Euro 2016, Applausi. Solo Applausi.

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Italia eliminata ai calci di rigore. Germania in semifinale. 1-1, dopo i supplementari, poi infinita serie di tiri dal dischetto. Goal decisivo di Hector.

Una sfida epica. Come da tradizione. La differenza fra noi e i Campioni del mondo non si è quasi mai vista. 120 minuti non bellissimi, ma emozionanti e carichi di una tensione, che solo Italia e Germania sanno regalare. Decidono i rigori, che tornano maledetti per noi. Questi tiri dal dischetto li ricorderemo a lungo...

La fotografia, l'ultima, è la più amara. La più difficile da dimenticare: Buffon si tuffa, ha intuito il tiro di Hector, lo sfiora, lo sente, ma la palla passa. Beffarda, velenosa, finisce alle spalle del più incredibile portiere degli ultimi 30 anni e ci manda a casa.

Germania in paradiso, senza sapere fino in fondo come. Perché a fine partita hanno cominciato a fare i fenomeni, ma dopo l'1-1 erano spariti dal campo. Ecco, in quel momento ci è mancata la forza di affondare il colpo. Le facce azzurre erano giuste, quelle dei Campioni no. Si guardavano intorno e si chiedevano come fosse possibile: una squadra senza nomi e senza stelle li stava ingolfando. Nei supplementari, non abbiamo fatto granché, ma loro meno di noi. L'unico tiro è stato di Insigne. Ripetiamo: era il momento per colpire e passare alla Storia. La partita poteva essere nostra, in quel momento. Poteva...

Inevitabili, così, i rigori. Checchè ne dica oggi Low, secondo cui non avremmo mai fatto goal su azione. Loro, hanno avuto due-occasioni-due e su una Buffon è diventato un alieno. Un Et calato su Bordeaux, per evitare il 2-0, dopo il vantaggio di Ozil, e tenerci in vita. Fino al rigore (quello perfetto, sì...) di uno splendido Leonardo Bonucci, che vale l'1-1 e la sensazione di poterli mettere Ko. Perché, dopo il pareggio azzurro, i tedeschi non hanno fatto più nulla. Che lo tenga a mente, il Ct Campione del Mondo: se la sono vista brutta. 

Dal dischetto,  questo va detto, siamo stati mediocri: tiracci inguardabili di Zaza e Pellè. L'attaccante della Juventus, in particolare, era stato messo in campo, proprio per calciare il rigore. Consumato dalla tensione, prima un'improbabile e tragicomica rincorsa, poi pallone alle stelle. Brutto, veramente brutto.

Pellè (grande Europeo, comunque, il suo) ha l'aggravante di aver anche preso in giro il portiere avversario, prima di tirare. Se hai davanti Neuer, non fai il fenomeno da baraccone. Neppure se sei Maradona. (Dire che Pellè non sia Maradona è pleonastico, ma vale la pena ricordarglielo). Tiro e momento imbarazzante. Certe cose possono farle i Campioni, con gli attributi di piombo. Vedi lo scavetto di Totti agli olandesi. Ai 'normali' possono costare solo un massacro mediatico.

Siamo arrivati, così, all'ultimo errore, quello del povero Darmian. La condanna la firma Hector, come già raccontato...

Siamo fuori, ma imbattuti, contro i Campioni del Mondo. Tutti in piedi, davanti a una Squadra, che ha fatto innamorare un Paese intero. Ricorderemo le lacrime finali di Buffon e Barzagli: possono e devono diventare il cemento, su cui costruire la nuova Italia.

Grazie Antonio Conte. Grazie. In bocca al lupo per tutto e...chissà. Siamo certi che l'ormai ex-Ct non potrà mai dimenticare questo mese e cosa significhi allenare gli Azzurri. Perché da domani ci ritufferemo nel calcio di sempre, diviso e litigioso e ci farebbe benissimo ricordare cosa debba realmente essere il pallone. Emozioni, tensione, calore, Gruppo, voglia di condividere gioie e amarezze, anche le più brucianti. 

Questo è lo sport e il calcio sembra ricordarselo, soprattutto grazie alle Nazionali. Lo tengano a mente quei signori, che  rischiano di trasformare lo sport più bello del mondo, in un affare per sceicchi e per esperti in finanza (spesso creativa...). Tutti i discorsi sui fatturati dei club, non valgono uno solo dei 18 rigori tirati, ieri sera a Bordeaux.

L'Italia torna a casa. Tutti in piedi.



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