Antonio Tajani a RTL 102.5: "La nostra proposta? Far pagare bollette come lo scorso anno e sovrapprezzo a carico della Stato"

Antonio Tajani a RTL 102.5: "La nostra proposta? Far pagare bollette come lo scorso anno e sovrapprezzo a carico della Stato"

Antonio Tajani a RTL 102.5: "La nostra proposta? Far pagare bollette come lo scorso anno e sovrapprezzo a carico della Stato"


Il vicepresidente e coordinatore unico di Forza Italia, Antonio Tajani, è stato ospite questa mattina durante Non Stop News con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

SALVINI E L’ARMISTIZIO SU LUCE E GAS

Noi siamo pronti a sederci attorno a un tavolo affinché si trovi un accordo per affrontare l’emergenza bollette, detto questo bisogna lavorare anche a livello europeo perché senza un’azione forte dell’Europa il problema sarà difficilmente risolvibile. Intanto agiamo in Italia immediatamente per aiutare famiglie e imprese che rischiano di non poter pagare bollette così care. Noi porteremo delle proposte per cercare di dare degli aiuti alle famiglie e alle imprese, ad esempio l’idea potrebbe essere quella di far pagare le bollette a famiglie e imprese come l’anno scorso e il sovrapprezzo metterlo a carico dello Stato. Il problema è da valutare, se si può fare tutto questo senza violare le regole di bilancio, senza fare altro debito, però bisogna tenere in considerazione comunque uno scostamento di bilancio perché potrebbe essere necessario in un momento così difficile. C’è grave difficoltà per tutte le famiglie, non solo quelle meno agiate, dobbiamo impedire che chiudano imprese perché l’autunno sarebbe devastante per la nostra economia, quindi c’è un’emergenza da affrontare con risolutezza. Questa non è una questione che può essere rimandata a dopo la nascita del nuovo governo perché passerebbero forse due mesi, saremmo in forte ritardo, bisogna agire rapidamente e a livello europeo perché bisogna porre un tetto al prezzo del gas”.
Quindi Forza Italia è favorevole a maggior deficit, come Salvini. “No, noi dobbiamo valutare se possibile di farlo senza uno scostamento di bilancio, se si possono trovare fondi bene, altrimenti bisogna valutare lo scostamento di bilancio. C’è un’emergenza per famiglie e imprese che non possono aspettare”.
Salvini ha detto che sarebbe da valutare l’utilità delle sanzioni. “Le sanzioni hanno un significato politico, ormai sono state decise e non si può fare marcia indietro. Questo è un messaggio che l’Occidente ha dato alla Russia per colpire un Paese che aveva violato il diritto internazionale. Abbiamo sempre detto che ci sarebbero state delle ricadute nei confronti dei Paesi dell’UE a causa delle sanzioni inflitte alla Russia. Ecco perché abbiamo chiesto un nuovo recovery europeo per evitare che le ricadute negative provocassero indebolimento nella posizione europea nei confronti della Russia. Una proposta concreta che abbiamo fatto dall’inizio per risolvere il problema del caro energia, dei rifugiati, della difesa europea. Ci sono alcuni Paesi dell’UE che soffrono di più le ricadute e le sanzioni, penso all’Italia, alla Germania e alla Polonia. Serve solidarietà europea, non soltanto tre Paesi possono pagare il prezzo più caro di questa decisione politica. La difesa dei valori, della libertà e della democrazia hanno un costo, noi siamo dalla parte dell’Occidente ma bisogna che l’Europa sia solidale nei confronti di chi sta pagando un prezzo più di ogni altro per la difesa di questi princìpi”.
L’approvvigionamento di energia sul lungo periodo. “Serve un nuovo piano energetico nazionale che punti sulle energie alternative, sulla maggiore estrazione di gas del nostro Paese chiudendo la stagione dei no che ha permesso all’Italia di andare avanti con fatica per quanto riguarda l’energia. Bisogna puntare sui rigassificatori e sull’energia nucleare di primo tipo, questo in prospettiva. Bisogna aumentar l’estrazione di gas nel nostro Paese, pensiamo a ciò che accade nell’Adriatico. Dall’altra parte dell’Adriatico si estrae gas a tutto spiano, da parte italiana questo non si fa, bisogna cambiare atteggiamento. Quindi una strategia che punti sulle rinnovabili e altri tipi di energia che non sono legati al gas o al carbone, quindi guardare con una visione strategica l’energia meno inquinante”.

