e compagni sulla sdrucciolevole erba verde del tempio, a Wimbledon, in una Londra spettrale che aspetta, come tutti, il suo terribile picco.  

La sacra fiamma non si spegne

La fiamma di Olimpia, che Dio voglia non si spenga, è parcheggiata a Fukujima, città giapponese nota per la sua devastata centrale nucleare, in attesa di essere rinfocolata tra un anno, quando si potranno celebrare i riti di una tradizione interrotta solo dalla Guerra mondiale.

Ora, è il tempo dell’attesa

Niente Europei di calcio, mannaggia eravamo pure messi bene, chissà, forse si potevano rinnovare i fasti troppo lontani di Rombo di Tuono, Gigi Riva, Domingo e Picchio De Sisti. Pazienza, aspetteremo.  E così è e sarà per chissà quanto tempo nel mondo intero. Al posto del Calcio minuto per minuto ormai, il nostro appuntamento fisso, è alle cinque della sera, o giù di lì, con i numeri non del Lotto ma dell’assessore al welfare della Lombardia, Gallera, e a seguire del buon Borrelli, Protezione Civile. Sì, maledetto virus, vade retro e lasciaci di nuovo ai nostri sogni. 



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