NEL CENTRODESTRA QUALCUNO SI È PENTITO DI AVER MANDATO A CASA DRAGHI?

Nessuno ha mandato a casa Draghi nel centrodestra. Il Premier Draghi è stato mandato a casa dal M5S, lui si è dimesso per questo motivo, ci siamo detti di andare avanti senza il M5S e il PD non ha voluto questo, anzi c’è stato un tentativo di far nascere un Conte TER guidato da Draghi. Questo era inaccettabile, noi eravamo pronti a mandare Draghi fino alla fine della legislatura”.

LA CAMPAGNA ELETTORALE

È troppo affrettato parlare di premiership, nel caso di Giorgia Meloni? “Credo si debba fare una campagna elettorale per spiegare ai cittadini cosa proponiamo all’Italia del futuro, cosa proponiamo per risolvere i problemi che ogni giorno devono affrontare, quindi che politica ha ogni partito e ogni coalizione per il futuro del nostro Paese. Litigare e insultarsi non serve a nulla, noi non l’abbiamo fatto e non intendiamo farlo, puntiamo a portare a votare quel grande partito che è quello dell’astensione spiegando loro che bisogna decidere partecipando, altrimenti decidono gli altri al posto loro. Per quanto riguarda la premiership noi abbiamo una regola molto chiara: chi prende più voti ha il diritto a proporre un nome al capo dello Stato insieme a tutta la coalizione. Noi non abbiamo pregiudizi nei confronti di chiunque all’interno del centrodestra”.
Salvini ha detto che non ha rinunciato alla guida del Paese, poi Berlusconi dice che non ha intenzione di farlo. “Noi stiamo lavorando per ottenere dei risultati. Esercizi teorici su chi sarà il presidente del consiglio non servono in questo momento, per quanto mi riguarda non mi appassionano. Cerchiamo di vincere le elezioni presentando un progetto affidabile e realizzabile per l’Italia di domani. Se gli elettori ci premieranno faremo la miglior proposta possibile al capo dello Stato”.
Renata Polverini ha detto che per le persone che hanno idee liberali in Forza Italia non c’è più spazio. “Chi non ha avuto la possibilità di essere in lista perché magari non ha accettato un posto sicuro posso capire ci sia amarezza, il nostro è un partito liberale che ha dato sempre spazio a tutti di parlare. Ricordo che l’onorevole Polverini votò a favore del governo Conte, siamo sempre stati molto liberali e disponibili a riaccogliere chi si era pentito di aver lasciato il movimento politico. Nessun atteggiamento punitivo. Comprendo l’amarezza di chi non ha accettato di essere messo in posti non sicuri o non è stato inserito nelle liste, ma da parte nostra non c’è nessun atteggiamento punitivo. Ridurre drasticamente il numero dei parlamentari è una scelta fatta da Parlamento”.

LA DIDATTICA

Ieri c’è chi ha proposto la reintroduzione della DAD un giorno a settimana contro il caro energia. “Una proposta da esaminare, ma sarebbe meglio che i ragazzi andassero a scuola. Magari si può abbassare di un grado o due il calorifero nelle scuole, però togliere la giornata di studio con la DAD non so se sia il modo migliore per affrontare il problema. Nella DAD non c’è una partecipazione attiva, non sono un fan della DAD. Necessaria nel momento dell’epidemia in cui la scuola era un luogo di contagio, credo si debba ritornare a scuola anche perché con la didattica in presenza si riesce a formare meglio uno studente, non ci sono distrazioni, fermo restando che se poi ci sono delle emergenze si può fare, ma sono sempre dell’idea che per i ragazzi è meglio essere presenti anche per socializzare. Aiutiamo i ragazzi ad andare a scuola e a formarsi nel modo migliore. Questo vale anche per la didattica di tipo tecnico professionale che non si può fare a distanza. Mancano tanti mestieri, ci sono richieste ma non ci sono risposte perché mancano giovani formati”.

IMMIGRAZIONE

Torna l’emergenza sbarchi. “Ci serve una strategia italiana ed europea per impedire a monte la nascita del problema. Bisogna investire in Africa, combattere il cambiamento climatico, favorire accordi con i Paesi da dove partono gli immigrati e accettare una immigrazione regolare ma con persone formate pronte a venire a lavorare in Europa. Gli immigrati devono essere redistribuiti in tutta l’Unione Europea”.



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